venerdì, gennaio 29, 2021

Il produttore musicale



Per la storia della musica, una figura a dir poco strategica e fondamentale è stata e sempre sarà quella del PRODUTTORE DISCOGRAFICO. Questa professione ha permesso ad innumerevoli capolavori di prendere forma: come bozze di idee, demo fumose e scheletri di canzoni siano state trasformate in vere e proprie opere compiute.

Tra i principali protagonisti di epoche passate che hanno reso alcune band e canzoni immortali segnalo Harvey Philip Spector, nato il 26 dicembre del 1939 a New York è scomparso qualche giorno fa, il 16 gennaio 2021. Uno dei più influenti e rivoluzionari produttori discografici della storia della musica. Il suo approccio era a dir poco maniacale al limite dell’esasperazione: non si limitava solo a produrre l’album, ma ne seguiva scrupolosamente ogni piccolo passo. Riusciva ad immedesimarsi in ogni singolo lavoro che produceva, egli stesso era sia compositore che musicista e sapeva cogliere perfettamente tutte le esigenze di ogni artista che trattava.

Pioniere di alcuni gruppi femminili degli anni sessanta come The Crystals e The Ronettes, Spector ha collaborato con alcuni dei più grandi musicisti della scena mondiale. Tra l’altro è stato anche l’inventore del cosiddetto “Wall of Sound”: una speciale tecnica di registrazione che consisteva nell’aggiunta di strumenti tipici della musica orchestrale (archi, ottoni, timpani ecc.) alle classiche strumentazioni rock. Il risultato finale era quello di un suono unisono e di un effetto riverbero che avvolgeva l’ascoltatore in quello che lo stesso Spector definì “un approccio wagneriano al rock and roll”. In Inghilterra Spector produsse uno dei primi singoli di John Lennon da solista, Instant Karma!, e continuò la sua collaborazione con i Fab Four anche dopo lo scioglimento dei Beatles. Nel 1970, infatti, cooperò con George Harrison per l’album All Things Must Pass. Sempre nello stesso anno fu contattato da Eric Clapton per produrre un singolo del suo nuovo gruppo, Derek and the Dominos. Appena un anno più tardi Phil Spector lavorò di nuovo con Lennon ad uno dei suoi più grandi successi: Imagine.

Le collaborazioni con i Fab Four terminarono nel 1973 a causa di divergenze artistiche e problemi di carattere personale dovuti ai primi sintomi di follia di Spector. Nel 1977, infatti, mentre Phil lavorava all’album di Leonard Cohen “Death Of A Ladies Man”, andò in escandescenza e minacciò l’artista con una pistola.


Il suo carattere burrascoso, eccentrico ed ossessivo, alla fine, sfociò nell’omicidio di Lana Clarkson. Fu condannato a 19 anni di reclusione per omicidio di secondo grado. Da oltre dieci anni era in prigione dove morte all’età di 81 anni.

Nella musica possiamo avere due declinazioni, nella quale l'artista è indipendente nel processo creativo  e quella di produttore, generalmente quella di maggiore successo commerciale dove il musicista è un semplice interprete della visione sonora e delle idee del produttore.

Nel nostro amato mondo ROCK tra i protagonisti di categoria segnalo Butch Vig che è riuscito a rendere orecchiabile il rock alternativo chiamato “grunge” provocando l’enorme successo del genere agli inizi degli anni ’90 con i Nirvana e l’album “Nevermind”. Poi, ha proseguito con il progetto Garbage, una band alternative rock da lui fondata nel 1993, nella quale suonò come batterista. La sua carriera di produttore proseguì con gli Smashing Pumpkins fino ad arrivare ai Wasting Light e Sonic Highways dei Foo Fighters. 

Altra figura di “peso” è stata quella di Rick Rubin. Guru della produzione, fondatore della Def Jam Records, figura chiave nello sviluppo del suono hip-hop anni ’80, produttore storico di Beastie Boys, Slayer e Red Hot Chili Peppers. Molti degli album da lui prodotti, come Californication dei Red Hot Chili Peppers, presentano volumi molto alti che vanno spesso a discapito della qualità. Ciononostante, Rubin è stato più volte riconosciuto come una figura chiave nella storia della produzione discografica.

Profilo ancora più importante è stato George Martin, il quinto beatle, l’uomo che ha reso realtà i sogni di quattro ragazzi poco più che ventenni con una minima esperienza musicale e tante ambizioni. È in gran parte suo il merito del successo dei Beatles. Sue le orchestrazioni di I Am the Walrus, suo il lavoro di collage in Strawberry Fields Forever. La grandezza di George Martin è stata quella di essere complice dei Beatles nel processo di trasformazione del rock and roll da musica di intrattenimento ad arte. 

Concludo questa selezione di professionisti della musica con Robert John "Mutt" Lange che è stata la figura di riferimento per quanto riguarda i successi e del rock live.Tra le decine e decine di successi cito un disco in particolare che ha rappresentato una svolta importante per la musica rock commerciale, trattasi di Pyromania (1983) dei Def Leppard. Con il loro terzo album la band raggiunge dei livelli inimmaginabili.  Il look, il suono, il marketing, il coinvolgimento del pubblico femminile, non erano mai stati spinti così in alto da una rock band. Pyromania è la genesi di un mostro commerciale (1983-87) che sarà imitato da centinaia di band che esaspereranno l’approccio finendo spesso per diventare grottesche e ridicole. I Def Leppard raccontano come il processo compositivo fu molto lungo e travagliato. Il batterista Rick Allen ricorda Mutt: “ragazzi venite in studio con il vostro materiale ma non credeteci troppo perché lo cambieremo". Ci vollero 11 mesi e oltre 700.000 sterline (dell'epoca...) per completare un album che avrebbe potuto rovinare la Phonogram e i giovanissimi Leppard. Il risultato fu stupefacente, un album che superò i 10 milioni di copie vendute negli Usa. Pubblicato il 20 gennaio 1983 vide la band andare in tour negli Usa per 40 date come spalla a Billy Squier. Alla fine del tour i Leppard erano diventati il gruppo principale e le arene di medie dimensioni erano diventati stadi da oltre 50.000 posti. Sempre con Mutt, supereranno i 10 milioni di copie vendute anche con il seguente album "Hysteria" entrando così a far parte del club degli unici 5 gruppi al mondo ad avere raggiunto questo traguardo negli Usa.

Tra i diversi lavori che sottolineano lo spessore vi elenco i seguenti:

AC/DC – Highway to Hell, 1979

AC/DC – Back in Black, 1980

Foreigner – 4, 1981

Def Leppard – High 'N' Dry, 1981

AC/DC – For Those About to Rock We Salute You, 1981

Def Leppard – Hysteria, 1987

Bryan Adams – Waking Up the Neighbours, 1991

Def Leppard – Adrenalize (executive producer), 1992

Michael Bolton – The One Thing, 1993

Stevie Vann – Stevie Vann, 1995

Bryan Adams – 18 til I Die, 1996

Nickelback – Dark Horse, 2008

Maroon 5 – Hands All Over, 2010


mercoledì, gennaio 20, 2021

Rock 'n wine - Maynard James Keenan & Bolgheri Rosso Michele Satta

Tante volte vino e musica vanno a braccetto più di quello che si creda.
Molti cantanti, soprattutto inglesi e americani, hanno acquistato terreni e hanno iniziato a produrre i loro vini. 
Uno dei primi a farlo è stato l’istrionico cantante dei Tool, dei Perfect Circle e dei Puscifer ,  Maynard James Keenan.  
Maynard è stato uno dei personaggi che hanno animato i primi anni 90 e il periodo grunge : è sempre riuscito in tutti i suoi progetti a fondere la sua anima melodica a quella più cupa e introspettiva.
Una dei primi singoli dei Tool nell’album Undertow (1992) fu la canzone “Sober”,in cui si fa riferimento ad un amico della band , in perenne crisi creativa se sobrio, ma che riusciva ad essere ispirato solo se ubriaco. Un giro di basso che continua a ripetersi, la voce cantilenante di Maynard che ci porta quasi all’oblio. Una canzone oscura che mostra le inquietudine dell’animo umano. Per me un capolavoro.
Il minimo per una persona che parla di ispirazione dovuta all’alcool (e alla droga…) era quello di produrre vino quasi a tempo pieno : la sua cantina si trova in Arizona e si chiama Caduceus ,il simbolo di pace e prosperità, associato al dio greco Hermes (insomma tutto in linea con il personaggio).    
Il suo vino più famoso nasce da un blend di Tempranillo e Cabernet  Sauvignon , il Judith (dal titolo di una delle canzoni più famose dei A Perfect Circle).    
Non avendo mai avuto la fortuna di assaggiare uno dei vini di Maynard, mi abbandonerei sulle note di Sober bevendo un vino della zona di Bolgheri del produttore Michele Satta :  il Bolgheri Rosso, un blend di uve rosse  con proprio il Cabernet Sauvignon come vitigno principale.
Alla salute!

Canzone : Tool – Sober
Vino : Michele Satta – Bolgheri Rosso 2016
Vitigni : Cabernet Sauvignon 50% Sangiovese 30% Merlot 20%

Un vino nato per valorizzare in pieno il territorio di Bolgheri, un vino veramente succoso dotato di un bouquet di frutta rossa matura , spezie e cuoio. Sorso molto pulito, in bocca ha una decisa morbidezza e risulta quasi vellutato. 

venerdì, gennaio 15, 2021

Jean de Breteuil: L'angelo della morte.





"Jean era un ragazzo orribile, sembrava qualcosa che era strisciato fuori da sotto una pietra. Era tutto droga e sesso." - Marianne Faithful

Jean de Breteuil nacque nel 1949 a Parigi da una famiglia aristocratica. Allo scoppio della rivoluzione culturale della seconda metà degli anni Sessanta, era ricco, giovane e attraente. Anche intelligente. Aveva tutto per avere successo nella vita, ma la tentazione di fare una passeggiata sul lato oscuro della luna era troppo seducente e finì per diventare un playboy che trafficò droga per le rockstar.

I suoi genitori avevano attività commerciali in Africa e, grazie a un contatto presso l'ambasciata marocchina a Parigi, iniziò a trafficare eroina, che in seguito vendette a personaggi e artisti dell'alta società in visita nella capitale francese. Stabilì anche un quartier generale per la sua attività a Londra, e nel 1967 si trasferì negli Stati Uniti e si iscrisse all'Università della California, Los Angeles. Ma i suoi studi non erano altro che una copertura: la sua vera attività era importare eroina e hashish ad alta purezza, che finì per vendere a musicisti della West Coast come Janis Joplin. In effetti, è del tutto possibile che l'overdose che ha ucciso la cantante sia stata fornita da Breteuil. Tuttavia, riuscì ad insabbiare la sua responsabilità e continuò a fare amicizie sempre più importanti all'interno della celebrità del rock, diventando il principale fornitore di Keith Richards. Così Jean incontrò Marianne Faithfull, allora fidanzata di Mick Jagger, una donna che presto avrebbe avuto un ruolo enorme nella sua vita.
Nel 1969 Breteuil era a capo di un intero impero del traffico di eroina per le celebrità e una rete sfavillante di contatti. Gay Mercader, il promoter di concerti spagnolo, aveva una relazione con Breteuil a Parigi in quel momento e raccontò in un'intervista a El País: «Era un ragazzo bello e comunicativo. Apparteneva a una cerchia di ragazzi bohémien provenienti da famiglie benestanti, che fumavano hashish, prendevano l'LSD e viaggiavano in India. Potevano permetterselo, erano eredi di grandi fortune. Il Breteuil aveva, tra le altre imprese, giornali in Africa ».

Ma nella seconda metà del 1970, le cose sono peggiorate. Diverse persone che avevano avuto una relazione con Breteuil come Brian Jones, Hendrix o la già citata Janis Joplin erano morte, e molti membri del mondo dello spettacolo rock iniziarono a vedere il playboy come una sorta di angelo della morte. Non è stato così per Keith Richards, che lo convocò un mese dopo nella villa della Costa Azzurra che i Rolling Stones affittarono per comporre "Exile on Main St", per condire le sessioni con la migliore eroina thailandese.

Quella stessa estate ci fu la tragica morte di Jim Morrison poche centinaia di chilometri più a nord. Il cantante dei Doors si era recato a Parigi con la sua fidanzata, Pamela Courson, e non appena arrivato si mise a cercare un pusher. Courson aveva avuto una relazione con Jean de Breteuil, quindi l'acquisto della droga fu molto facile per il frontman dei Doors.
Da lì ci sono due versioni di ciò che è successo, ma entrambe coinvolgono Breteuil, che a quel tempo usciva con Marianne Faithfull dopo la sua rottura con Jagger.

Il primo dice che Jim e Pamela sono andati al loro hotel dopo aver comprato l'eroina da Breteuil di persona. Nel cuore della notte, Morrison andò in bagno e consumò una dose fatale che pose fine alla sua vita. Pamela ha cercato di rianimarlo mettendolo in una vasca piena di acqua fredda e ha chiamato un medico, ma quando è arrivato non c'era niente da fare. La ragazza negò che la droga fosse la causa del decesso, e il medico incomprensibilmente le credette e definì la morte naturale.

La seconda versione dice che Morrison è morto per overdose, ma non nel suo hotel ma in un club vicino, Rock 'N' Roll Circus. Lì, Jean de Breteuil aveva due spacciatori che lavoravano per lui, e secondo questa teoria, furono loro a vendere l'eroina al cantante. Secondo Sam Bernett, un giornalista del New York Times che dice di essere stato lì quella notte, Morrison è morto nel bagno del locale. "Il buttafuori è venuto e mi ha detto che qualcuno era chiuso in uno dei bagni e non usciva", ha poi raccontato in un libro. "Così ho chiamato i ragazzi della sicurezza per sfondare la porta. Il cantante dei Doors, il bel e famoso ragazzo californiano, era accasciato e inerte. Ho chiamato un dottore di cui mi fidavo, e quando è arrivato lì ha ribaltato la testa di Jim indietro, ha alzato le palpebre, ha aperto la bocca e gli ha messo l'orecchio al petto per ascoltare il suo battito cardiaco. Ha cercato segni e lividi sul corpo e sulle braccia. È stata una visita medica rapida e professionale. La sua diagnosi era molto certa: "Quest'uomo è morto. A quanto pare è vittima di arresto cardiaco."

Secondo Bernett, i due spacciatori sono andati nel panico e hanno deciso di nascondere l'accaduto. Hanno messo Jim in macchina e l'hanno portato al suo hotel. E lì ci sarebbe stato l'esame del medico che ha redatto il suo referto ufficiale.

Dopo aver appreso di ciò che era accaduto, Jean de Breteuil e la sua fidanzata Marianne Faithfull decisero di fuggire. Si sono sbarazzati di tutta la droga che avevano lasciato e hanno preso un aereo per Casablanca, e da lì a Tangeri. Lì, lo spacciatore sarebbe morto pochi mesi dopo per un'altra overdose. La ragazza di Jim, Pamela, sarà sopraffatta, qualche anno dopo, dallo stesso destino

È sorprendente quanto poco letteratura ci sia su questo personaggio rock maledetto, che quasi tutti hanno finito per negare. Nessuno voleva parlare di lui da decenni, e quando qualcuno l'ha fatto, è stata la sua ultima ragazza, Marianne, e non proprio per scusarlo: "Quella notte a Parigi è andato a trovare Jim Morrison e lo ha ucciso", avrebbe dichiarato alla rivista Mojo nel 2014. Povero bastardo. La merda era troppo forte? Sì. Ed è morto ». 

Jean de Breiteuil. La colonna sonora della sua vita dovrebbe includere The Pusher, People Are Strange, e Angel of Death di Hank Williams. "L'Angelo della Morte/ Verrà dal cielo/ E rivendichi la tua anima / Quando arriverà il momento di morire"

venerdì, gennaio 08, 2021

Storie e curiosità sui videoclip

 

La realizzazione di videoclip come strumento di promozione da parte di una band o di un artista si perde già dagli inizi del secolo scorso. Se dapprima però veniva usato unicamente per dare una versione visiva alla canzone, e quindi a sincrono con performance live come facevano i Beatles, è alla fine degli anni '70 che nacquero i primi videoclip come forma d'arte complementare alla canzone ma molto spesso che andava ad aggiungere contenuti e arricchire il brano stesso.

A partire dal 1981, con la nascita di MTV, il videoclip diventa mainstream e tutti gli artisti dell'epoca cominciarono a dargli la giusta importanza considerandolo un forma artistica indipendente dal brano stesso o che comunque riuscisse ad aggiungere popolarità alle loro canzoni. Per fare questo però il livello qualitativo doveva raggiungere quasi quella di un film racchiuso però in pochi minuti. E' per questo che molti registi cinematografici si avvicinarono a questo mondo mettendo al servizio dell'artista le loro doti e capacità; Martin Scorsese, John Landis, Brian De Palma, Tim Burton sono solo alcuni dei grandi registi cinematografici ad aver girato videoclip, realizzando in molti casi delle vere e proprie chicche che in alcuni casi hanno raggiunto un successo maggiore del brano stesso.

Ma andiamo ad analizzare alcuni videoclip che, a mio parere, sono e rimarranno nella storia della musica:

PETER GABRIEL - SLEDGEHAMMER (1986) https://www.youtube.com/watch?v=OJWJE0x7T4Q

Il video è stato diretto da Stephen R. Johnson e firmato dalla Aardman Animations. Esso è stato realizzato con la tecnica dello stop motion animata, all’avanguardia in quel periodo. Il video ha avuto molto successo e ha vinto ben nove MTV Video Music Awards 1987 e un BRIT Awards 1987. In un'intervista Peter Gabriel raccontò la fatica nel realizzarlo, in particolare per la scena che vedete nella foto, dove questo treno girava intorno al suo volto, Peter dovette stare fermo per più di sei ore in modo tale che il treno ad ogni frame venisse spostato per creare appunto questa tecnica di movimento utilizzata principalmente all'epoca nei film di animazione.

BLUR - COFFE & TV (1999) https://www.youtube.com/watch?v=6oqXVx3sBOk


Il videoclip del brano è diretto da Garth Jennings e narra la storia di un contenitore del latte che parte alla ricerca del chitarrista del gruppo, Graham Coxon, apparentemente scomparso di casa. E' il classico esempio di come un video possa raccontare un qualcosa totalmente diverso rispetto al testo della canzone diventando un'opera a se stante. La storia nella sua irrealtà riesce ad essere molto divertente e a tratti commovente.



Il video di Virtual Insanity è sicuramente uno dei videoclip di musica pop più conosciuti, oltre che sicuramente quello di maggior successo dei Jamiroquai. Nel settembre 1997 ebbe dieci nomination agli MTV Video Music Awards, di cui ne vinse quattro, incluso quello più prestigioso ("video dell'anno"). Nel 2006 è stato posizionato al nono posto dagli spettatori di MTV in un sondaggio per scegliere il video più "trasgressivo" della storia.
Il video, diretto da Jonathan Glazer consiste principalmente di una inquadratura fissa su Jay Kay che esegue il brano e danza in una stanza semivuota, dal soffitto grigio e dall'atmosfera asettica. Nel corso del video tre divani di colore nero, unici oggetti d'arredamento della stanza, si muovono da soli. Di tanto in tanto sullo schermo passano scarafaggi o un corvo; alla fine si vedrà fuoriuscire sangue da sotto i divani e da una delle pareti.
Il video ebbe molti consensi per i suoi effetti speciali: il pavimento infatti sembra muoversi mentre il resto della stanza è fisso, permettendo a Kay di eseguire passi e movimenti normalmente impossibili.



Anno d'oro il 1999 per questa alternative rock band americana che in quell'anno esce con il loro album di maggior successo, "A place in the Sun", ottenendo anche il disco di Platino. Il singolo di cui parliamo , "Miserable", sarà la canzone più ascoltata dell'anno 2000, sicuramente grazie anche a questo curioso e simpatico Video: Il regista Evan Bernard decide di trasformare la band in novelli Lillipuziani, solo che al posto di Gulliver abbiamo Pamela Anderson, in quegli anni l'icona sexi per eccellenza. Dopo aver suonato in varie parti del corpo della bella Pamela il finale però non è proprio dei migliori per i musicisti: Infatti La "biondona" se li mangia ad uno ad uno in un sol boccone lasciando solo una scarpa del chitarrista come ricordo.



Buddy Holly è un singolo del gruppo musicale americano Weezer, secondo estratto dall'omonimo album di debutto e pubblicato il 7 settembre 1994.
Considerato come uno dei fiori all'occhiello del power pop moderno, per il sound che si presenta come un mix di chitarre di stampo rock e melodie pop, Buddy Holly venne pubblicato in occasione del 58º compleanno del celebre cantautore, morto in un incidente aereo.
l video del singolo venne diretto da Spike Jonze, e riprendeva la band che suonava nel locale "Arnold's", sullo scenario della serie televisiva Happy Days, per gli amanti del famoso telefilm un video da non perdere!!
Il videoclip della canzone diventò così popolare che Microsoft lo incluse tra i contenuti bonus del CD-ROM di Windows 95.

30 SECONDS TO MARS - FROM YESTERDAY (2006) https://www.youtube.com/watch?v=RpG7FzXrNSs


From Yesterday è un singolo del gruppo musicale statunitense Thirty Seconds to Mars, pubblicato il 7 novembre 2006 come terzo estratto dal secondo album in studio A Beautiful Lie.
Il brano ha vinto il premio "Miglior singolo" ai Kerrang! Awards 2008, mentre il relativo videoclip, realizzato dal frontman Jared Leto, è il primo video americano realizzato in Cina.
Jared, che ha dimestichezza con il mondo del cinema, realizza un cortometraggio che va al di là della canzone stessa trasformandolo in una vera e propria storia, nel mondo degli imperatori Cinesi, tutta da gustare. Infatti per poter spiegare al meglio il tutto la canzone viene interrotta in più punti inframezzandola con scene e dialoghi.



Per questo singolare e angosciante video ritroviamo il regista Jonathan Glazer, citato in Virtual Insanity di Jamiroquai. In questo caso la macchina da presa si sotituisce al guidatore di una macchina che insegue nella notte un fuggitivo. La musica è perfetta nel descrivere la faticosa corsa dell'uomo, ormai stremato, che tenta di sottrarsi alla cattura. Il tutto intervallato da inquadrature del cantante Tom York che si trova seduto nel sedile posteriore della vettura. Il finale però in un certo senso ribalta le posizioni.....ma non ve lo svelo e vi invito a godervelo.

Per adesso ci fermiamo qui......riprenderemo di sicuro questa rubrica in futuro per segnalarvi i tanti videoclip belli, strani e curiosi. Stay Tuned

IL DOGUI




martedì, gennaio 05, 2021

Un regalo di Buon Anno - Podcast Rock


Ci siamo lasciati alle spalle un nefasto 2020 e quindi, per cominciare, lo staff di Dreamkoma vi augura un sentito Buon 2021.
Ma tutto ciò non basta. Dreamkoma e' sempre attenta alle novità ed alle tendenze e quindi ha deciso di farvi un regalo.
Da qualche giorno sono disponibili sulle più importanti piattaforme online ( Spotify, Spreaker, Google Podcast e molte altre ) i nostri podcast.
Si chiamano Rock Pills, ovvero pillole di rock, e vi cureranno dai piccoli acciacchi della vita. Una al giorno e scoprirete curiosità e notizie sulle star del rock e non solo.  
Una volta al mese vi racconteremo anche un abbinamento Rock e Vino nella rubrica Rock 'n Wine. Un modo diverso per assaggiare il nostro caro amato rock.
Ora non rimane che ascoltarli ed attendere ogni settimana una nuova puntata di Rock Pills, il podcast rock da godersi in 5 minuti.