sabato, ottobre 13, 2018

Chi riporteresti in vita per un ultimo concerto?


Da un po' di giorni gira sui social questo sondaggio che, per il fatto che nella foto ci sia Leone di Lernia, rende la cosa un po' meno seria; in ogni caso questa domanda ha suscitato in me un po' di tristezza e in ogni caso mi ha fatto riflettere molto.

Si perché nonostante io abbia avuto la fortuna di assistere ad un gran numero di concerti live, ti accorgi che molti artisti li hai persi... e non avrai mai più la possibilità di assistere ad un loro concerto; in alcune occasioni invece ti rincuora il fatto di averli per almeno una volta apprezzati dal vivo. 

Certo, per evidenti ragioni di anagrafe, alcuni degli artisti della foto non avrei mai potuto vederli dal vivo, ma per altri, che ci hanno lasciato recentemente, il rammarico rimane. Fortunatamente il primo della lista ho avuto la fortuna di vederlo nel suo “Dangerous Tour” allo stadio Brianteo di Monza più di vent’anni fa, ed è stato uno spettacolo che difficilmente dimenticheró, Michael dal vivo sapeva unire la musica, la danza, gli effetti speciali rendendo il concerto uno show a 360º, veramente unico.

E se dovessi rispondere alla domanda, io sarei indeciso tra Amy e Freddie, la prima per l’enorme talento e i brividi che mi fa provare ogni volta che sento la sua voce, il secondo perchè i Queen sono stati uno dei gruppi più importanti della mia adolescenza, che hanno anche contribuito a farmi diventare il musicista che sono. Eh si una bella lotta scegliere. 

Non mi resta che tentare di assistere a quanti più concerti possibili degli artisti ancora in vita, anche una seconda volta, perchè no. Quello che ti trasmette un’esibiszione live non ha paragoni, sia che sei in uno stadio, o in un club di poche persone cambia poco; si tratta sempre di un’artista che cerca di trasmettere un’emozione e se ti arriva allora rimane comunque personale anche con intorno 10.000 o 200 persone.

Se vi piace la musica andate ad assistere a quanti più concerti live possibili, non ve ne pentirete...

E voi? Chi riportereste in vita???


IL DOGUI 



sabato, ottobre 06, 2018

Le classifiche "il meglio di....": oggettività contro soggettività....


Quante volte ci siamo imbattuti su youtube, sui social o nei siti specializzati di musica nelle famose classifiche: "i dieci migliori batteristi/chitarristi/bassisti di sempre" "le dieci migliori canzoni rock della storia" "i dieci migliori assoli di chitarra" e chi più ne ha più ne metta. Ma le domande sorgono spontanee: chi stabilisce questa classifica?? chi decide l'ordine della classifica? come fanno a starci 10 posizioni in un mare magnum di canzoni, di artisti ecc.? beh la risposta è del tutto soggettiva, e cioè di chi stila la classifica, e alla fine si perde il senso di tutto.

Per mia opinione personale è infatti impossibile creare una classifica o un elenco che vada bene a tutti, e che soprattutto sia oggettivamente esaustiva; la musica è quasi impossibile "rinchiuderla" in giochini di questo tipo. Ma allora perchè lo fanno?

Contrariamente a quanto si pensi questo tipo di classifiche sono seguitissime e hanno milioni di visualizzazioni, e se devo dirvela tutta mi diverte anche a me consultarle; perché è nella natura umana guardarle al fine poi di contestarle: "Eh ma è inammissibile che non ci sia quello" "Come fa ad essere al nono posto Tizio e al terzo Sempronio?" e quindi dopo il vero protagonista di quei post o video diventa la sezione commenti dove si aprono dibattiti che saranno infiniti perché nessuno avrà mai la risposta esatta.

Ma in fondo il bello della musica è anche questo: non può essere imprigionata da numeri, da classifiche, come lo sport ad esempio; abbiamo visto molte volte che qui non vige la legge della meritocrazia, tecnica non vuol dire sempre bravura, una cosa fatta negli anni sessanta, quando c'erano tante cose da inventare e anche tecnologie diverse, non può essere paragonata a un qualcosa fatto ai giorni nostri e quindi alla fine va bene così.

Eh ma in tutto questo c'è un però: in mezzo a tutto l'universo musicale ci sono sempre degli artisti o delle canzoni che non possono mai mancare, e questa cosa influenza anche chi le classifiche le stila. E quindi...come fare una classifica dei migliori chitarristi senza inserire Jimi Hendrix o Eric Clapton? E Jaco Pastorius tra i bassisti? e Ian Paice tra i batteristi? e in questo modo si rischia di fare delle cose che per il 70 % sono tutte uguali perdendo tutto il bello.

Allora molto meglio stilare un elenco del tutto libero da qualsiasi vincolo oggettivo, creando veramente qualcosa di personale che può piacere o meno ma che comunque rispecchia la personalità e i gusti di chi redige la classifica. Sarebbe divertente vedere gente che mette Ghigo Renzulli, chitarrista dei Litfiba, in classifica non inserendo per esempio nei primi dieci Mark Knopfler..... non sarebbe più divertente??
Soprattutto sai che commenti piccanti che prenderebbe!!!!

IL DOGUI







sabato, settembre 29, 2018

Stradarte: la mappa degli artisti di Strada a Milano


Quante volte ci è capitato di passeggiare per le vie del centro di Milano e ,tra una vetrina e l'altra, ci siamo trovati di fronte ad un capannello di persone affascinate dallo spettacolo di un'artista di strada.

Personalmente l'arte di strada la trovo fantastica: arricchisce culturalmente una città, dà gioia ai cittadini e in molti casi, permette ad artisti di elevata bravura di esprimersi al meglio avendo il giusto riscontro di pubblico.

Ovviamente come tutte le cose ci vuole una regolamentazione a queste esibizioni per le seguenti ragioni:

- Elevare la qualità degli spettacoli evitando di far esibire anche chi l'Arte non sa neanche dove sta di casa
- Evitare che ci siano spettacoli troppo vicini l'uno all'altro che di fatto si disturberebbero a vicenda
- Evitare che ci siano discussioni fra i vari artisti o qualche "mafia" che gestisca i posti e gli orari più strategici.
- Avere la tranquillità che lo spettacolo non violi qualche regolamentazione urbana con il rischio di multe ecc.

Per questa ragione, per adesso solo nel comune di Milano, da un po' di tempo è nata la piattaforma web Stradarte; Se sei un artista e vuoi esibirti per le strade della città in questo sito, previa registrazione, puoi prenotare nelle varie giornate e secondo disponibilità il tuo spazio di 2 ore che ti permetterà di avere l'esclusiva non solo dell'orario ma anche del posizionamento nella città. In questo modo si ha la certezza che lo spettacolo non venga "intralciato" da altri artisti e che sopratutto venga regolamentato seguendo le normative urbanistiche.

Infatti nella registrazione al sito l'artista deve descrivere in cosa consiste il suo spettacolo e il numero di persone di cui è composto ma , se utilizza della strumentazione, deve specificarne in dettaglio la tipologia in modo tale da capire se il suono possa superare i decibel consentiti per legge. inoltre la regola principale è che ogni strumentazione elettrica deve essere auto alimentata, con batterie ecc., impedendo "l'attacco" a qualsiasi impianto di esercizi commerciali limitrofi all'esibizione.

Ma ovviamente questa piattaforma non è solo utile per gli artisti ma anche per il pubblico; infatti indicando la data, l'orario e la tipologia di spettacolo si ottiene una mappa dettagliata di tutti gli artisti che si esibiranno e questo è decisamente un grosso vantaggio. Se per esempio mi trovo ad assistere per caso ad un'esibizione che mi è piaciuta molto in questa piattaforma ho la possibilità di capire quando e dove quell'artista si esibirà le volte successive.

Non posso ancora rivelarlo ufficialmente ma anche io, insieme alla mia orchestra, mi esibirò per le strade di Milano...se in una delle prossime domeniche vi ritroverete una Piazza Duomo piena di gente....saprete perchè ;-).

Per informazioni collegatevi al sito milano.stradarte.it

IL DOGUI






sabato, settembre 22, 2018

Dream Theater Drummer Audition....tecnica vs. musicalità ed elasticità mentale



Dream Theater, una delle band più famose nel panorama del Progressive Metal, milioni di dischi venduti in tutto il mondo e una tecnica musicale portata a livelli altissimi; il fatto di cui vi parlo oggi non è attuale ma si riferisce al 2010, quando uno dei membri fondatori del gruppo, il batterista Mike Portnoy, decide di lasciare la band dopo 25 anni per seguire nuovi progetti. Gli altri componenti del gruppo (Jordan Rudees alle tastiere, John Myung al basso, John Petrucci alla chitarra e James La Brie alla voce) rimangono alquanto interdetti quando apprendono la notizia e dopo averci pensato a lungo decidono di organizzare un'audizione per sostituire uno dei punti di riferimento del loro sound e della band in generale; impresa niente affatto semplice ma in ogni caso obbligata se si voleva far rimanere in piedi il progetto.

Dopo una prima scrematura furono selezionati:

* Aquiles Priester (39 anni) (ANGRA, PAUL DI'ANNO)
* Peter Wildoer (36 anni) (DARKANE)
* Marco Minnemann (40 anni) (KREATOR, NECROPHAGIST, EPHEL DUATH, JOE SATRIANI)
* Virgil Donati (52 anni) (PLANET X, SEVEN THE HARDWAY)
* Derek Roddy (38 anni) (HATE ETERNAL, NILE, TODAY IS THE DAY)
* Mike Mangini (48 anni) (STEVE VAI, EXTREME, ANNIHILATOR)
* Thomas Lang (43 anni) (JOHN WETTON, ROBERT FRIPP, GLENN HUGHES)



Ognuno di loro fu invitato a New York presso gli S.I.R. Studios per una audizione più approfondita. 

Intelligentemente i componenti del gruppo decisero di dividere l'esame in tre sessioni:

- Suonare tre brani del repertorio (vennero scelti The Dance of Eternity, The Spirit Carries On e A Nightmare to Remember)
- Suonare improvvisando al momento
- Seguire dei Riff comandati da Jordan o John

Per chi conosce questo genere sa che uno dei punti fondamentali è la tecnica dello strumento, tempi velocissimi, molte volte "dispari" come si dice in gergo e un utilizzo della doppia cassa estremo. Ovviamente tutti i candidati, con stili diversi, superano brillantemente la prima prova; le canzoni se le sono potute ascoltare mille volte, hanno potuto scriversi la partitura, insomma c'era poco spazio all'errore per dei batteristi del loro livello se non qualche giustificata sbavatura.

Il problema è arrivato nelle altre due sessioni; l'improvvisazione voleva testare la "chimica" che si poteva creare tra i musicisti e soprattutto tra i Dream, che suonano da ormai 30 anni insieme, e il candidato, i riff testavano invece l'elasticità del musicista nel trovare al volo, dopo averlo ascoltato pochi secondi, un ritmo adeguato per un giro di chitarra o di tastiera. Avevo già affrontato questo tema quando parlai del concerto "ipertecnico" di Steve Vai e del suo G3: tanta tecnica, e che tecnica, ma zero cuore. 

In questo caso non parliamo di "cuore" ma in ogni caso guardando i video delle audition si intuisce un'enorme difficoltà, per questi musicisti votati alla tecnica, nell'improvvisare o nel suonare ad orecchio. Se vediamo dei video su Youtube di Thomas Lang, che io adoro, Virgil Donati o Mike Mangini rimaniamo di sicuro a bocca aperta, e in alcuni casi ti chiedi come faccia un essere umano ad avere quell'indipendenza negli arti e quella velocità di esecuzione spaventosa, ma è evidente che tutto questo tempo passato ad affinare la tecnica abbia influito sulla Forma mentis di ognuno di loro a discapito dell'elasticità mentale; Ovviamente sia i riff che l'improvvisazione non era basato su un banale 4/4 ma comunque aveva numerose difficoltà, in ogni caso nulla di così insormontabile, all'apparenza, per ognuno di questi candidati.

Alla fine in qualche modo tutti ne sono usciti bene ma comunque in molti casi hanno dovuto utilizzare delle tecniche "didattiche" per poter uscire dall'impasse; quindi meglio scriversi la partitura del riff per poterlo suonare o provare più di una volta la Jam snaturando l'improvvisazione. Ma lo scopo dei Dream era proprio testare il musicista facendolo uscire dalla sua "confort zone" e di sicuro l'intento è riuscito, e solo così si sarebbe scelto il profilo giusto. Per la cronaca, per chi non lo sapesse, è stato scelto "Mike Mangini" che ad oggi suona ancora con loro, anche se personalmente rimpiango molto Mike Portnoy; e lo rimpiango proprio nel modo di suonare in simbiosi con gli altri: seguire i vistuosismi di Petrucci o di Rudees, capirli al volo con uno sguardo ecc. e nei live questa cosa viene fuori in maniera evidente. 

Devo dire che per un batterista come me, lontano anni luce a livello tecnico da ognuno di loro, è stato confortante vedere che anche loro possono avere delle difficoltà in alcune situazioni, questi errori gli hanno dato una certa umanità che in ogni caso li rende più "raggiungibili" a miei occhi; ma tocca comunque darci dentro!!!

IL DOGUI

Se siete curiosi di vedere i video delle audizioni vi lascio dei link:






  

  

sabato, settembre 15, 2018

Le illusioni degli "artisti" di oggi....


Questa settimana prendo spunto da un fatto secondo me increscioso dal punto di vista musicale che è capitato nelle ultime settimane; è passato quasi un mese dalla notizia che ha "sconvolto" il mondo della musica: la morte di un mito come Aretha Franklin.

Sarebbe grave e riduttivo classificare artisti come Aretha semplicemente cantanti, o interpreti; nel suo mondo e in quello che ha dato a noi e alla musica c'è molto di più; c'è lotta sociale, c'è la ribellione di un popolo per anni sottomesso, c'è la voce dell'anima che viene fuori in tutta la sua forza. In ogni caso questo post non vuole essere un suo omaggio (vi invito a leggere un bellissimo articolo del mio amico Lorenzo Vergani a riguardo http://theitaliansoul.com/aretha-franklin-anima-e-voce-di-un-popolo/ ) ma una critica a chi considera questo tipo di arte, e di artisti, accessibili a tutti.

Eh qui veniamo al fattaccio, “Un insulto alla musica”: così è stato definito dal web il tributo di Giusy Ferreri ad Aretha Franklin, scomparsa il 16 agosto a Detroit. Dal palco del Deejay on stage, evento organizzato da radio Deejay a Riccione, la cantante lanciata dalla prima edizione di XFactor è stata infatti chiamata a realizzare un tributo ad Aretha cantando le celeberrime "Think" e "I say a little prayer" assieme a Takagi & Ketra (i produttori con cui sta dominando le chart con Amore e capoeira) e la band degli Street Clerks (il gruppo ospite fisso di E poi c’è Cattelan).

Anche tenendo conto del fatto che la situazione è stata messa in piedi in fretta e furia, era il giorno stesso della scomparsa, e quindi senza prove e intese tra i musicisti, più che un tributo è stato un oltraggio.

L'errore di fondo sta nel fatto che si pensi che siccome nella loro vita queste due persone utilizzino ho hanno utilizzato il microfono come strumento del loro "lavoro" non vuol dire necessariamente che siano accomunabili e classificate nella stessa categoria, e trovo inconcepibile che Giusy non abbia avuto la benchè minima remora nel fare questa cosa.

Da suonatore di batteria, così mi voglio definire, se mi avessero chiesto di omaggiare Jeff Porcaro replicando una sua canzone o una sua performance non ci avrei neanche pensato minimamente tale il mio rispetto; la cosa preoccupante che la consapevolezza e la sicumera di Giusy sia stata costruita da un pubblico che l'ha portata, con il suo apprezzamento, su quel palco nonostante poche qualità dei suoi lavori artistici nonchè vocali.

Ma non finisce qui, perché successivamente è intervenuta anche Cheryl Porter, cantante e bravissima vocal coach statunitense trasferitasi in Italia, che ha pubblicato un video che ha fatto il giro del web in cui viene spiegata la gravità dell’accaduto: per l’artista infatti, Giusy e gli altri avrebbero mancato di rispetto ad uno dei personaggi più importanti per la comunità americana e afroamericana.

“Io non so chi cavolo ha scelto di fare questo grande insulto alla memoria di una delle più grandi cantanti della storia della musica” dice nel video Cheryl Porter. “Siamo a livelli bassissimi. Spero potete capire la gravità di questo grave insulto” continua. “Mancanza di rispetto, mancanza di preparazione. Con tutti i cantanti che ci sono proprio la peggiore per rappresentare la migliore – incalza-. Stiamo parlando della donna che ha rappresentato la liberazione, l’educazione, la forza delle donne, una cultura sottovalutata per tanti anni in schiavitù, la prima voce di liberazione. Io voglio qualcuno che chieda scusa per questo insulto alla memoria di Aretha Franklin” conclude la cantante. Parole pesanti che personalmente mi trovano d'accordo.

Badate bene, non sono qui a dire che se qualsiasi persona voglia cantare e/o avere successo deve essere per forza Aretha Franklin o niente, però bisogna avere chiaro in mente che ci sono vari livelli di artisti e alcuni di questi saranno sempre inarrivabili perché oltre alla tecnica affiancano caratteristiche che non si potranno mai imparare...il vissuto, la sensibilità le doti innate ecc...

Come si dice in questi casi....."occhio a non pisciare fuori dal vaso"

IL DOGUI





sabato, settembre 08, 2018

Rock e Libertà

In questi giorni mi è capitato di guardare un documentario molto interessante chiamato "Free to Rock" che racconta come la musica, in particolare il Rock, abbia contribuito in maniera significativa alla fine della Guerra Fredda.

Il termine "Guerra Fredda" sintetizza la situazione che si presentò negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale. In pratica in un mondo dominato da due grandi potenze completamente contrapposte sul piano ideologico, capitalismo e comunismo, il conflitto sembrava inevitabile. Ma al tempo stesso i due contendenti avevano armamenti di tale potenza che una guerra avrebbe avuto conseguenze insostenibili anche per il "vincitore", e quindi di fatto il conflitto era impraticabile. Si venne così a creare una situazione anomala: una mobilitazione militare, economica e psicologica, di stato di guerra, ma al tempo stesso l'impossibilità di usare armi, che comunque continuavano ad essere prodotte e accumulate.


In questa situazione di stallo la musica cominciò ad avere un ruolo fondamentale; in quel periodo in America inizió farsi largo un ragazzo con il ciuffo e le movenze da tarantolato di nome Elvis Presley; il suo rock era adrenalina pura e le sue canzoni riuscivano a superare la cortina di ferro , ovviamente in gran segreto. I Servizi Segreti americani sfruttarono questa ocasione usando delle strategie, all'apparenza innocue, per cercare di destabilizzare il regime sovietico. Elvis Presley infatti, con la sua popolarità sempre più in ascesa negli Stati Uniti, si dice fosse stato mandato durante il servizio di leva nel distaccamento della Germania Ovest, avvicinadolo fisicamente al confine dell’est. Questa mossa contribuì a smuovere la voglia di libertà dei giovani socialisti che, fino a quel momento, avevano la possibilità di ascoltare solo musica popolare del regime. Al fine di reprimere sul nascere questo possibile pericolo, L'Unione Sovietica vietò la distribuzione in tutti i paesi della musica occidentale. Come spesso accade però quando si vieta qualcosa è automatico che nasca nelle persone la voglia di trasgressione e di ribellione; i "Bone Records" erano dischi di musica rock in simil vinile di contrabbando che venivano distribuiti agli angoli delle strade ai giovani aprendo di fatto una breccia nel totalitarismo socialista.

Per correre ai ripari l'Unione Sovietica creò dei gruppi musicali a "tavolino" e attraverso l'unica casa di produzione autorizzata, la Melodia, distribuirono una musica e delle canzoni rock sovietiche che però avevano l'approvazione, soprattutto nei testi, del regime.

Ma di fatto questa mossa servì a poco, Il rock proveniente dall'ovest ispirò migliaia di band e i loro altrettanto numerosi fan sullo sfondo dell’Europa orientale e dell’Unione Sovietica. Flowers, Kino e Plastic People of the Universe furono solo alcuni dei gruppi che diedero linfa ai movimenti giovanili apertamente schierati contro il governo comunista e che alimentarono il desiderio collettivo di libertà.

Tra le personalità musicali di spicco in Russia vi è Stas Namin, fondatore della leggendaria band The Flowers (più di 60 milioni di album venduti); organizzatore della SNC, prima società di produzione indipendente dell’Unione Sovietica; creatore delle prime aziende private (agenzie di concerti, reti televisive, etichette discografiche, stazioni radio, etc.), che hanno abbattuto il monopolio statale.

A poco a poco il regime sovietico capì che questa ribellione era impossibile da sedare e per questo motivo cominciò ad organizzare dei concerti di star occidentali nei paesi dell'Unione Sovietica. Storici furono i concerti dei Beach Boys in Cecoslovacchia e di Bruce Springsteen a Mosca fino ad arrivare alla data storica del 12 e 13 Agosto 1989 con il primo concerto in piena cooperazione tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti: Il Moscow Music Peace Festival. Tra i musicisti partecipanti vi erano: Bon Jovi, Gorky Park, Ozzy Osbourne, Mötley Crüe, Skid Row, Cinderella e gli Scorpions, i quali hanno dedicato a tal proposito alcuni dei loro versi più famosi:

I follow the Moskva
Down to Gorky Park
Listening to the wind of change
An August summer night
Soldiers passing by
Listening to the wind of change

Nel documentario, come testimoni del periodo sono stati intervistati Mikhail Gorbaciov, Bruce Springsteen, Jimmy Carter, Beach Boys, Scorpions, Billy Joel, Metallica. Durante le interviste sono state mostrate significative immagini dell’epoca di eventi e concerti importanti.

IL DOGUI

mercoledì, luglio 25, 2018

Origine del nome dei gruppi - PINK FLOYD




Fu il grande genio della mente di Syd a scegliere il nome: Pink Floyd Sound, che deriva dai nomi di battesimo di due bluesmen americani quasi sconosciuti, Pink Anderson e Floyd Council, successivamente abbreviato a Pink Floyd.
Durante un’intervista Syd Barrett rispose al giornalista che gli chiese da dove derivasse il nome: “Da dove deriva il nome Pink Floyd? Mi è stato suggerito dagli alieni.
Pinkney Anderson è stato un chitarrista blues americano. Nato a Laurens (Carolina del Sud) il 12 febbraio 1900 e morto il 12 ottobre 1974. Pink aveva perfezionato una discreta tecnica musicale che consisteva nell’uso della chitarra e dell’armonica a bocca. La sua carriera è limitata all’incisione di pochi brani all’inizio degli anni 60.
Floyd Council nasce nella Carolina del Nord il 2 settembre 1911. Chitarrista blues perlopiù sconosciuto al grande pubblico, ha al suo attivo alcune canzoni registrate. Muore il 9 maggio 1976.
In un’epoca in cui non esisteva internet, appare piuttosto difficile comprendere come il giovane Syd Barrett potesse avere ascoltato i due musicisti americani, i quali peraltro non si conobbero mai fra loro.
Alcune notizie riferiscono di alcuni dischi di importazione americana ascoltati da Syd, ma la verità non si saprà mai.
Quello che conta è che Syd Barrett abbia influenzato con la sua genialità più di una generazione musicale.
Syd era genio e sregolatezza, in tutto !!!

mercoledì, luglio 18, 2018

Origine nome dei gruppi - PEARL JAM



Ci sono alcune teorie diverse riguardo all'origine del nome PEARL JAM e sembra che il nome abbia più significati.
C'entra la nonna Pearl, la marmellata allucinogena...e anche dell'altro:
- la prima teoria, più misteriosa ed affascinante ci dice che La nonna di Eddie si chiamava Pearl ed era sposata con un nativo indiano che aveva influenzato il suo modo di cucinare. Aveva una ricetta di una marmellata allucinogica fatta col peyote. Di qui il nome Pearl Jam.
- la seconda teoria, quella più attendibile,  la racconta direttamente il frontman Eddie:
"Ricordo quando cercavamo un nome per il gruppo che sostituisse Mookie Blaylock, ma ero più
interessato a scrivere canzoni, perchè credevo fossero più importanti, non sapendo quanto fosse
determinante e rappresentativo il nome per un gruppo. Così il nome arrivò...era composto da due parole. Una delle quali era Pearl. Il nome della mia grande nonna, sposata con un contorsionista che di solito si faceva mettere dentro una valigia. Pearl è anche un termine usato nel surf per indicare il momento in cui si prende l'onda in pieno.
Il disco migliore di Janis Joplin è Pearl.
Ma credo che la migliore giustificazione per il nome Pearl Jam sia riguardo la perla stessa e al processo secondo cui diventa tale. Prendere degli escrementi e trasformarli in qualcosa di bello...così è iniziata la nostra band...prendere le emozioni che lottavano dentro di noi e trasformarle in canzoni... in questo modo le canzoni diventavano dei veicoli con cui si affrontavano i problemi... e grazie alla musica, agli strumenti, alla voce queste canzoni prendevano forma e non erano più solo escrementi...era qualcosa di bello.
La rabbia è un energia e la merda può diventare bellezza...la prova è nella perla."

Ci piace pensare che siano vere entrambe......una perla allucinogena che risveglia i sensi....

lunedì, luglio 16, 2018

Romeo & Giulietta, Shakespeare come back!


Di nuovo in scena a grande richiesta di pubblico partendo da Milano presso il Teatro degli Arcimboldi, il musical di grande successo Romeo & Giulietta Ama e Cambia il Mondo, ultimo capolavoro di David Zard, scomparso il 27 gennaio, tratto dall'opera di William Shakespeare.
Romeo & Giulietta, ultima testimonianza del talento visionario di Zard, il quale amava di che "...non posso quasi più vedere il mio spettacolo, non reggo tanta emozione, con Ama e cambia il mondo abbiamo rivoluzionato il concetto di teatro, è la dimostrazione dell'eccellenza italiana esportata nel mondo. Uno spettacolo definito kolossal, che non ha misure di definizione ed attrae spettatori di ogni età. Spettacoli come questo sono il futuro dell'intrattenimento. Con tutta la tecnologia, sono ormai pochi i concerti di grandi star che riescono a coinvolgerti veramente. Un musical come Romeo & Giulietta, invece, riesce a conquistare il pubblico perché è autentico."

Alla regia ed alla direzione artistica uno dei registi, coreografi e ballerini più prolifici ed eclettici della scena internazionale, con una carriera ventennale: Giuliano Peparini. 
Nella sua carriera Peparini è stato spesso ispirato da Shakespeare "...Romeo & Giulietta è lo spettacolo al quale sono più affezionato, amo Shakespeare da sempre e questa tragedia è costantemente fonte di ispirazione per me...riscrivere e creare questo spettacolo è stato un enorme piacere ed al tempo stesso un dolore immenso perché non sono mai riuscito a staccarmi da questa opera drammatica dall'epilogo doloroso. Ho pianto, ho riso, mi sono arrabbiato ma ho amato. Ho tanto amato svegliarmi ogni mattina e ritrovare gli artisti con e per i quali ho creato questa storia che non morirà mai..."

La versione italiana del musical è a cura dell'affermato autore Vincenzo Incenzo il quale ha scelto di mantenere la struttura drammatica originaria dell'opera ma ponendo al centro le emozioni dei personaggi.
"...impossibile resistere al profumo di Shakespeare, ed irresistibile è la tentazione di proporre a Romeo & Giulietta un vestito sempre nuovo....lo spettacolo attraverso le sue liriche, le sue scene ed i suoi attori è un inno alla bellezza ed alla differenza..." asserisce Incenzo.

45 artisti sul palco, oltre 30 ballerini ed acrobati che indosseranno oltre 200 costumi disegnati da Olivier, 55 persone di produzione tra cui 35 solo di equipe tecnica, un allestimento scenico di circa 550 mq tra palco ed aree tecniche e di backstage.
Romeo & Giulietta la storia d'amore più popolare di ogni tempo, un kolossal, con le sue musiche e le sue magiche atmosfere continuerà ad incantare il pubblico.

sabato, luglio 14, 2018

Ministri + The Hives Rugby Sound Festival


Venerdì scorso, 6 Luglio, ho avuto la possibilità di assistere ad un concerto Rock dal vivo in occasione del Rugby Sound Festival al Castello di Legnano.

Quella sera si sarebbero esibiti come band principale la band svedese The Hives e come opening show I Ministri.

Il palco mi colpisce subito positivamente: spazio grande, schermi giganti laterali e soprattutto un impianto ai livelli dei festival live più famosi.

Dopo aver deliziato lo stomaco con il classico panino e salamella innaffiati da una bella birra, io e i miei colleghi del blog Dreamkoma, attorniati da non più di un migliaio di anime veniamo travolti dalle prime note dei Ministri con il loro ultimo singolo IDIOTI.



Colpevolmente conoscevo poco questa band italiana: sono un gruppo alternative rock formatosi nel 2003, i tre componenti principali, Federico Dragogna (paroliere, chitarra e cori), Davide Autelitano, detto "Divi" (voce e basso) e Michele Esposito (batteria), si conoscono fin dai tempi della scuola e dopo anni di gavetta riescono ad imporre la loro identità grazie agli ultimi due album: Tempi Bui e i soldi sono finiti.

Si capisce subito però che il loro pane è la performance live; grazie ad un buon livello di suoni, la cassa batteria con un bellissimo e potente "pitch" ma il livello della voce forse un po' troppo basso, i ragazzi dimostrano subito che non sono venuti a fare gli sparring partners di nessuno.

Poco più di un'ora di concerto dove le canzoni scorrono via benissimo e mi colpiscono piacevolmente nonostante non conoscessi gran parte del loro repertorio. E questo grazie ad un impatto sonoro potente, supportato da due ulteriori chitarristi, ed ad una buonissima tecnica dei musicisti; certo il genere dal punto di vista musicale è abbastanza limitante: zero dinamiche, nessun assolo, pochi strumenti ecc. tutte caratteristiche che alla fine fanno sembrare molti pezzi uguali agli altri; tuttavia è indubbio che questa band ha delle ottime qualità e di sicuro li terrò d'occhio magari replicando qualche live in futuro.



Dopo l'opening show, e dopo circa 40 minuti fisiologici di cambio palco e soundcheck, ecco salire gli svedesi The Hives, che a detta dei Ministri sono stati ispiratori tra gli altri della band italiana. Con queste prerogative la mia aspettativa era molto alta e forse per questo alla fine sono rimasto alquanto deluso dalla loro performance per vari aspetti che adesso cercherò di spiegarvi.

Ma prima due parole sulla band: sono in tutto 5 musicisti:

- Pelle Almqvist - Voce
- Chris Dangerous - Batteria
- Vigilante Clastroem - Chitarra
- Nikolaus Arson- Chitarra
- Dr. Matt Destruction  - Basso

si formano nel 1993 ed hanno all'attivo 5 album di genere prettamente Garage Punk.

Sul palco la band si muove molto bene, il leader Pelle Almqvist sa come portare il pubblico dalla sua parte muovendosi come un forsennato, creando non pochi problemi agli uomini di palco occupati a districare il filo del microfono che sistematicamente si impigliava in qualche ampli o strumentazione varia, e interagendo con loro. E' forse questo il primo aspetto che non mi è piaciuto: l'ossessione di uno straniero di ripetere fino allo sfinimento e a caso le tre parole in italiano che ha imparato: "grazie mile mile grazie, signori, signore".

Inoltre l'impatto sonoro, soprattutto in comparazione con i Ministri, è molto scarno e senza quelle caratteristiche che questo tipo di genere deve avere. Questo lo si può attribuire anche ad una tecnica dello strumento non eccelsa soprattutto nel mio bersaglio preferito, il batterista: la poca tecnica base nell'uso delle mani lo porta ad usare molto gli avambracci con il risultato di avere un suono poco fluido e soprattutto un eccessivo dispendio di energie. Dopo pochi brani infatti Chris Dangerous era sudato come un maratoneta all'ultimo kilometro e alla fine del concerto sicuramente sarà stato costretto a mettere le braccia dentro il ghiaccio per lo sforzo.

Complice anche la lingua inglese, che personalmente non mi porta immediatamente ad una comprensione completa del testo, la mia sensazione del "tutto uguale" tra un brano è l'altro è stata ulteriormente marcata portandomi alla noia; infatti non vi nascondo di aver levato le tende dopo circa un ora e mezza della loro performance nonostante non averresero ancora finito.

Insomma concludendo una serata tutto sommato piacevole e positiva, se dovessi fare il pagellone direi:

- MINISTRI: VOTO    7/8
- THE HIVES: VOTO 6

Almeno dal punto di vista musicale venerdì scorso La Svezia è uscita sconfitta sul campo.

IL DOGUI

mercoledì, luglio 11, 2018

Origine del nome dei gruppi - DEPECHE MODE






Nel 1976, Vince Clarke, Mark Pex e Andrew Fletcher formano una band che risponde al nome di No Romance in China, senza però ottenere molto successo. Di conseguenza, nel 1979, Vince fonda un nuovo gruppo insieme a Martin Lee Gore, leader di un'altra band underground, i Norman and the Worms. La nuova formazione viene dapprima battezzata French Look, e poi rinominata Composition of Sound, quando anche Andrew si unisce ai due. Però, manca ancora un vero cantante, e così, quando nel 1980 Vince sente l'allora sconosciuto David Gahan cantare una reinterpretazione di Heroes di David Bowie in un locale, gli propone di unirsi alla formazione. David Gahan (per tutti, Dave Gahan) accetta. Dietro suggerimento del nuovo arrivato, la band cambia ancora una volta nome, assumendo quello definitivo di Depeche Mode, tratto da un'omonima rivista di moda francese dell'epoca (Dépêche mode) , che può essere tradotto come gazzettino di moda, ma che viene spesso erroneamente tradotto come moda passeggera, moda veloce, moda pronta oppure nuova moda, a causa della confusione della parola francese dépêche col verbo se dépêcher (spicciarsi o sbrigarsi).

sabato, luglio 07, 2018

L’importanza del turnista per un artista



Il turnista (anche detto session man) è un musicista assunto per suonare per un determinato progetto musicale oppure, su commissione, in appoggio ad un artista singolo o ad un gruppo musicale di cui non è membro stabile. Si tratta di artisti a cui è richiesto un alto grado di affidabilità e adattabilitá per quanto riguarda lo stile ed il repertorio.

Capita spesso che il singolo artista, trovandosi bene con un turnista, lo scelga per più progetti musicali o addirittura per tutta la carriera trasformandolo di fatto in un membro fisso del gruppo. 

Ed è in questi casi che, crescendo l’empatia e  l’esperienza con l’artista, il session man e il suo strumento diventano un elemento fondamentale e identificativo del solista stesso. 

Per fare un esempio abbiamo artisti come Bruce Springsteen accompagnato da anni dalla celebre E Street band, oppure Phil Collis che dall’inizio della sua carriera da single si è affidato al trio Leland Sklar al basso, Chester Thompson alla batteria e Daryl Stuermer alla chitarra solista; ma se guardiamo in casa nostra abbiamo un perfetto esempio con Vasco Rossi affiancato da anni da Maurizio Solieri e Steve Burns alle chitarre e Claudio Golinelli al basso.

Tutti questi musicisti hanno contribuito in modo significativo al successo dell’artista, ogni canzone, ogni album ed ogni live con altri componenti non sarebbe stato la stessa cosa, certo in alcuni casi l’incidenza è maggiore che in altri, ma in ogni caso rappresentano un tesoro prezioso per il solista.

A proposito di questo volevo parlarvi di un musicista e session man che fino a poco tempo fa ignoravo oscurato ai molti dal Mito che per tutta la sua carriera ha accompagnato. Il suo nome è Johnatan Moffet e per tutta la sua carriera artistica è stato il batterista ufficiale di Michael Jackson.

In realtà Moffett ha nella sua carriera collaborato saltuariamente anche con altri grandi artisti del calibro di Lionel Richie, Madonna, George Michael e anche dal 1998 al 2001 con Vasco Rossi; in ogni caso l’esperienza più duratura e importante, addirittura a partire dal 1979 con i Jackson five, l’ha avuta proprio con Michael. 

Anche se condividiamo lo stesso strumento, non ho scelto lui in quanto batterista ma perchè penso che sia un esempio lampante di come il suo modo di suonare sia stato una delle caratteristiche identificative della musica di Jackson. 

A supporto di questo vi consiglio di andare su youtube e cercarvi le sue performance registrate per un sito di batteristi chiamato DRUMEO, di cui io sono un attento e appassionato spettatore; in queste session Moffet suona i brani più famosi come Smooth Criminal, Beat it, Jam ecc. e lo fa con una precisione e dovizia che in un attimo ti catapulta all’interno del brano. In realtà quello che balza all’occhio non è una bravura o tecnica eccelsa, ma dalle prime battute riesci a capire quanto lui possa aver contribuito alla buona riuscita del pezzo, soprattutto in un artista dove la parte ritmica era fondamentale. Ed ecco che, addentrandosi nel tecnico, un banale 4/4 suonato con quel suono e con la sua tecnica ti riporta immediatamente a quando hai sentito per la prima volta quel brano distogliendo per un attimo l’attenzione alla vove di Michael e, nel caso di Beat it, al solo del grande Van halen. Insomma quando un musicista riesce a fare questo è sicuramente da lodare e da ammirare al di là di tutto. 

Sicuramente ce ne saranno altri identificativi e riconoscibili come lui...e non è detto che li analizzeró, se vi fa piacere, in qualche post futuro.

Ecco alcuni link per sentire Moffet:

IL DOGUI


mercoledì, luglio 04, 2018

Origine del nome del gruppo - GOO GOO DOLLS

La formazione originale della band comprendeva Johnny Rzeznik (chitarra, voce), Robby Takac (basso, voce) e George Tutuska (batteria,percussioni).
Takac e Tutuska erano stati amici di vecchia data a scuola e hanno incontrato Rzeznik mentre suonava nella band The Beaumonts con il cugino di Takac,
Paul Takac e il caro amico Michael Harvey che è stato l'ispirazione per la band.Il trio ha scelto il loro nome da un annuncio di True Detective per un giocattolo chiamato Goo Goo Doll, una bambola che faceva "goo goo" quando veniva messa a testa in giù."Eravamo giovani e noi eravamo una band che suonava solo nel garage di casa che non cercava di ottenere un accordo con le case discografiche, avevamo un concerto quella sera e avevamo bisogno di un nome: è il migliore che abbiamo trovato, e per qualche strano motivo è rimasto quello per sempre . Se avessi avuto altri cinque minuti,avrei scelto un nome migliore ", dichiarò John.
Altre fonti dicono invece che quando si chiamavano Sex Maggots (letteralmente "vermi del sesso") i giornali locali si rifiutavano di pubblicare articoli su di loro quindi Jonny Rzeznik (cantante) trovò su una rivista la pubblicità di una bambola che faceva "goo goo" quando veniva messa a testa in giù.

lunedì, luglio 02, 2018

Ed a grande richiesta...Mamma Mia! Il Musical

Oggi parliamo di un musical acclamatissimo, con sold out in ogni teatro dove è andato in scena, con più di 200 mila spettatori in 110 repliche e che si avvia ad essere il più visto degli ultimi 10 anni: MAMMA MIA!
Mamma Mia! è uno di quei musical che si sogna un po' tutta la vita, soprattutto per chi è cresciuto sulle note degli Abba, è uno spettacolo super femminista in cui le donne sono le vincitrici assolute. Una favola in cui a vincere è l'Amore con la A maiuscola, quello di una figlia per il proprio padre e l'ineguagliabile amore di Mamma.
La storia al centro della commedia musicale brilla per romanticismo e divertimento, ironia e delicatezza, dove il protagonista è l'amore maturo accanto a quello giovanile. 
Tra le bellezze di un'isoletta greca del Mar Mediterraneo la giovane Sofia sta organizzando il suo matrimonio. Ma prima di vivere il suo sogno d'amore, fa di tutto per realizzare il suo più grande desiderio: essere accompagnata all'altare dal padre che non ha mai conosciuto prima. Per questo, di nascosto, chiama sull'isola i tre fidanzati storici di sua madre per scoprire chi di loro è l'uomo giusto.

Il successo di questa nuova ed incredibile produzione? 
Una scena più ricca e spettacolare, grandissime sorprese offerte dalla nuova ambientazione, che lascia a bocca aperta gli spettatori grazie ad un pontile sospeso su vera acqua di mare, con una barca ormeggiata ed un vero bagnasciuga.
Un team esclusivamente italiano, che ha realizzato tutto lo spettacolo traducendo integralmente i dialoghi e le canzoni degli Abba che torneranno a suonare grazie ad un'orchestra dal vivo.
Un cast di attori amatissimi dal grande pubblico: Luca Ward, Paolo Conticini e Sergio Muniz per i protagonisti maschili e Sabrina Marciano ed Eleonora Facchini per le protagoniste femminili.

Si partirà il 29 Settembre 2018 presso l'Arena di Verona fino ad arrivare...almeno per il momento al 9 e 10 marzo 2019 a Bari al Teatro Team.

sabato, giugno 30, 2018

Le regole di buona condotta di un pubblico non pagante


I locali che fanno musica dal vivo, dal punto di vista del musicista, non sono mai abbastanza...nella zona di Milano e hinterland, ci sono sedi storiche e inaccessibili ai molti....non solo per qualità musicali ma anche per ignote ragioni "politiche", e poi esistono tante piccole realtà che nonostante le numerose difficoltà (SIAE, volumi e vicinato, problemi logistici) vanno avanti con passione proponendo un calendario di band e di generi eterogeneo per la gioia di un pubblico che abbia voglia una sera di deliziare, molto spesso a poco prezzo o  gratis, i padiglioni auricolari con della sana MUSICA.

Ma visto che sono in prima persona coinvolto in questo mondo come musicista vorrei dare a voi pubblico qualche piccolo suggerimento, semiserio, di buona condotta che una persona dovrebbe adottare se assiste ad un concerto di questo tipo. Attenzione, nessuno vuole imporre niente..sia ben chiaro..però sappiate che il vostro comportamento sia in positivo che in negativo influenza la buona riuscita di una serata, anche la performance di ogni musicista:

1) Informati prima se il locale dove prevedi di andare quella sera avrà una band dal vivo e soprattutto che genere o che musica propone, se vuoi una serata romantica parlando sottovoce con la tua lei/lui o se non ti piace il genere proposto cambia locale.

2) La zona palco è sacra, prima del concerto è preferibile non salire mai o non avvicinarsi agli strumenti...se per caso prendi dentro un cavo o fai cadere una chitarra potresti provocare degli infarti fulminanti ai musicisti.

3) La performance di una band dal vivo non è la trasmissione radiofonica "Disco richiesta", tutti hanno già una scaletta definita....e al 90% non accontenteranno mai il tipo di turno che si avvicina e chiede un brano particolare..

4) Quando finiamo di suonare molto spesso ci chiedono di liberare il palco il prima possibile, e la maggior parte delle volte il percorso per arrivare alla macchina con gli strumenti, dopo lo smontaggio, ci obbliga a passare in mezzo a tavoli e sedie, non fate lo sguardo scocciato se inavvertitamente con una cassa da 10KG vi prendo dentro.....

5) non ti piace la musica o la band? fai comunque un applauso alla fine di ogni brano, a te non costa niente ma per i musicisti è una carica di stima, se poi proprio non li sopporti cambia locale.

6) ancora peggio della 5, ti piace la musica o la band che suona? fai un bell'applauso alla fine di ogni brano, la performance ne guadagnerà perchè i musicisti saranno ancora più carichi. Se c'è una cosa che odio è il pubblico che non fa un applauso per tutta la serata poi a fine performance si avvicina e dice "però, siete stati veramente bravi"...ma cavoli..fammelo sapere prima no...

7) non avvicinatevi durante il concerto a dire al primo musicista accessibile " le voci non si sentono, la chitarra è troppo alta di volume" a parte che è una cosa soggettiva e poi la maggior parte delle volte c'è un tecnico audio che si occupa dei suoni....vallo a dire a lui al massimo..ma non a chi suona che non ha i poteri per correggere la cosa.

8) In alcuni brani capita che ci siano delle introduzioni strumentali..magari di atmosfera o delicate...non approfittate di quel periodo di calma per sbraitare con gli amici al tavolo...quell'assolo fa già parte del brano in esecuzione...un po' di rispetto....

9) E' buona regola non sedersi mai davanti o vicino alla cassa acustica...se il locale è molto lungo dobbiamo assicurarci che il suono arrivi fino in fondo...e va da sè che il volume a 10 centimetri dalla cassa sarà a livello di sanguinamento delle orecchie.

10) Ricorda che la maggior parte delle volte veniamo pagati una miseria....siamo lì dalle quattro del pomeriggio a montare e finiremo alle 2 del mattino...certo ci guida la passione e non ci stancheremo mai di farlo....ma avere un pubblico partecipe e caloroso ci fa dimenticare tutti i sacrifici.

Quindi la prossima volta che andrai a vedere un live, ovviamente di non professionisti, ricorda questo decalogo...anche se rispetterai solo alcune norme ogni musicista te ne sarà riconoscente....

IL DOGUI



sabato, giugno 23, 2018

RIP Vinnie

Un pensiero a chi scrive la storia della musica dalla redazione di Dreamkoma....RIP Vinnie

mercoledì, giugno 20, 2018

L'origine dei nomi dei gruppi - SOUNDGARDEN



Da dove derivano i nomi dei più famosi gruppi rock della storia ? Da una visione mistica, da un ricordo, dalla casualità o solo dalla fantasia del frontman o del fondatore del gruppo ? Nel caso della band di Seattle dal nome di una delle 6 sculture pubbliche ospitate dal National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) campus, denominata appunto Sound Garden dal suo autore, Douglas Hallis. La scultura adiacente al Magnuson Park di Seattle è composta da dodici tubi simili a canne d'organo alti oltre sei metri e produce con il vento un suono rude e sordo ed affascinava un giovane Chris Cornell nei suoi pomeriggi passati a zonzo per Seattle mentre ricercava l'ispirazione giusta per le sue ballate.
Con la scomparsa del frontman del gruppo, il 18 maggio 2017, i fan hanno trasformato il parco in un improvvisato memoriale, lasciando ai piedi del Sound Garden fiori e album in vinile per omaggiare uno dei nuovi eroi del rock. 

lunedì, giugno 18, 2018

A 9 anni dal debutto, We Will Rock You

A circa 9 anni dal debutto del 2009, dopo i grandi successi, dopo essere stato definito uno degli show più rappresentati al mondo e dopo essere entrato nella Top 10 degli show più longevi nella storia del Wets End, We Will Rock You è pronto a tornare nei teatri italiani riportando in scena i più grandi successi dei Queen
Non si tratterà di una replica del precedente spettacolo ma di un nuovo ed inedito show con  una produzione nuova, completamente originale sia nella regia, sia nella scenografia che nelle coreografie.
Lo spettacolo è stato prodotto da Ben Elton in collaborazione con Roger Taylor e Brian May ed ha debuttato al Dominion Theater di Londra il 12 maggio 2002, mentre ha debuttato in Italia il 4 dicembre del 2009 all'Allianz Teatro di Milano, riscuotendo anche nel nostro paese un grande successo di pubblico. A decretare una tale accoglienza la scelta, forse un po' azzardata ma condivisa dai Queen stessi, di mantenere le canzoni in inglese (tranne due)e di tradurre e riadattare solo i dialoghi.
Storia, personaggi e le musiche originali, che verranno eseguite dal vivo, saranno mantenute, ma il musical avrà una concezione appositamente concepita per il nostro paese da Claudio Trotta. 
La nuova produzione punterà a sottolineare l'aspetto politico, attuale e visionario dello show e con grande lungimiranza ha ipotizzato, in un futuro dove il rock viene bandito, una società vittima della globalizzazione più totale e alla mercè di una multinazionale che controlla non solo la musica ma la vita dei singoli individui.

Bologna (dal 7 al 9 Dicembre 2018)
Montecatini (22 Dicembre 2018)
Bergamo (18 Gennaio 2019)
Milano (dal 1 al 17 Febbraio 2019)
Genova (dal 21 al 23 Febbraio 2019)
Reggio Calabria (8 Marzo 2019)
Catanzaro (9 Marzo 2019)
Bari (16 e 17 Marzo 2019)
Firenze (dal 22 al 24 Marzo 2019)

sabato, giugno 16, 2018

L'agghiacciante fenomeno YOUNG SIGNORINO


Quando approccio un genere musicale o un nuovo artista cerco sempre di valutarlo, secondo i miei parametri, in maniera imparziale....cercando di capire del perché sta facendo successo e perché piace alla gente. In alcuni casi ci sono delle qualità nell'ambito musicale a discapito del testo, in altre la scrittura è più efficace della capacità musicale....in ogni caso, alcune volte di più e in altre di meno, ho trovato quasi sempre una qualità che ne giustificasse il successo. Ecco tutto questo è stato spazzato via quando ho tentato di capire il "fenomeno" Young Signorino.

Diamo giusto prima due o tre numeri che ci aiutino nel capire meglio la questione: Questo ragazzino con un solo "brano" dal titolo "Mmh ha ha ha" ha totalizzato circa 17.000.000, si avete capito bene dicassettemilioni, di visualizzazioni su youtube e con altri due ha totalizzato circa 6 milioni di visualizzazioni ciascuno...per avere un ordine di grandezza è il doppio degli abitanti di New York.

Ora di fronte a questi numeri ci si deve per forza interrogare sul perché, e quindi per prima cosa sono andato ad ascoltare i brani per capire se c'era qualche qualità artistica.....zero assoluto; questo tipo non ha doti canore...non suona nessuno strumento...non scrive i testi perché testi non ce ne sono e quindi non c'è il minimo appiglio a cui aggrapparsi. Quindi bisogna per forza analizzare la cosa da un altro lato e cioè quello del fenomeno studiato a tavolino...e qui vengono i dolori.

Se io mi svegliassi la mattina e pensassi di lanciare un fenomeno levando la qualsivoglia caratteristica che un artista musicale deve avere mi prenderebbero tutti per scemo, sarebbe più credibile che mi candidassi come nuovo attaccante dell'inter, e chi conosce le mie "doti" calcistiche sa che è quanto di più fantasioso ci possa essere; e allora dove sta il problema...purtroppo il problema siamo noi.

Facendo una tara e togliendo 5.000.000 di visualizzazioni date dalla curiosità rimane comunque un grosso numero di utenti che segue questa persona e chi ha studiato la cosa a tavolino ha colto questo tipo di "disagio" e cioè che molti non sentono più il bisogno di ascoltare musica..ma usano un rumore come colonna sonora della giornata per svariate ragioni; e credetemi questa cosa è per me assurda.

Poi è chiaro che devi condire il tutto con altre chicche; nelle interviste lui sostiene di essere il figlio di Satana, e lo afferma convinto, la sua faccia tatuata è paragonabile a un foglio di appunti di un bambino delle elementari ecc. ecc. ma rimane comunque preoccupante che un prodotto del genere abbia successo.

Sono sicuro, o più che altro lo spero, che sia solo un fuoco di paglia e tra poco tempo non sentiremo più parlare di lui ma rimane in ogni caso un esperimento riuscito e di successo per chi l'ha pensato e uno schiaffo alla nostra cultura e intelligenza per chi l'ha subito. Mi va bene che ascoltiate di tutto, dal liscio al folk bavarese passando per il neo melodico napoletano....l'importante è che non perdiate mai di vista il fatto che per fare musica bisogna emettere delle note in sequenza, con regole ben precise...tutto il resto è niente.

IL DOGUI

mercoledì, giugno 13, 2018

RISVEGLIO MUSCOLARE A SUON DI ROCK







Come ogni sabato mattina la sveglia suona presto....molto presto per i miei standard e ci si dirige in radio, precisamente a RADIO PUNTO a San Vittore Olona ( MI ), con la voglia di mettersi alla prova e di trasmettere la miglior colonna sonora rock per il vostro risveglio mi siedo davanti al microfono ed alla regia e la tensione sale.
Si perchè sarai pur da solo in una stanzina ma ti immagini i radioascoltatori che indaffarati nella loro spesa settimanale al supermercato, od intenti nelle pulizie domestiche oppure in preda a stati di sonno post venerdì con la sola voglia di bere un buon caffè, ti mettono alla prova, ti ascoltano e vogliono essere coccolati, ascoltati, partecipi della tua trasmissione.
Succede sempre così, anche a me, durante le mie lunghe giornate passate in auto quando ascolto la radio penso che quella canzone o che quella voce sia lì per me, per farmi pensare, ridere, entusiasmare o solo per svagarmi. E' la stessa sensazione che provi quando hai in mente un ritornello, una strofa e poi, quasi per magia, la senti risuonare nel tuo stereo.....sarà la teoria dell'attrazione...sarà fortuna.....sarà casualità....non so ma sicuramente è per te ...e ne sei fiero.
Tutto questo provo quando leggo il countdown in regia e poi viaaaaaaaa si parte......cerco di trasmettere le emozioni che provo e quelle che mi fate provare voi.....
Questo sabato saranno emozioni fortissime.......dalle ore 10 fino alle 12 su RADIO PUNTO ( FM 88,15 oppure sul canale 861 DTV oppure via web scaricando le app per android ed apple )

sabato, giugno 09, 2018

Evergreen - il nuovo Album di Calcutta


Dopo l'album di esordio Mainstream, che gli ha permesso di farsi conoscere al grande pubblico, Edoardo D'Erme, in arte Calcutta, esce con il suo secondo progetto Evergreen e lo fa con il suo solito stile che lo contraddistingue....in punta di piedi.

Calcutta è sicuramente uno degli esponenti più interessanti della nuova ondata del genere Indie Rock: sonorità basiche, pochi strumenti registrati e testi "espliciti", termine riportato da Spotify per identificare una canzone con linguaggi volgari o scurrili; ecco se aprite il suo album su Spotify vicino ad ogni canzone c'è il termine "esplicita".

Ed è proprio la forma di scrittura che mi colpisce in lui; basta con le canzoni d'amore infarcite di frasi da "baci perugina" o da frasi per dire e non dire.....bisogna secondo me avvicinarsi di più a quella che è la realtà di tutti i giorni...a come si esprimono e vivono le storie d'amore i giovani di oggi.
E allora preferisco frasi come "Tutte le strade mi portano alle tue mutande" del brano "Orgasmo" perchè tanto alla fine gira e rigira si arriva sempre lì...allora perchè non essere diretti fin da subito..no?

10 brani in tutto nell'abum, in realtà nove perchè la traccia numero 6 intitolata Dateo è un brano di pochi secondi strumentale, che scorrono molto bene; diretti e facili da capire sia come suono che come testo...sono tutti brani che non hanno bisogno del continuo ascolto per arrivare sia in positivo che in negativo.

Questa la tracklist:

- Briciole
- Paracetamolo
- Pesto
- Kiwi
- Saliva
- Dateo
- Hubner
- Nuda Nudissima
- Rai
- Orgasmo

La prima cosa che viene in mente quando si leggono i titoli dei brani è "ma che cavolo di titoli sono?". E su questo tema c'è un divertente aneddoto raccontato da Calcutta in un'intervista radiofonica: di solito quando si registrano i brani in sala di registrazione, si attribuisce ad ogni traccia salvata sul computer un nome utile solo a ricordare al tecnico o all'artista il brano registrato...successivamente in post produzione e al momento dell'invio alla casa discografica quei nomi vengono modificati con il titolo definitivo. Ecco quest'ultimo passaggio, o per pigrizia o per disattenzione, non è stato fatto e quindi la casa discografica si è vista arrivare i nomi originali e poi non c'è stato più tempo di modificarli...il risultato è una serie di titoli assurdi e al tempo stesso originali che forse hanno contribuito a rendere più "personaggio" l'artista.

Un'altra cosa curiosa è la scelta delle location per la promozione del disco. Di solito gli artisti scelgono negozi di musica tipo "Feltrinelli" o altri per il lancio del disco; Calcutta invece in  questi giorni la promozione la sta facendo in tutta italia negli Autogrill delle autostrade; potrebbe capitare quindi che tra un Camogli e una Rustichella vi imbattiate in una sua performance live chitarra e voce, e questo non c'è che dire è una trovata geniale.

Concludendo è un album che vi consiglio, che magari non apprezzerete nella sua interezza ma che sicuramente vi colpirà per alcune sue caratteristiche originali, in ogni caso penso che a questa nuova corrente di artisti come Calcutta gli vada riconosciuto il giusto spazio in questo periodo di desolazione musicale.

IL DOGUI


lunedì, giugno 04, 2018

Daniele, un sogno diventa realtà...

Segnatevi questa data: Napoli 7 dicembre 2018. Sarà la prima del musical che racchiuderà la musica di Pino Daniele in un tour che girerà per tutta Italia nel 2019. La maestria di Daniele verrà portata in scena nei più prestigiosi teatri d'Italia con il nome di "Musicanti".
Il musical è legato ad un grande nome della musica, quello di Fabio Massimo Colanti, uno tra i più stretti collaboratori del bluesman partenopeo, con il quale cominciò a collaborare nel 1996 e la sua firma nella sua lunga carriera è stata praticamente costante in tutti i dischi. Dopo la sua scomparsa ne ha rilevato lo studio romano in Piazza Mazzini, ed ha provato a rimettere in ordine la sua vita, artistica e privata, così colpita dalla scomparsa del grande maestro, e così si è armato di tempo e coraggio e si è gettato in un lavoro da far tremare i polsi: portare appunto le canzoni di Pino a teatro.
"Il progetto - afferma Colasanti- nasce dal mio bisogno di colmare il vuoto artistico e personale che ha lasciato la prematura scomparsa di Pino. Dalla scelta dei brani è scaturito il mio primo dilemma. Altrettanto impegnativo per me è stato raccontare Pino e la sua musica senza di lui, senza averlo accanto. Musicanti è un'opera emotivamente avvincente e appassionante."
I ruoli saranno affidati ad attori che sapranno cantare, non grandi voci, ma artisti capaci di portare in scena recitando e cantando le storie di Daniele e della sua città. Verranno utilizzati gli arrangiamenti originali, in scena sarà presente James Senese con il suo sax, Tony Esposito con i suoi tamburi, purtroppo De Piscopo non riuscirà a seguire tutta la tournée, quindi in sua sostituzione ci sarà Alfredo Golino, per lui comunque le porte saranno sempre aperte, ogni sera, per la scena della jam session, arriverà quando vuole, per lui una seconda batteria sarà sempre a disposizione.
Lo show racconta la storia di Antonio, un uomo che torna a Napoli dopo 25 anni, dopo averla lasciata da bambino, alla morte della madre. Detesta questa città, ma ha ricevuto un lascito testamentario dal padre, che gli affida uno storico locale del porto...basta, non sveliamo altro, non vediamo solo l'ora di poter rivivere le emozioni e la passione che il grande bluesman ci ha regalato durante la sua sfolgorante carriera.

Bologna 19-20 gennaio 2019
Padova 25-26 gennaio 2019
Firenze 14-15 febbraio 2019
Torino 23-24 febbraio 2009
Milano dal 7 al 17 marzo 2019
Roma dal 7 al 12 maggio 2019

lunedì, maggio 28, 2018

Oggi parleremo di un' anticipazione nonché di una gradita sorpresa per tutti i fans di un'icona metal, uno dei maestri del genere che è entrato a far parte di diritto dell'olimpo dei cantanti metal di sempre posizionandosi nel 2006 al 16° posto nella classifica stilata da Hit Parader: Jonathan Houseman Davis.
Davis è diventato famoso per aver fatto parte dei Korn, gruppo musicale iniziatore del genere Nu Metal insieme ai Deftones. Dopo essere stato leader del gruppo dal 1994 al 2016, dopo aver pubblicato ben 12 album e dopo aver venduto più di 30 milioni di copie di dischi, ha annunciato il suo debutto da solista durante una chiaccherata facebook con i suoi fans.
I Korn sono di fatto stati messi in stand-by e Davis si è dedicato anima e corpo allo sviluppo del suo personale progettto: 
"I Korn si prenderanno un po' di vacanza il prossimo anno, così io avrò un po' di tempo per lavorare sulla mia roba".
"Me lo stanno chiedendo in tanti: il mio disco solista arriverà la prossima estate, alla fine sono riuscito a finirlo: ho iniziato nel 2008, quindi sono dieci anni che ci sto lavorando. Sono molto eccitato."
Non mancherà di certo il tour che vedrà protagoniste anche alcune città italiane come Firenze e con il il Firenze Rocks.
Ma i fans più accaniti si staranno chiedendo...ma qual' è la sorpresa in tutto questo??
Davis, nella sua lista di cose da fare nella sua vita, ha progetti molto ambiziosi, tra i quali ha rivelato di voler scrivere un musical con colonna sonora Metal, novità assoluta per il genere teatrale:
"Molto tempo fa stavo parlando con Clive Barker di un musical dark, ma non se ne è fatto niente" ha dichiarato Davis" - "E' decisamente sulla mia lista delle cose da fare, ma sarebbe davvero un dark Metal musical, non certo una cosa stupida!".
Caro Davis, siamo tutti ansiosi di goderci il tuo futuro progetto, sicuramente un progetto ambizioso fuori dagli schemi, non di facile produzione ma da uno così...possiamo aspettarci di tutto.
Stay Tuned!

venerdì, maggio 25, 2018

Cervello e Musica



L'emozioni causate dalla musica sono dovute nient’altro che ad un rilascio di dopamina nel cervello. Che cos'è la dopamina? E’ l’ormone del piacere, associato anche all'atto del cibarsi, del dissetarsi e al mondo della sessualità. Avete presente quei deliziosi brividi che avete quando il vostro pezzo preferito di musica raggiunge il suo apice? Di fatto la musica fa da sottofondo nella nostra vita, si tratta di un’arte che da piacere, stimola i ricordi e ci fa condividere emozioni. 
Gli stimoli dovuti a questi elementi dipendono da un circuito cerebrale sottocorticale del sistema limbico che gestiscono le risposte fisiologiche agli stimoli emotivi. L’aspetto curioso è che da studi scientifici pare che gli stimoli emotivi legati a musica, cibo, sesso e aggiungiamo anche droghe attivino tutti un sistema in comune.
In una serie di esperimenti pubblicati su Nature Neuroscience, i ricercatori hanno determinato che la musica provoca delle vere e proprie inondazioni di dopamina negli amanti della musica. Questo spiega perché gli adolescenti sono così appassionati della loro musica? Perché i fan dei Grateful Dead continuano a seguire la band di città in città? Perché un appassionato di opera vedrà infinite volte l’Aida? Sembra che la scienza vada in quella direzione. Salimpoor ed i suoi colleghi hanno concluso: “Se gli stati emotivi indotti dalla musica possono portare al rilascio di dopamina, come i nostri risultati indicano, si può cominciare a spiegare perché le esperienze musicali sono così valutate. 

Questi ulteriori risultati spiegherebbero anche perché la musica viene utilizzata efficacemente in rituali, dal marketing o nei film per manipolare gli stati edonistici. I nostri risultati forniscono la prova neurochimica che intense risposte emotive alla musica coinvolgono i circuiti di ricompensa e servono come punto di partenza per indagini più dettagliate degli substrati biologici che sono alla base delle forme astratte di piacere “.

mercoledì, maggio 23, 2018

Protezione Solare







Siamo pronti alla prima tintarella ?? Già vi vedo....dopo 2 ore di macchina, tra l'altro passate in coda, finalmente dall'autostrada vedi il mare....chiudi gli occhi e ti vedi già sdraiato sotto l'ombrellone sul lettino....giornale o libro sottobraccio e poi non manca più niente per godersi una giornata di tranquillo relax....sicuri ??? non manca proprio nulla ?? Ma certo che ci manca qualcosa....la musica da ascoltare con le cuffiette....da poter canticchiare in inglese maccheronico sottovoce senza farti sentire dal vicino....ma cosa ci ascoltiamo ????
Ci aiuta il nostro dottore preferito....Mr. Massimo Cotto che per una perfetta protezione solare ci consiglia :


  • Kings Of Leon - Find Me
  • Simple Minds - Alive and Kicking
  • Eddie Cochran - Summertime Blues
  • The Cure - Friday I'm in Love
  • AC/DC - Anything Goes
  • R.E.M. - Radio Free Europe
  • The Beatles - Across the Universe
  • The Del Fuegos - Night on the Town
  • T.REX - Children of Revolution
  • Richie Valens - La Bamba
Beh....non ci resta che sperare nelle previsioni del tempo per il prossimo weekend e poi.......SI PARTE !!!!

venerdì, maggio 18, 2018

Stage diving



Stage diving è l'atto con il quale, durante un concerto musicale (solitamente rock, soprattutto metal e punk),una persona, musicista o spettatore, si tuffa dal palco sulla folla sottostante. 
Solitamente la persona tuffatasi sulla folla viene passata poi da persona a persona nell'atto chiamato surf sul pubblico (in inglese crowd surfing). 

Molto prima che la parola fosse inventata, lo staging pubblico si svolse durante il primo concerto olandese dei Rolling Stones al Kurhaus di Scheveningen l'8 agosto 1964. 
Molti musicisti hanno fatto del palcoscenico una parte del loro spettacolo teatrale: Jim Morrison era uno dei primi interpreti noto per essere saltato tra la folla in diversi concerti; Iggy Pop è spesso accreditato per aver reso popolare la fase di stage diving nella musica rock popolare. Inizialmente visto come estremo ed aggressivo, il tuffo in palcoscenico è diventata comune nelle performance hardcore punk e trash metal. 

Rischi e incidenti.

Come si può immaginare questa pratica è certamente spettacolare, ma molto rischiosa sia per l’incolumità di chi la esegue sia per chi la subisce, il pubblico. Un esempio è quando Peter Gabriel del Genesis stage si è tuffato durante la fine della loro canzone "The Knife", atterrando sul suo piede, slogandosi così la caviglia. Il 20 agosto 2010, Charles Haddon, il cantante del gruppo inglese Ou Est Le Swimming Pool, è morto dopo una performance a Pukkelpop, in Belgio. Si è suicidato saltando da un palo delle telecomunicazioni nel parcheggio degli artisti dietro le quinte. Haddon è stato riferito di essere stato angosciato dopo aver temuto di aver ferito gravemente una giovane ragazza in precedenza dopo uno staging. 
Nel 2012, il cantante Randy Blythe della band heavy metal americana Lamb of God è stato incriminato (e poi prosciolto) da accuse di omicidio colposo in relazione alla morte di un fan nella Repubblica Ceca dopo che il tifoso è rimasto ferito dopo essere stato spinto fuori dal palco. Nel febbraio 2014, il giudice federale Jan E. DuBois ha stabilito che Fishbone doveva pagare $ 1,4 milioni a una donna che si è rotta il cranio e la clavicola durante un concerto a Philadelphia nel 2010 quando Angelo Moore si è tuffato e si è posato su di lei. Un altro incidente mortale sul palcoscenico si è verificato a maggio 2014 a New York City durante un'esibizione della band metalcore Miss May I. Sebbene il fan fosse in grado di andarsene dopo essere caduto dal palco, il concerto è stato interrotto dopo essere svenuto. Più tardi è morto in ospedale. 

10 Most Epic Stage Dives
https://www.youtube.com/watch?v=PGX2fTDQqIY

mercoledì, maggio 16, 2018

Dottore soffro di emicrania








Dottore buongiorno, soffro di emicrania .......cosa posso fare ??? Ascoltare della buona musica stando in silenzio in una stanza buia. Ma che musica ??? che brani scelgo ?? Non si preoccupi le scrivo la ricetta con tutte le canzoni da ascoltare, rigorosamente in questo ordine:


  • Bob Mould - Voices in my head - La ballata catartica che ti accompagna verso l'emicrania
  • Mike Posner - I Took a Pill in Ibiza - La sensazione di impotenza verso il dolore 
  • David Bowie - Starman  - Il genio ci viene in aiuto e ci fa volare 
  • Joni Mitchell - Circle Game - La coccola per il nostro mal di testa
  • Tom Rush - Wrong end of the rainbow - Per superare il dolore con il sorriso
  • Youssou N'Dour feat. Neneh Cherry - 7 Seconds - E la nostra mente supera il dolore e si apre
  • Natalie Merchant - Ophelia - Tante voci diverse un coro unico
  • The Velvet Underground - I'll be your Mirror - Il soave suono dell'amore
Grazie mille Dr. Massimo Cotto..........

lunedì, maggio 14, 2018

50° Anniversario per HAIR

L'atteso appuntamento con la produzione di fine anno dell'Accademia MTS Musical! The School sarà il 9 giugno 2018 alle 20.45 al Teatro Nazionale CheBanca! con il revival del Musical che più ha rappresentato il movimento hippie degli anni '60: HAIR.
Un musical che fece il suo debutto nel 1968, un musical che racconta la cultura hippie, la spontaneità ed emancipazione dalle costrizioni della vita sociale e la rivoluzione sessuale di quegli anni attraverso le vicende di un gruppo di giovani di New York che si ribellano alla guerra in Vietnam. In generale è una rappresentazione delle idee e della vita dei giovani ribelli del tempo, dalla solidarietà interraziale al pacifismo, fino all'ambientalismo.
Una caratteristica peculiare del musical è quella di aver debuttato al di fuori di Broadway e di aver suscitato parecchie polemiche per alcune scene in cui gli attori erano completamente nudi sul palco a derisione dell'America e della sua bandiera.
Hair è stato definito dalla critica il primo musical rock, ma non si può ridurre solo al rock il genere musicale della colona sonora, MacDermot ha infatti integrato diversi generi musicali che vanno dal funk allo studio di ritmi tribali della tribù africana dei Bantu chiamata Kwela. Per questa versione 2018 dello spettacolo, pensata in occasione del 50° anniversario del debutto a Broadway e forte dell'aver ottenuto i diritti per la sua rappresentazione in Italia su licenza della Tams-Witmark Music Library, si avvarrà di una band dal vivo di sette elementi, diretta dal maestro Angelo Racz, mentre le canzoni saranno tutte interpretate in lingua originale.
Il cast, scelto scrupolosamente dalla rosa degli allievi dell'accademia, è composto da ben 58 elementi.
Ricordiamo infine un'ultima curiosità: i fortunati spettatori presenti in sala il 9 giugno, per ambientarsi in una cornice tipicamente fine anni '60, dovrà presentarsi al Teatro Nuovo di Milano con un dress code in stile hippie...siete pronti??