sabato, settembre 08, 2018

Rock e Libertà

In questi giorni mi è capitato di guardare un documentario molto interessante chiamato "Free to Rock" che racconta come la musica, in particolare il Rock, abbia contribuito in maniera significativa alla fine della Guerra Fredda.

Il termine "Guerra Fredda" sintetizza la situazione che si presentò negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale. In pratica in un mondo dominato da due grandi potenze completamente contrapposte sul piano ideologico, capitalismo e comunismo, il conflitto sembrava inevitabile. Ma al tempo stesso i due contendenti avevano armamenti di tale potenza che una guerra avrebbe avuto conseguenze insostenibili anche per il "vincitore", e quindi di fatto il conflitto era impraticabile. Si venne così a creare una situazione anomala: una mobilitazione militare, economica e psicologica, di stato di guerra, ma al tempo stesso l'impossibilità di usare armi, che comunque continuavano ad essere prodotte e accumulate.


In questa situazione di stallo la musica cominciò ad avere un ruolo fondamentale; in quel periodo in America inizió farsi largo un ragazzo con il ciuffo e le movenze da tarantolato di nome Elvis Presley; il suo rock era adrenalina pura e le sue canzoni riuscivano a superare la cortina di ferro , ovviamente in gran segreto. I Servizi Segreti americani sfruttarono questa ocasione usando delle strategie, all'apparenza innocue, per cercare di destabilizzare il regime sovietico. Elvis Presley infatti, con la sua popolarità sempre più in ascesa negli Stati Uniti, si dice fosse stato mandato durante il servizio di leva nel distaccamento della Germania Ovest, avvicinadolo fisicamente al confine dell’est. Questa mossa contribuì a smuovere la voglia di libertà dei giovani socialisti che, fino a quel momento, avevano la possibilità di ascoltare solo musica popolare del regime. Al fine di reprimere sul nascere questo possibile pericolo, L'Unione Sovietica vietò la distribuzione in tutti i paesi della musica occidentale. Come spesso accade però quando si vieta qualcosa è automatico che nasca nelle persone la voglia di trasgressione e di ribellione; i "Bone Records" erano dischi di musica rock in simil vinile di contrabbando che venivano distribuiti agli angoli delle strade ai giovani aprendo di fatto una breccia nel totalitarismo socialista.

Per correre ai ripari l'Unione Sovietica creò dei gruppi musicali a "tavolino" e attraverso l'unica casa di produzione autorizzata, la Melodia, distribuirono una musica e delle canzoni rock sovietiche che però avevano l'approvazione, soprattutto nei testi, del regime.

Ma di fatto questa mossa servì a poco, Il rock proveniente dall'ovest ispirò migliaia di band e i loro altrettanto numerosi fan sullo sfondo dell’Europa orientale e dell’Unione Sovietica. Flowers, Kino e Plastic People of the Universe furono solo alcuni dei gruppi che diedero linfa ai movimenti giovanili apertamente schierati contro il governo comunista e che alimentarono il desiderio collettivo di libertà.

Tra le personalità musicali di spicco in Russia vi è Stas Namin, fondatore della leggendaria band The Flowers (più di 60 milioni di album venduti); organizzatore della SNC, prima società di produzione indipendente dell’Unione Sovietica; creatore delle prime aziende private (agenzie di concerti, reti televisive, etichette discografiche, stazioni radio, etc.), che hanno abbattuto il monopolio statale.

A poco a poco il regime sovietico capì che questa ribellione era impossibile da sedare e per questo motivo cominciò ad organizzare dei concerti di star occidentali nei paesi dell'Unione Sovietica. Storici furono i concerti dei Beach Boys in Cecoslovacchia e di Bruce Springsteen a Mosca fino ad arrivare alla data storica del 12 e 13 Agosto 1989 con il primo concerto in piena cooperazione tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti: Il Moscow Music Peace Festival. Tra i musicisti partecipanti vi erano: Bon Jovi, Gorky Park, Ozzy Osbourne, Mötley Crüe, Skid Row, Cinderella e gli Scorpions, i quali hanno dedicato a tal proposito alcuni dei loro versi più famosi:

I follow the Moskva
Down to Gorky Park
Listening to the wind of change
An August summer night
Soldiers passing by
Listening to the wind of change

Nel documentario, come testimoni del periodo sono stati intervistati Mikhail Gorbaciov, Bruce Springsteen, Jimmy Carter, Beach Boys, Scorpions, Billy Joel, Metallica. Durante le interviste sono state mostrate significative immagini dell’epoca di eventi e concerti importanti.

IL DOGUI

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