Il turnista (anche detto session man) è un musicista assunto per suonare per un determinato progetto musicale oppure, su commissione, in appoggio ad un artista singolo o ad un gruppo musicale di cui non è membro stabile. Si tratta di artisti a cui è richiesto un alto grado di affidabilità e adattabilitá per quanto riguarda lo stile ed il repertorio.
Capita spesso che il singolo artista, trovandosi bene con un turnista, lo scelga per più progetti musicali o addirittura per tutta la carriera trasformandolo di fatto in un membro fisso del gruppo.
Ed è in questi casi che, crescendo l’empatia e l’esperienza con l’artista, il session man e il suo strumento diventano un elemento fondamentale e identificativo del solista stesso.
Per fare un esempio abbiamo artisti come Bruce Springsteen accompagnato da anni dalla celebre E Street band, oppure Phil Collis che dall’inizio della sua carriera da single si è affidato al trio Leland Sklar al basso, Chester Thompson alla batteria e Daryl Stuermer alla chitarra solista; ma se guardiamo in casa nostra abbiamo un perfetto esempio con Vasco Rossi affiancato da anni da Maurizio Solieri e Steve Burns alle chitarre e Claudio Golinelli al basso.
Tutti questi musicisti hanno contribuito in modo significativo al successo dell’artista, ogni canzone, ogni album ed ogni live con altri componenti non sarebbe stato la stessa cosa, certo in alcuni casi l’incidenza è maggiore che in altri, ma in ogni caso rappresentano un tesoro prezioso per il solista.
A proposito di questo volevo parlarvi di un musicista e session man che fino a poco tempo fa ignoravo oscurato ai molti dal Mito che per tutta la sua carriera ha accompagnato. Il suo nome è Johnatan Moffet e per tutta la sua carriera artistica è stato il batterista ufficiale di Michael Jackson.
In realtà Moffett ha nella sua carriera collaborato saltuariamente anche con altri grandi artisti del calibro di Lionel Richie, Madonna, George Michael e anche dal 1998 al 2001 con Vasco Rossi; in ogni caso l’esperienza più duratura e importante, addirittura a partire dal 1979 con i Jackson five, l’ha avuta proprio con Michael.
Anche se condividiamo lo stesso strumento, non ho scelto lui in quanto batterista ma perchè penso che sia un esempio lampante di come il suo modo di suonare sia stato una delle caratteristiche identificative della musica di Jackson.
A supporto di questo vi consiglio di andare su youtube e cercarvi le sue performance registrate per un sito di batteristi chiamato DRUMEO, di cui io sono un attento e appassionato spettatore; in queste session Moffet suona i brani più famosi come Smooth Criminal, Beat it, Jam ecc. e lo fa con una precisione e dovizia che in un attimo ti catapulta all’interno del brano. In realtà quello che balza all’occhio non è una bravura o tecnica eccelsa, ma dalle prime battute riesci a capire quanto lui possa aver contribuito alla buona riuscita del pezzo, soprattutto in un artista dove la parte ritmica era fondamentale. Ed ecco che, addentrandosi nel tecnico, un banale 4/4 suonato con quel suono e con la sua tecnica ti riporta immediatamente a quando hai sentito per la prima volta quel brano distogliendo per un attimo l’attenzione alla vove di Michael e, nel caso di Beat it, al solo del grande Van halen. Insomma quando un musicista riesce a fare questo è sicuramente da lodare e da ammirare al di là di tutto.
Sicuramente ce ne saranno altri identificativi e riconoscibili come lui...e non è detto che li analizzeró, se vi fa piacere, in qualche post futuro.
Ecco alcuni link per sentire Moffet:
IL DOGUI
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