sabato, dicembre 30, 2017

Identità Musicale: Brian Johnson - AC/DC


Ebbene si, quando si parla dello strumento chiamato "VOCE" non ci sono dubbi, il timbro più inconfondibile e originale della musica rock è senza dubbio quello di Brian Johnson.

Nato a Duston, UK, nel 1947 da padre inglese e dalla mamma originaria di Rocca di Papa, vicino Roma, Brian nei primi anni '70 comincia a cantare della band degli Geordie di Newcastle.
Con loro incide diversi singoli fino allo scioglimento nel 1978. In questo periodo Brian continuò a mantenere il lavoro al di fuori della musica; gestiva infatti una piccola impresa di riparazione tetti e parabrezza delle auto. Per tutta la sua vita i "motori" saranno la sua vera passione che ovviamente il successo degli anni successivi gli permetterà di coltivare nel migliore dei modi.

Il contatto con i fratelli Young avvenne nel 1980; in quel periodo Brian stava pensando di riformare il progetto precedente ma all'improvviso arrivò una chiamata molto importante: Gli AC/DC rimasero orfani del primo cantante Bon Scott e così decisero di organizzare un'audizione per cercare un nuovo Frontman. Quando era ancora in vita Bon Scott condivise una performance con i Geordie e rimase molto impressionato da Brian. Per questo motivo Johnson fu chiamato per provare con il gruppo. Fu feeling dalla prima nota con i fratelli Young che dopo solo due cover provate non ebbero più dubbi: Brian sarebbe stato il nuovo cantante della Band.

E mai decisione fu più azzeccata: il timbro di Brian, graffiante e tagliente come una Katana, fu il vero marchio di fabbrica della band che subito pubblicò uno degli album più importanti: Black in Black. Il fantastico suono della Gibson "diavoletto" di Angus Young, rigorosamente vestito  in uniforme scolastica, e la voce così originale di Brian furono una miscela perfetta, tanto da portare gli AC/DC nel "Gotha" della musica Hard Rock.
Anche grazie allo straordinario lavoro su questo album, Brian Johnson fu accettato subito dai fan. La sua voce era più "gridata" e acuta di quella di Bon Scott, ma aveva indubbiamente delle similitudini e parve subito adatta anche a molti brani scritti da quest'ultimo.
Ovviamente il suo modo di cantare, che lui sostiene abbia ereditato dal padre, era molto impegnativo da sostenere, soprattutto nelle performance live; per quanto naturale, il suo "graffio" va contro qualsiasi regola e tecnica vocale in tema di tenuta timbrica.
Nonostante questo Brian registra con gli AC/DC ben 12 album in studio e 2 live oltre ad un numero mostruoso di concerti in giro per il mondo.

Dopo circa 36 anni passati con la Band australiana, ne 2016 Brian viene licenziato dalla band per gravi problemi di udito; Brian si sentì tradito dagli altri componenti ma in ogni caso rilasciò una dichiarazione ufficiale nella quale sosteneva che fu lui a lasciare la band per i suoi problemi di salute. Nei mesi successivi il suo sostituto fu Axl Rose dei Guns.


venerdì, dicembre 29, 2017

La colonna del Falko: Dropkick Murphys – The Departed (2006)

Il film ‘The Departed. Il bene e il male’, gangster-movie diretto da Martin Scorsese nel 2006, che presenta un cast di tutto rispetto da Leonardo DiCaprio e Matt Damon, protagonisti della storia a Jack Nicholson e Mark Wahlberg.La colonna sonora del film è composta da brani di vari artisti come The Rolling Stones, The Beach Boys, Van Morrison, Roger Waters & The Band e i Dropkick Murphys presenti con il brano di sonorità irlandesi ‘I’m Shipping Up To Boston’.

1.Comfortably Numb – Van Morrison, Roger Waters & The Band
2. Sail On Soldier – The Beach Boys
3. Let It Loose – The Rolling Stones
4. Sweet Dreams – Patsi Cline
5. One Way Out – The Allman Brothers
6. Baby Blue – Badfinger
7. Shipping Up To Boston – Dropkick Murphys
8. Nobody But Me – The Human Beinz
9. Tweedle Dee – LaVern Baker
10. Sweet Dreams (Of You) – Patsi Cline
11. Departed Tango – Howard Shore & Marc Ribot
12. Beacon Hill – Howard Shore & Sharon Isbin

Ennesimo capolavoro di Martin Scorsese uscito nel 2006 e recitato magistralmente da Leonardo Di Caprio, Matt Damon e Robert De Niro, vede la partecipazione del gruppo celtic – punk Dropkick Murphys alla colonna sonora originale con il brano I’m shipping up to Boston che li ha resi famosi in tutto il mondo.
Indubbiamente chiunque abbia avuto modo di vedere la pellicola sarà rimasto colpito da una canzone in particolare, quella 'Comfortably Numb' che chiudeva il terzo lato del vinile di The Wall (1979)
In molti si saranno chiesti chi era l'esecutore del brano nel film ed in pochi avranno riconosciuto la voce di Van Morrison accompagnato da The Band, in una versione che fu eseguita nell'indimenticabile concerto che Roger Waters tenne a Berlino per festeggiare la caduta del muro, concerto immortalato in un doppio live pubblicato nel 1990 ed intitolato The Wall: Live In Berlin, dove in 'Comfortably Numb' Waters canta la propria parte e Morrison le parti di Gilmour.
Scorsese, classe '42, ovviamente ha infarcito il soundtrack di brani degli anni '60 e '70, tanto che, non fosse per i numerosi telefoni cellulari che compaiono anche troppo ripetutamente nel film, potremmo pensare sia stato ambientato proprio negli anni '70.
L'unica sorpresa è portata dalla presenza dei Dropkick Murphys, band celtica che produce un buon punk e che con 'I'm Shipping Up To Boston'(la storia è ambientata proprio nella capitale del Massachusetts) ha una parte cruciale nel commento sonoro del film.
Brano che li ha resi famosi in tutto il mondo.

Non va dimenticato che Martin Scorsese oltre ad essere un grande appassionato di musica ha partecipato come regista o come supervisore a molte pellicole focalizzate sugli ambienti musicali ed i suoi protagonisti.

mercoledì, dicembre 27, 2017

Capodanno Rock








Come tutti gli anni, la notte di capodanno, le piazze italiane si affollano di curiosi e fans in attesa di ballare e cantare sulle notte di moltissimi gruppi e cantanti. Ma per i nostri amici rocker anche quest'anno il Belpaese non offre moltissimo e quindi vi segnaliamo due città stupende e due eventi  da vedere assolutamente.
Il 2018 sarà accolto a Cosenza, come tradizione, da una serie di eventi, tra cui fa spicco l’ormai classico megaconcerto in piazza ad ingresso gratuito. La storica Piazza dei Bruzi, antistante il Palazzo Comunale, farà da cornice al “Capodanno Internazionale”, come è stato definito dal sindaco Mario Occhiuto che, per questa edizione, ha fortemente voluto gli Skunk Anansie, la super band britannica delle celeberrima Skin (Debora Dyer), mettendo a segno per Cosenza, ancora una volta, un evento realmente tra i più prestigiosi a livello internazionale. Previsto l’afflusso di decine di migliaia di fan del gruppo da tutta Italia.  “Avevamo delle trattative e questa sembrava anche la più difficile, ma siamo riusciti a chiuderla e quest’anno avremo questa grande band a Cosenza che ci darà visibilità nazionale ed internazionale”. Ha dichiarato il sindaco Mario Occhiuto.
La seconda opportunità sarà invece in Sardegna con Piero Pelù  che sarà il protagonista del 31 sera in piazza a Sassari. Il cantautore toscano si esibirà nel cuore della città, in piazza d’Italia: per il nord Sardegna un artista di fama internazionale che regala sempre spettacoli di grande effetto scenico, frontman dei Litfiba, Pelù, ha anche un progetto parallelo dal nome “Piero Pelù e i Bandidos” ovvero Giacomo Castellano alla chitarra, Federico “Sago” Sagona alle tastiere, Ciccio Li Causi al basso e Luca Martelli alla batteria. Si attende un concerto travolgente come solo il rocker toscano sa regalare.Beh insomma ROCK anche la sera di Capodanno perché non possiamo iniziare il 2018 se non con la musica più travolgente ed energica del mondo.

domenica, dicembre 24, 2017

NATALE CON DICKENS


Cogliamo l'occasione di augurare un Felice Natale a tutti i nostri follower parlando di una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo: 
Il Canto di Natale (A Christmas Carol) di Charles Dickens.
Il Canto di Natale di Dickens è stato letto e riletto, reinterpretato e manipolato, pensato per un pubblico bambino ma non necessariamente, oggi parleremo della versione teatrale che andrà in scena il 27-28 dicembre 2017 al Teatro Carcano grazie alla rivisitazione di Sandra Bertuzzi.
Lo spettacolo propone un’ originalissima messa in scena, con pupazzi di Federico Zuntini sul palco insieme agli attori grazie ad una tecnica sperimentata e rielaborata nei musical di Londra e Broadway, i colorati costumi di scena e le movimentate coreografie offrono l’occasione di viaggiare con la fantasia.
Le musiche originali, scritte da musicisti di fama nazionale e internazionale come Piero Monterisi e Emanuele Brignola, regalano emozioni dal sapore moderno senza tradire quell’atmosfera magica del Natale che il racconto esige.
L'intera vicenda si svolge la notte della vigilia e racconta la storia di un uomo d’affari, Scrooge, avaro ed egoista, che trascura la famiglia e ed è incapace di apprezzare le piccole cose come il calore che regala il Natale.
Scrooge, tornando a casa più adirato del solito, incontra i tre fantasmi del Natale: passato, presente e futuro che porteranno Scrooge a pentirsi dei propri atti egoistici e indifferenti, e dunque a cambiare interiormente. Alla fine della favola - e dell'avventura - Scrooge sembra proprio un’altra persona e tutti stenteranno a crederci. 
Lo spettacolo sottolinea il tema del cambiamento interiore e della rinascita personale, un esempio di redenzione, una speranza per il futuro, quasi un appello a trovare o a ritrovare lo spirito del Natale e a farlo durare tutto l’anno.

TEATRO CARCANO -MILANO- 27-28 DICEMBRE 2017

sabato, dicembre 23, 2017

Identità Musicale: Flea - Red Hot Chili Peppers


"Se non vi piace questo disco, non vi piacciono i Red Hot Chili Peppers, punto" (FLEA, Stadium Arcadium 2006)

Michael Peter Balzary, meglio noto come Flea, è uno dei più istrionici e virtuosi bassisti della scena rock degli ultimi anni.
Sicuramente il suo modo di suonare ha ricoperto un ruolo da protagonista nell'identificazione della band statunitense tanto che nel 2003 la rivista Rolling Stone lo posiziona al secondo posto nella classifica dei dieci migliori bassisti di tutti i tempi.
la caratteristica principale dei Red Hot Chili Peppers è sempre stata quella di aver mescolato diversi generi musicali: Funk, Rap, Heavy Metal, Punk Rock e Alternative e senza ombra di dubbio Flea è il musicista che con il suono del suo basso meglio si è adattato alle varie contaminazioni, anzi diciamo pure che è grazie a lui se il gruppo californiano è riuscito a essere "credibile" nei vari generi che proponeva.
Una sua caratteristica tecnica è senza dubbio l'utilizzo magistrale dello "slap": questa tecnica, tipica degli strumenti a corda, consiste nell'alternarsi di "strappi" e percussioni con il pollice alle corde del basso. Soprattutto nei primi cinque album Flea con il suo "slapping" ha dato l'impronta definitiva e caratteristica dei RHCP che hanno portato la band al successo mondiale di oggi.

Inoltre i Red Hot non hanno mai avuto una lineup costante a parte Flea ed il cantante Anthony Kiedis, presenti dal 1983, nonostante questo sono riusciti ad essere sempre performanti e prolifici grazie allo "zoccolo duro" dato da questi due artisti.

Ovviamente un ruolo fondamentale l'ha giocata anche la sua personalità sopra le righe; storica è la sua apparizione al Live di Woodstock del 1999 completamente nudo sul palco con il solo strumento a coprire le parti intime. Questa sua personalità ha portato Flea anche a partecipare in qualche film degli anni novanta come personaggio minore. Cito sopra tutti il personaggio di Douglas Needles, uno degli scagnozzi di Biff, in Ritorno al futuro - parte II e Ritorno al Futuro - parte III.

Negli anni anche i più noti produttori di bassi non sono rimasti indifferenti alla bravura e tecnica di Flea, tanto da dedicargli molte linee di strumenti personalizzati con il suo nome (Music Man, Modulus, Fender) che il musicista ha sempre personalizzato anche dal punto di vista estetico facendoli diventare dei veri e propri pezzi originali. Dal canto suo Michael ha lanciato una linea di bassi per i ragazzi alle prime armi chiamati "FLEABASS". La caratteristica di questi strumenti era quella di avere delle buone prestazoni ad un prezzo contenuto.

Insomma se devo pensare ad un bassista rock con un'identità musicale ben definita Michael Peter Balzary è sicuramente uno dei pretendenti al podio. Piccola curiosità, il soprannome "Flea" (che in inglese significa Pulce) gli è stato affibbiato da compagni a scuola perchè aveva sempre il brutto vizio di trovarsi nel mezzo delle discussioni.

(released by ILDOGUI)






venerdì, dicembre 22, 2017

La colonna del Falko: Tyler Bates - Guardiani della Galassia vol. 2 (2017)

È stata una delle colonne sonore di supereroi più apprezzate al cinema, il primo esempio di un nuovo filone che lega sempre più le atmosfere del grande schermo a un particolare sound. Il sequel diretto da James Gunn conferma il suo profondo legame con la musica, proponendo delle composizioni strumentali efficaci ed una brillante compilation.
Il contrasto tra la leggerezza della musica e le sequenze di azione di cui fa da colonna sonora appare un'idea assolutamente perfetta per ricondurre gli spettatori nel mondo dei Guardiani, contraddistinto da un mix di epiche battaglie, battute sarcastiche e grandissimo divertimento.
 Di fronte a un uso così originale e coinvolgente delle canzoni si potrebbe forse rischiare di mettere in secondo piano il lavoro di Tyler Bates nel comporre i brani strumentali ma il contributo dell'artista risulta ugualmente essenziale e importante per la buona riuscita del film.
L'ascolto della colonna sonora rivela temi maggiormente strutturati ed epici e intermezzi dalle atmosfere ben calibrate tra leggerezza, romanticismo e tensione.
Le sequenze di azione sono infatti enfatizzate da partiture dal ritmo incalzante e un interessante alternarsi degli strumenti, mentre l'uso dei cori si adatta bene alla spettacolarità di inseguimenti spaziali e scontri.

L'ascolto dell'album risulta nella sua interezza molto coinvolgente, dotato di una propria personalità e complessità che dimostra la bravura di Bates nel gestire l'orchestra con un approccio contemporaneo pur non scivolando in un prevedibile, e poco originale, uso di strumenti e sonorità elettroniche che spesso vengono associate con i cinecomic.

Guardiani della Galassia Vol. 2 utilizza la musica in modo brillante e incisivo, costruendo una fusione di note e immagini con lo scopo di rendere la narrazione ancora più complessa e ricca di dettagli, sottolineando alcuni lati che potrebbero rimanere sottintesi, ma diventano invece chiari proprio grazie alla scelta dei brani giusti, ed inserendo partiture dedicate all'interiorità dei protagonisti, facendone così emergere sentimenti, paure e momenti di gioia.

mercoledì, dicembre 20, 2017

Idee per un regalo ROCK

A pochi giorni dal Natale alzi la mano, facendo le corne del rock ovviamente, chi si è dimenticato porprio all'ultimo di comprare il regalo per un amico od un parente.......ecco per voi che avete finito le idee e non avete voglia di fare code nei centri commerciali o nei negozi del centro vi segnalo alcuni regali moltooooo ROCK.



Orologio Vinile personalizzato : chi non sogna di vincere il disco d'oro !!!!




Lecca lecca alla birra.....per un lungo viaggio senza soste 





 Porta pranzo a forma di custodia per la chitarra.....Rock anche a pranzo...Sempre








Musica Rock anche in cucina.....


Se vi piacciono e volete saperne qualcosa di più li trovate sul sito troppotogo.it. Insomma non ci sono più scuse per presentarsi il 25 Dicembre impreparati. E come sempre BUON ROCK !!!!


lunedì, dicembre 18, 2017

In esclusiva nazionale "Sunset Boulevard" il musical


“Sunset Boulevard” arriva al Politeama Rossetti di Trieste in esclusiva nazionale, è questo il titolo internazionale che illumina la Stagione Musical dello Stabile regionale: un immenso evento.
Sunset Boulevard è un musical del 1993 con una colonna sonora straordinaria composta da Andrew Lloyd, il testo di Don Black e Christopher Hampton basato sul film di Billy Wilder "Viale del tramonto" del 1950, una punta di diamante del cinema americano, una delle commedie più nere,tragiche e inquietanti che ci si possa immaginare, è uno dei film horror più agghiaccianti della storia del cinema... senza volerlo, forse... tuttavia, senza ricorrere ai classici giochi della paura, il film di Wilder è capace di produrre brividi ghiacciati lungo la schiena.
Il Musical ha conquistato 7 Tony Award nel 1995 al debutto a Broadway e sarà in scena con l’orchestra dal vivo e con un cast di eccellente spessore: basti pensare che la protagonista a Trieste sarà Ria Jones, grandissima artista che è riuscita ad ottenere oltre 15 minuti di standing ovation dopo aver regalato alla platea del London Coliseum un’interpretazione memorabile con un vasto eco sulla stampa più accreditata.
È la storia struggente di una diva del muto, Norma Desmond, la cui fama si annebbia (come la sua mente) travolta dalla “rivoluzione” del cinema sonoro e del technicolor. Norma vive isolata nella sua villa-bunker in compagnia della sola presenza del fido maggiordomo Max, trascorrendo le sue giornate nel ricordo dei tempi gloriosi in cui macinava contratti e ispirava intere generazioni di fan. Joe, sceneggiatore disincantato in bolletta in perenne fuga dai suoi creditori si imbatte per puro caso nella villa decadente di  Norma e malgrado l'atmosfera macabra e stantia intravede in Norma un'alternativa alla sua indigenza decidendo di aiutarla a riconquistare le luci della ribalta. 
E' così che Joe precipita in una spirale morbosa di follia e ossessioni che lo condurranno verso il fatale epilogo in cui scontare la colpa della sua cupidigia e delle sue menzogne.

In esclusiva Nazionale presso il POLITEAMA DI ROSSETTI di Trieste dal 21 al 25 Marzo 2018

sabato, dicembre 16, 2017

Identità Musicale: Ray Manzarek - The Doors


Quando si parla di un gruppo importante come "the Doors" ovviamente non si può non dare il giusto merito a chi l'ha reso così famoso e iconico, the Lizard King Jim Morrison. Ma è altrettanto vero che se ancora oggi riconosciamo una canzone al primo ascolto, attribuendola al gruppo californiano, lo dobbiamo anche al tastierista Ray Manzarek.

Di famiglia polacca e cresciuto nei sobborghi di Chicago, Ray cominciò a prendere lezioni di pianoforte sin da bambino; rimase a Chicago fino al conseguimento della laurea in economia per poi spostarsi in California con i suoi fratelli. Nel 1962 a Los Angeles si iscrisse ad un corso di specializzazione in Cinematografia e lì conobbe Jim Morrison.

I Doors nacquero ufficialmente nel settembre del 1965 con la seguente lineup:

- Jim Morrison Voce
- Ray Manzarek Piano Hammond/Organo/Rhodes
- John Densmore Batteria
- Robbie Krieger Chitarra

Leggendo i musicisti del gruppo i più attenti avranno notato che mancava un componente, e di conseguenza uno strumento, fondamentale per un gruppo rock e cioè il bassista.
E' da questa mancanza, durata per quasi tutta la carriera del gruppo, che Ray Manzarek ha costruito il suono identificativo ed originale dei Doors.
Infatti Ray poteva benissimo essere considerato due musicisti in una sola persona: sia nelle esecuzioni dal vivo che nelle registrazioni degli album, grazie alla sua bravura tecnica, Manzarek suonava contemporaneamente la linea di basso con la mano sinistra, utilizzando un Rhodes Piano Bass, e con la mano destra l'organo, inizialmente un Vox Continental e successivamente un Gibson G101.

Ovviamente il solo utilizzo della mano destra portava Ray ad utilizzare principalmente le ottave alte dell'organo caratterizzando le melodie dei Doors con suoni taglienti e decisi che contribuirono alla fortuna del gruppo di LA.

Oltre al contributo nell'esecuzione musicale Manzarek fu anche l'autore di molte melodie divenute famosissime e identificative della Band; oltre alla celeberrima Light my Fire ricordiamo Riders on the Storm, L.A. Woman,When the Music's Over etc.

A seguito della morte di Jim Morrison, nel luglio del 1971, la band si sciolse nel 1972 ma Ray continuò un'attivissima carriera fatta di album solisti, dove si cimentava anche alla voce, ma anche di collaborazioni famose, citiamo tra gli altri Iggy Pop.

Nel 2001, insieme al chitarrista Robbie Krieger, rifondò la band "The Doors" con Steward Copeland, batterista storico dei Police, il cantante Ian Astbury e il bassista Angelo Barbera. Fecero numerose date dal vivo fino a che una sentenza, nata da una causa portata avanti dall'ex batterista John Densmore, gli impedì di continuare con il nome originale "the Doors" sancendo di fatto la fine definitiva della storica Band.

Concludendo vi riporto le parole pronunciate da Densmore in occasione della morte di Manzarek avvenuta il 20 Maggio 2013:
«Non esisteva altro tastierista sulla faccia della Terra più appropriato per supportare le parole di Jim Morrison. Ray, mi sento totalmente in sintonia con te musicalmente. Era come se fossimo una mente sola, quando gettavamo le basi per Robby e Jim in modo da farli sbizzarrire. Ho perso il mio fratello musicale» 

IL DOGUI



venerdì, dicembre 15, 2017

La colonna del Falko: Survivor - Rocky (1976)










Una delle saghe cinematografiche più famose della storia è senza dubbio quella del pugile Rocky Balboa, interpretato da Sylvester Stallone. A caratterizzarla un’importante colonna sonora arrivata anche a essere nominata per gli Oscar nel 1976.
Alzi la mano chi non ha mai canticchiato una delle canzoni della colonna sonora della saga di Rocky Balboa, il pugile americano che rappresenta, quel sogno di cui da sempre gli, si fanno forti. Crescere, vincere, cadere e riuscire a vincere ancora, nonostante tutte le difficoltà. Ma cosa sarebbe stato il film senza una colonna sonora azzeccata?
Se si parla di Rocky e delle sue musiche non si può non citare Bill Conti che alle atmosfere del film ha dato un'impronta fondamentale. È lui, infatti, che ha scritto la colonna sonora del primo Rocky, che gli è valso, tra l'altro, anche una candidatura all'Oscar come migliore colonna sonora con "Gonna Fly Now".
Quante volte vi sarete trovati a canticchiare "Pappapapapappa", imitando con la voce uno dei motivi più noti del cinema mondiale. "Gonna Fly Now" è infatti una delle colonne portanti di Rocky, sicuramente uno dei brani più famosi, quello che sottolinea l'allenamento di Rocky che si prepara all'incontro con Apollo Creed: "Trying hard now, it's so hard now, trying hard now".
Non posso esimermi dal citare la canzone rock più famosa di tutta la saga: - Eye of the Tiger suonata dai Survivor.
La canzone venne scritta su richiesta di Stallone stesso, che non era riuscito ad ottenere il permesso per utilizzare Another One Bites The Dust dei Queen. La versione inclusa nel film differisce leggermente da quella originale in quanto presenta i ruggiti di una tigre. Nel 1983, la canzone venne candidata sia all'Oscar che al Golden Globe, perdendo in entrambe le occasioni contro Up Where We Belong di Joe Cocker e utilizzata per il film Ufficiale gentiluomo.
Complessivamente, Eye of the Tiger ha venduto più di 9 milioni di copie nel mondo ed è oggi uno dei singoli più venduti di sempre.
Sylvester Stallone, che prima di diventare regista e attore lavorava in un cinema, era solito annotarsi le frasi dei film che lo colpivano particolarmente: il titolo di questo brano è ispirato ad una frase del film del 1969 La stirpe degli dei con Anthony Quinn in cui si cita la frase "ogni giorno affronta la vita con gli occhi della tigre".

mercoledì, dicembre 13, 2017

Radio Rock dal mondo

Sei un amante della musica rock ma le stazioni radio italiane ti stanno strette ??? E  allora dai libero spazio al mondo internet e goditi, ovunque tu sia, il meglio delle stazioni rock mondiali. Qualche idea ?? Ma certo. Ecco alcune radio che potranno soddisfare la tua voglia di cantare, ballare, sognare, pensare e vivere al ritmo del rock.

WZXR - http://pro.wzxr-fm.tritonflex.com/ (99.3 FM ) è una stazione radio con playlist di sola music rock con sede a Williamsport , in Pennsylvania . La stazione è di proprietà di Backyard Broadcasting , tramite il licenziatario Backyard Broadcasting PA, LLC. La stazione si autodefinisce "la casa del rock and roll di Susquehanna Valley".
Tra le personalità di spicco che si alternano al comando della radio figurano il Bob and Tom Show , John Finn, Ian Emerson e Mike Matthews. La programmazione include progrmammi con Flashback, In The Studio, The House of Hair di Dee Snider. WZXR è anche sponsor dei Pittsburgh Steelers .
WZXR è stata lanciata nel settembre 1991 con la canzone "Long Live Rock" di The Who e con primo Speaker Bubba (Dan Bozyk).

ROCK FM - https://www.rockfm.ru/ - è una stazione rock russa, con sede a Mosca che trasmette le migliori canzoni della storia rock giorno e notte. Attività dal 2007, ogni giorno riporta alla luce e rispolvera i fasti delle canzoni degli anni 70 e 80. 

RADIO ROKS - https://www.radioroks.ua/ - è una stazione popolare dell'Ucraina che si può ascoltare in ben 85 città. La radio live di Radio Roks suona il classico rock occidentale degli anni 70 e 80. Ma vengono trasmesse anche tutte le ultime novità, dai Dream Theatre ai Linkin Park. Da ascoltare il programma mattutino : "Камтугеза", vera e propria carica per cominciare la giornata con della buona musica.

99.7 CLASSIC ROCK - http://www.997classicrock.com/ - è una stazione radio radiofonica con sede a Porterville in California. Di proprietà della KIOO trasmette rock classico, hard rock, metal e musica alternativa

ESKAROCK - http://www.eskarock.pl/ - stazione rock polacca. Il suo slogan recita :" Suoniamo ciò che vogliamo e suoniamo solo ciò che piace a te". La stazione radio presenta le migliori novità rock ed i classici immortali.


Vi consiglio un bel sito dove poter ascoltare queste e tantissime radio web. Da provare: http://onlineradiobox.com/



lunedì, dicembre 11, 2017

DA NON PERDERE! NEXT TO NORMAL IL MUSICAL A ROMA


Next to Normal è uno spettacolo musicale, uno dei maggiori successi di Broadway degli ultimi anni. Nasce nel 1998 negli Stati Uniti come un workshop di soli dieci minuti intitolato “Feeling Electric”. Dieci anni dopo il passo tra la prima rappresentazione Off e la consacrazione a Broadway è breve: il musical debutta al Booth Theatre nella primavera del 2009.
Dopo ben undici nomination vince tre premi ai Tony awards del 2009 (il massimo riconoscimento teatrale di Broadway) e del prestigioso premio Pulitzer per la drammaturgia.

Un'opera che porta in scena temi sociali, i personaggi di Next to Normal sono incredibilmente vicini ad ognuno di noi attraverso la messa in scena e l’espressione di una infinita gamma di sfumature emotive, che esplorano temi importanti quali il disturbo bipolare, allucinazioni, psicofarmaci, lutti, la malattia e la sua cura, la ricerca della normalità e dell’equilibrio, un’infinita gamma di sfumature emotive sorrette da una particolare partitura musicale di stampo rock tra ironia e colpi di scena. (Base musicale di Tom Kitt e le canzoni di Brian Yorkey)

Next to Normal rivela l’obiettivo di mettere in scena un prodotto teatrale innovativo, che affronta temi talvolta distanti dalla tradizione italiana del genere.
  
Il pluripremiato e particolare musical - affidato alla regia di Marco Iacomelli - è in scena al Nuovo Teatro Orione di Roma per soli due giorni (quindi da non perdere!) il 26 e 27 gennaio 2018

sabato, dicembre 09, 2017

Identità Musicale: Steven Adler - Guns N' Roses



Lo so, molti di voi leggendo il titolo del post di oggi si chiederanno "Chi è Steven Adler?" o "cosa c'entra Adler con l'identità musicale dei Guns?". Beh è troppo facile parlare di Axl Rose o di Slash quando si parla di Guns, senza nulla togliere al contributo fondamentale che essi hanno portato nella crescita del gruppo. E' altrettanto però interessante analizzare quanto i Guns siano cambiati nel suono con la dipartita del batterista Steve Adler agli inizi del 1990.

Steven Adler, all'anagrafe Michael Coletti, conosciuto anche come Steven "Pop Corn" Adler, cominciò a suonare nella band "Crew" nel 1983 insieme al suo amico d'infanzia Slash e al bassista Duff Mckagan, che di li a poco entrò a far parte dei Gun's N'Roses. Successivamente, con l'uscita del chitarrista e del batterista Rob Gardner, Duff chiamò i suoi amici Steven e Slash formando la "lineup" che tutti noi conosciamo.

Steven con i Guns registra tre album: L'EP Live ?!*@ Like a Suicide (1986), Appetite for Destruction (1987) e G N' R Lies (1988). E' proprio con "Appetite" che la band viene consacrata nell'altare del rock diventando famosa in tutto il mondo.

Quell'album sfornò capolavori come Welcome to the Jungle, Paradise City, Sweet Child O' Mine e Nightrain, e di sicuro permise alla band di LA di creare la loro identità musicale; la particolarissima voce di Axl, capace di toccare note basse e volare su ottave più alte con acuti "taglienti", il suono, e soprattutto la composizione degli assoli, di Slash che lo consacrano come uno dei migliori chitarristi in quegli anni; in mezzo a tutto questo però a mio modo di vedere un ruolo importante lo ricopre anche Steven Adler.

La linea ritmica di Steven è molto ricca, ritmi originali e utilizzo di tutta la strumentazione in modo mai banale ma neanche con troppi eccessi, insomma, se non pari ai due leader, Steven ha esaltato il suono dei Guns e la loro identità in maniera significativa.
La riprova è sotto gli occhi, o le orecchie, di tutti quando i Guns pubblicano il doppio Album Use your Illusion I e II; nei primi anni novanta i Guns ebbero un successo mondiale e molti dei loro membri ebbero problemi con la droga, soprattutto eroina. Steven Adler fu l'unico, al contrario degli altri, a non disintossicarsi e cominciò ad avere contrasti con i suoi colleghi soprattutto con Axl che lo accusò anche di aver ucciso di overdose la sua ragazza dell'epoca.

A fronte di questo i Guns cacciarono Steven e lo sostituirono con l'ex batterista dei "The Cult" Matt Sorum. E' infatti Matt che suona in tutte le canzoni del doppio album tranne in una: Civil war.

Questo brano infatti, che apre il volume II, è l'ultima canzone registrata da Steven Adler con la band statunitense. Si dice che all'epoca della registrazione del brano Steven fosse sotto cure per disintossicarsi dall'eroina e dovette provare più di 80 volte il pezzo prima di riuscire a registrarlo per intero. A parte questa leggenda però vi invito ad ascoltare Civil War in comparazione con tutti gli altri pezzi dell'album e anche quelli non del mestiere noteranno una differenza netta della batteria. Matt Sorum ha un suono molto pieno e potente ma al tempo stesso porta la linea ritmica ad una tecnica molto elementare e per niente originale.

Molte volte mi fermo a pensare a come sarebbe stata la mitica November rain suonata da Adler, quello scarno 4/4 non dà per niente giustizia alla bellezza del brano, ma purtroppo non lo sapremo mai.

L'unica cosa che ci rimane è goderci, oltre ai brani di Appetite for Destruction, quella perla di Civil War e considerarla come la vera identità ritmica dei Guns lasciata in eredità da uno dei loro musicisti più importanti.

(realeased by ILDOGUI)

venerdì, dicembre 08, 2017

La colonna del Falko: The Cure - IT (2017)





Benjamin Wallfisch autore delle musiche, a proposito del suo lavoro ha detto:

“Ogni tanto ci si trova di fronte ad una film in cui la narrazione è così potente, il sottotesto così viscerale, la sinergia tra regista, narrativa e attori così palpabile, che come compositore puoi chiaramente sentire che c’è qualcosa di più grande di quello che accade sullo schermo, in grado di dare ulteriore energia alla musica.

Annovera tra le sue composizioni musiche originali per La cura dal benessere, Blade Runner 2049 e Il diritto di contare che gli è valso una candidatura al Golden Globe condivisa con Pharrell Williams e Hans Zimmer.
Wallfisch è alla sua seconda collaborazione con il regista Andres Muschietti dopo aver musicato l'horror Lights Out.
L'ambientazione temporale del film è stata spostata dalla fine degli anni '50 del libro originale agli anni '80 puntando sull'appeal creatosi nel frattempo con successi come la serie tv Stranger Things.
L'ambientazione anni '80 ha portato ad una selezione di brani dell'epoca con pezzi di New Kids on the Block, Young MC, The Cure, XTC, Anthrax e Anvil.
Entrando nel remake di Stephen King si rimane sorpresi e deliziati dall'incredibile colonna sonora, che incorpora una gamma completa di brillantezza del tardo XX secolo che spazia da New Kids on the Block a Tom Petty e Heartbreakers.
Impossibile da non citare The Cure 'Six Different Ways'; canzone che suona mentre i Losers stanno aiutando Beverly a pulire il suo bagno che è coperto di sangue da un lavandino in eruzione.
"Six Different Ways" di Cure è tratto dal sesto album in studio The Head on the Door dell'album rock alternativo. Rilasciato nel 1985, è stato il primo album dei Cure a uscire e diventare popolare in Europa, negli Stati Uniti e nel Regno Unito.
La stessa traccia è una delle canzoni meno conosciute dell'album, ma è stata anche citata nel film Rules of Attraction nel 2002.
La colonna sonora di IT è composto da 38 brani.
Ecco le canzoni non originali che si sentono nel film e che non sono incluse nella colonna sonora originale in vendita:

1.Love Removal Machine – The Cult
2. You Got It (The Right Stuff) – New Kids On The Block
3. Please Don’t Go Girl – Larry Johnson
4. 666 – Anvil
5. You Got It (The Right Stuff) – Larry Johnson
6. Bust A Move – Young MC
7. Hangin’ Tough – New Kids On The Block
8. Six Different Ways – The Cure
9. Antisocial – Anthrax
10. Dear God – XTC


CF

mercoledì, dicembre 06, 2017

TORNA DREAMKOMA ON AIR



Sabato prossimo, sempre alle ore 10, torna Dreamkoma ON AIR su Risveglio Muscolare, la trasmissione per un risveglio a suon di buon musica, ma soprattutto di ottimo rock. Qualche anticipazione ??? Certo....come sempre la scaletta la creano  anche i nostri radioascoltatori e per la prossima puntata mi hanno segnalato una ballata dai toni sinfonici che mixa la giusta carica con un testo pieno di nostalgia e poesia......BELIEVE dei SAVATAGE.
Per ora un assaggio .....e sperando di avervi messo voglia di seguirci....vi invito a sintonizzarvi su RADIO PUNTO ( via app o via FM nell'alto milanese )......

Ed ecco la traduzione del testo della Band Metal americana:

Credi

Così, dopo tutte quelle notti
Sei finito con il tuo cuore in mano
Sei un bambino solo
Senza nessuno
Te ne stai andando
Nei rimorsi per le cose che non sei
E per tutte le cose che non hai
Sei senza casa
Hai un cuore di pietra
Ma sta sanguinando
E per tutte le strade che hai seguito
E per tutto ciò che non hai trovato
E per tutti i sogni che ti sei dovuto lasciare dietro
Io sono la via
Io sono la luce
Io sono l’oscurità nella notte
Ascolto le tue speranze
Sento i tuoi sogni
E nell’oscurità
sento le tue urla
Non allontanarti
Dammi la mano
E quando farai il tuo ultimo spettacolo
Io sarò lì
Non me ne andrò mai
Chiederò sempre di te
Credi
I tuoi piccoli occhi erano così intensi
Mentre stavano barattando la tua innocenza
Per dei pezzi di filo
Che erano come le ali
Che ti sarebbero servite
Ma quando hai ti sono cresciute
Hai scoperto di non essere
abbastanza normale
Perché potessi entrare
E così hai pagato per i tuoi peccati
E per tutti gli anni che hai dato via
E per tutte le lacrime che nascondi
E per tutte le paure che ti sei dovuto
tenere dentro
Io sono la via
Io sono la luce
Io sono l’oscurità nella notte
Ascolto le tue speranze
Sento i tuoi sogni
E nell’oscurità
sento le tue urla
Non andartene
Dammi la mano
E quando farai il tuo ultimo spettacolo
Io sarò lì
Non me ne andrò mai
Chiederò sempre di te
Credi
Non ho mai voluto sapere
Non ho mai voluto vedere
Ho sprecato il mio tempo
Finché il tempo non mi ha consumato
Non ho mai voluto andarmene
Ho sempre voluto rimanere
Perché le persone che sono
Sono le parti che recito
E così complotto e pianifico
E spero e schematizzo
La notte mi chiama
Sono pieno di sogni non avverati
E sto tenendo duro
In un mondo che è andato perduto
E l’ho pagata per tutti questi anni
Non posso più pregare
Io sono la via
Io sono la luce
Io sono l’oscurità nella notte
Ascolto le tue speranze
Sento i tuoi sogni
E nell’oscurità
sento le tue urla
Non girarti
Dammi la mano
E quando farai il tuo ultimo spettacolo
Io sarò lì
Non me ne andrò mai
Chiederò sempre di te
Credi

lunedì, dicembre 04, 2017

DIRTY DANCING....IL MUSICAL

"Nessuno può mettere Baby in un angolo".
Chi non si ricorda questa memorabile battuta che ha fatto sognare generazioni di ragazze in cerca di riscatto, chi non si è emozionato quando Johnny Castel (il formidabile Patrick Swayze) invitava a ballare la timida Baby Houseman (Jennifer Grey) nella scena clou del film Dirty Dancing, chi almeno per un attimo non ha sognato di prendere il posto di uno dei due protagonisti in una di quelle scene che nella storia della cinematografia mondiale ha lasciato sicuramente il segno.
Era il 1987 quando uscì nelle sale Dirty Dancing, con quei balli sensuali ed eleganti ha risvegliato i sensi di uomini e donne. Le musiche sono entrate nella colonna sonora della memoria collettiva e una canzone ha vinto l’Oscar e il Golden Globe: (I've Had) The Time of My Life.
Per celebrare i 30 anni di un film divenuto cult e dopo il successo registrato nella stagione 2014/2015, con oltre 115.000 spettatori nei primi tre mesi di show e un gran finale all’Arena di Verona, l’intramontabile storia d’amore tra Baby e Johnny continuerà ad appassionare i moltissimi fan in un lungo tour italiano che vedrà calcare le scene dei più importanti palcoscenici nazionali.
La regia ed il fedele adattamento teatrale è a cura del giovane e talentuoso regista Federico Bellone, ambientato in una lontana estate degli anni ’60, Dirty Dancing il Musical (The Classic Story on Stage) racconta il magico e movimentato incontro tra la giovane Baby Houseman e il fascinoso maestro di ballo Johnny Castle. Nella tipica atmosfera festosa del villaggio turistico nasce la loro storia d’amore, accompagnata da musiche indimenticabili e balli ad altissima carica sensuale.
Le canzoni sono cantate dal vivo in lingua originale, sulle basi mentre un' orchestra di 5 elementi esegue in scena i pezzi più famosi di questa straordinaria colonna sonora (fra cui Time Of My Life, Do You Love Me? Hey Baby, Hungry Eye, etc).
Chissà se la professionalità degli attori e la qualità dello spettacolo che in Inghilterra, Germania e Spagna ha già fatto registrare i più alti incassi nella storia del teatro europeo riusciranno a farci rivivere quegli emozionanti momenti che Emile Ardolino era riuscito a farci vivere nel 1987.

5 e 6 febbraio 2018 – Arezzo, Teatro Comunale
dall’8 all’11 febbraio 2018 – Firenze, Teatro Verdi
14 febbraio 2018 – Bergamo, PalaCreberg
dal 16 al 25 febbraio 2018 – Napoli, Teatro Augusteo
27 e 28 febbraio 2018 – Palermo, Teatro Al Massimo
1 e 2 marzo 2018 – Catania, Teatro Metropolitan
5 marzo 2018 – Reggio Calabria, Teatro Cilea
6 marzo 2018 – Cosenza, Teatro Rendano
8 marzo 2018 – Brindisi, Teatro Impero
10 e 11 marzo 2018 – Bari, Teatro Team
13 e 14 marzo 2018 – Trento, Teatro Santa Chiara
16 marzo 2018 – Brescia, Palabrescia
17 marzo 2018 – Mantova, Teatro Sociale
18 marzo 2018 – Como, Teatro Sociale
20 marzo 2018 – Borgosesia, Teatro Pro Loco
21 marzo 2018 – Biella, Teatro Sociale
dal 23 al 25 marzo 2018 – Torino, Teatro Colosseo
30 marzo 2018 – Montecatini, Teatro Verdi,
dal 5 all’8 aprile 2018 – Genova, Teatro Politeama
dal 10 al 15 aprile 2018 – Trieste, Teatro Rossetti
17 aprile 2018 – Gorizia, Teatro Giuseppe Verdi
18 aprile 2018 – Padova, Gran Teatro Geox
dal 20 al 22 aprile 2018 – Bologna, Teatro Auditorium
24 aprile 2018 – Cassano Magnago, Teatro Auditorio
28 aprile 2018 – Legnano, Teatro Galleria
dal 3 al 20 maggio 2018 – Roma, Teatro Olimpico


sabato, dicembre 02, 2017

Identità Musicale: Mark Knopfler - Dire Straits

A partire da oggi, e per tutti i fine settimana, inauguriamo una nuova rubrica dedicata a tutti quei musicisti o cantanti, perchè anche la voce può e deve essere considerata uno strumento, che con la loro tecnica e/o con il loro ingegno hanno saputo dare un'impronta definitiva e originale nel panorama musicale. Non basta essere dei bravi musicisti, avere una tecnica al limite della perfezione, copiare suoni e tecniche già fatte da altri; per emergere dalla massa devi essere RICONOSCIBILE in qualsiasi forma si voglia: ricerca di nuove sonorità in uno strumento, tecniche originali,ritmi particolari ecc.
Oggi parliamo del "sultano del rock": Mark Knopfler.



Dapprima chitarra solista nei Dire Straits e poi solista di successo, è considerato il Dio del "fingerpicking" dato che suona sempre senza plettro: grazie ad un personalissimo stile mutuato dai suonatori di banjo, usa il pollice, l’indice e il medio della mano destra per pizzicare le corde. Fu il primo a esportare questo tipo di tecnica nella musica rock creando di fatto un suono originale e riconoscibile al primo ascolto. La sua particolarità è anche data dal fatto che Mark ha sempre utilizzato un gran numero di chitarre diverse, quasi 200 modelli in tutta la sua carriera, ricercando in esse un suono unico e personale. Oltre alle sue due Fender stratocaster, compagne inseparabili in tutti i suoi album, come non citare la chitarra resofonica National Style O-14 Fret riconoscibile in una delle loro canzoni più famose "Romeo and Juliet".

A mio modesto parere un ruolo fondamentale lo ricopre anche la sua particolarissima voce. Eh si perchè il suo modo di cantare, quasi sussurrato, ha permesso al suono della sua chitarra di salire in cattedra e di diventare protagonista, il vero marchio di fabbrica di Mark e dei Dire Straits.

Vi racconto una curiosità: erano gli anni che Mark stava cominciando a coltivare pensieri da solista di fatto sciogliendo il gruppo dei Dire Straits. A quei tempi, parliamo del 2005, io frequentavo per lavoro una persona di Roma che coltivava l'hobby, a quei tempi era ancora così, di suonare la chitarra e in particolare aveva affinato proprio la tecnica di Mark, suo grande idolo. Un giorno questa persona, durante un viaggio a New York da turista, entra in un negozio di strumenti musicali e comincia a suonare una Stratocaster con il "fingerpicking"; Nello stesso negozio c'era lì per caso anche il produttore storico dei Dire Straits che ,sentendolo suonare, rimane colpito dalla sua bravura e cerca di conoscerlo. Il produttore aveva in mente un progetto che permettesse ai musicisti rimasti orfani di Mark di continuare a suonare live le leggendarie canzoni del gruppo scozzese, ma di fatto fino a quel giorno non aveva trovato un degno sostituto di Knopfler, almeno fino a quel giorno.

Oggi c'è ancora, con date in tutto il mondo, il progetto "DIRE STRAITS LEGACY" che con i musicisti storici (Phil Palmer, Alan Clark, Danny Cummings), capitanati dal romano Marco Caviglia, portano la musica dei Dire Straits live per la gioia di tutti i fan sparsi nel pianeta. ( www.dslegacy.com ) ....quando si dice la fortuna!!!

(released by ILDOGUI)










venerdì, dicembre 01, 2017

La colonna del Falko: Queen - Highlander (1986)






Popolo del web un saluto dal vostro amante e appassionato di musica ROCK, che da quest'anno vi porterà nuove info sul connubio tra CINEMA E MUSICA.

Ogni venerdì vi segnalerò le SOUNDTRACKS più famose, le attuali o le più originali, raccontandovi aneddoti e curiosità.

Iniziamo con un must di tutti i tempi: QUEEN - HIGHLANDER

A Kind of Magic, un vero capolavoro composto dalla band inglese che accompagna le spettacolari sequenze del film Highlander-L’ultimo immortale piccolo e visionario gioiello action/fantasy partorito dalla mente del regista Russell Mulcahy.

Nata come colonna sonora, viene considerato un album vero e proprio perché non tutti i brani erano stati concepiti per quel progetto.
I Queen avrebbero dovuto incidere un solo brano per il film, ma dopo averne visto un'anteprima si entusiasmarono a tal punto che ne misero giù degli altri. Brian May scrisse "Who Wants To Live Forever" mentre tornava a casa in taxi dopo la proiezione, Roger Taylor partì da una frase che Connor usa nel film per descrivere la propria immortalità, "It's a kind of magic", per comporre "A Kind of Magic". Questo singolo darà anche il titolo all'album omonimo, sorta di colonna sonora non ufficiale del film (visto che non ne uscì una): sei brani su nove di A Kind of Magic erano presenti in Highlander. "One Year Of Love", che nel film fa da sottofondo alla scena nel bar con Connor e Brenda, non venne mai stampato come singolo in Europa o negli Stati Uniti, ma ottenne un enorme successo in Giappone. Un altro brano interpretato dai Queen per il film, una versione del tema di New York, New York, non venne però incluso in A Kind of Magic, né in nessun altro album dei Queen. Last but not dixan, "Princes of the Universe" sarebbe diventata la sigla del telefilm con Duncan Fiorello.

Prima di essere invitati al LIVE AID i Queen erano sull’orlo dello scioglimento, ma dopo esserne diventati i protagonisti assoluti si precipitarono in studio per incidere ONE VISION, primo tassello del loro album.

Attenzione!!

Il rilancio di Highlander è sempre più vicino. Nell'epoca dei reboot infatti non poteva sfuggire alla famelica Hollywood l'occasione di riportare sul grande schermo un film che ha fatto la storia del cinema, anche grazie alla straordinaria colonna sonora dei Queen.
Il regista a cui è stato affidato il rilancio della pellicola è Chad Stahelski comunica:
"Non riesco ad immaginare Highlander senza i Queen, senza Freddie Mercury, senza Princes Of The Universe e tutte quelle cose. Per John Wick mi sono affidato a un grande compositore, Tyler Bates e proprio con lui ho già parlato per trovare il modo di prendere la magia dei Queen e portarla nell'età moderna".


CF