venerdì, ottobre 15, 2021

I Pink Floyd spiegati da Homer Simpson

 





Proprio quando pensavi che Internet avesse esaurito tutta la creatività dell'umanità, uno YouTuber di nome “revbleech” ha caricato un video in cui tutti gli album dei Pink Floyd "spiegati" da clip classiche dei Simpson.

 

Da Piper At The Gates Of Dawn del 1967 a The Endless River del 2014, revbleech ha associato una clip dei Simpson ad ogni album dei Pink Floyd, cercando di catturare le sensazioni di ogni album attraverso Homer Simpson, Krusty The Clown e altri abitanti di Springfield

Dalla pura follia di The Dark Side Of The Moon alla struggente solitudine di Wish You Were Here, sono due minuti e 11 secondi di filmati spesso sorprendenti. Siamo  stati particolarmente colpiti dalla clip di Animals, che presenta un maiale volante e Mr Burns - proprietario della centrale nucleare di Springfield - il cui desiderio avido e rapace di ricchezza riflette perfettamente le critiche al capitalismo presenti nei testi dell'album originale di Roger Waters.

L'associazione dei Pink Floyd con I Simpson è iniziata con l'episodio Homerpalooza del maggio 1996, in cui Homer Simpson calciando con rabbia un cannone spara uno dei maiali gonfiabili  di  Peter Frampton  e si autocolpisce nello stomaco

Il connubio cartoni e musica rock ha sempre funzionato ma spiegare le canzoni e riprodurre gli stati d’animo è veramente qualcosa di innovativo.

venerdì, maggio 28, 2021

Today Nuovo Album - BLACKBERRY SMOKE

 

Oggi è il giorno della pubblicazione del nuovo progetto dei Blackberry Smoke, You Hear Georgia.

Il nuovo album della band guidata dal cantante Charlie Starr è stato prodotto da Dave Cobb e vanta special guest di lusso come Jamey Johnson – Give ita way e Warren Haynes – leader dei The Allman Brothers Band.

Un gruppo che suona un rock “on the road” made in Usa, con influenze blues, folk proprie del Sud del paese a stelle e strisce.

All’ascolto si percepisce qualche riff di hard rock alla AC/DC o più vecchio style alla Eagles. Non per niente il loro quarto album di studio "Holding All The Roses", è stato prodotto dal noto discografico Brendan O'Brien, già produttore di band di fama mondiale tra le quali appunto gli AC/DC e Pearl Jam.

Come anticipato il leader del gruppo nonché frontman è Charlie Starr,il quale ha rilasciato diverse interviste pubblicate in rete che vogliamo riproporvi perché delineano il pensiero e le idee che sono alla base delle canzoni e degli album realizzati da questo artista e che meritano più di un ascolto.

Intervista del 2019:

FIND A LIGHT riesce a esprimere emozioni complesse, spesso dal sapore agrodolce. Quanto riflette le tue esperienze personali?

A volte scrivi partendo dalla tua esperienza, altre inventi una storia. O magari, cerchi di immaginare i sentimenti di qualcun altro. Cercare di essere un poco più profondo è una cosa che ora apprezzo più di prima… Credo si possa dire che Flesh And Bone parla del fatto che invecchiamo e di botto capisci che “Cristo!, tutto quello che mi piace mi fa male”. È uno scherzo crudele del destino. “Ma perché non posso mangiarlo, berlo, o spararmelo nel naso?”. Capisci? Tutto quello che ti piace, all’improvviso, scopri che è dannoso. Ma credo sia quasi inevitabile, andando avanti con gli anni.

E se ripensi ai tuoi tempi di bisboccia, qual era il tuo veleno preferito?

Tutti quanti. Non saprei dire da cosa cercassi di fuggire. Non ho alle spalle una storia lacrimosa da usare come alibi. Semplicemente, mi piaceva. Mi piaceva davvero essere strafatto. Ma ero anche uno stronzetto e rompevo il cazzo a tutti, e stavo sempre a scusarmi – o anche no. Poi un giorno mi sono svegliato e mi sono detto: “Basta. Non ce la faccio più: ho 30 anni e me ne sento addosso 50”. E a quel punto, hanno iniziato a succedere cose belle. Anni fa dissi a mia moglie: “Quando diventerò vecchio, troppo vecchio per cacciarmi nei guai, allora magari ci berremo assieme un bicchiere di bourbon”. Ma fino ad allora mi comporterò bene.

Dai l’idea di essere stato uno tosto. Quand’è stata l’ultima volta che ti sei ritrovato in una rissa?

Be’, l’ultima volta che ho litigato in un bar è stato nel 2001 o nel 2002, e hanno dovuto portarmi in ospedale per mettermi dei punti. Fu una cosa brutta. C’era questo buco in Georgia e dovevamo esibirci per un paio di serate. Quattro set a sera. Eravamo uno dei tanti gruppi da bar che si smazzano la gavetta. Quella fu una rissa cattiva. La prima sera, non so come, ci fu un qui pro quo e Brit [Turner, batteria] saltò addosso a questo tipo che ci stava provando con la sua ragazza al bar – ragazza che ora è sua moglie.

E com’è finita?

La prima sera bene – il tipo fu sbattuto fuori. La sera dopo tornò con cinque o sei amici e ci saltarono addosso. A quel punto, la gente se ne andò di corsa mentre ce le davamo di santa ragione, e il proprietario del locale ci licenziò. Ci scrissi sopra una canzone per THE WHIPPOORWILL, Sleeping Dogs. La cosa buffa quando scrivi canzoni e ti concedi certe licenze poetiche è che puoi scrivere che la rissa l’hai vinta tu… Ma quella volta ci andò male. Fummo fortunati che nessuno ci restò secco.

 

C’è qualcosa nella tua collezione di dischi che potrebbe lasciare tutti a bocca aperta?

Adoro i Beach Boys. È stata mia madre. Sai, per me quell’armonia musicalmente è molto importante, non importa che siano i Beach Boys, il bluegrass o le armonie gospel. E poi adoro Captain Beefheart: è diverso da tutto il resto. TROUT MASK REPLICA è un disco assolutamente d’avanguardia, anche se molti pensano sia solo rumore. E in effetti un po’ lo è. E non a tutti piace.

Provieni da un posto dove la Bibbia ha molta importanza. Come ti poni riguardo la religione?

Credo in Dio. Ma il modo in cui descrivi Dio cambia da persona a persona, ed è quando aggiungi al tutto l’elemento umano – le religioni organizzate – che le cose si incasinano. Non esiste una chiesa che mi convinca al cento per cento.

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In Charlie Starr c’è molto di più del suo legame con i Lynyrd Skynyrd, il suo “chitarrismo” spettacolare e quella sua voce, una delle più gloriosamente southern dal 1977 in poi. Fin dalla sua infanzia a Lanett in Alabama, il cantante/chitarrista nato col nome di Charlie Gray ha assorbito una vibrante moltitudine di suoni, compresi bluegrass, metal, rock’n’roll, punk e gospel. Indizi di questa varietà d’influenze si possono cogliere in FIND A LIGHT, il sesto disco del suo gruppo, i Blackberry Smoke, per il quale Starr ha scritto alcuni dei brani più intensi ed emozionanti della sua carriera. “A un certo punto ti stufi di scrivere sempre e solo canzoni su feste, fica e alcool”, ci dice, “e ti viene voglia di essere un po’ più profondo”. Starr ha smesso di bere in favore di caffè e nicotina 11 anni fa, ha due figli e vive ad Atlanta con sua moglie, un camper vintage e una rispettabile collezione di chitarre.

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Segue l’intervista rilasciata da a Starr nella presentazione del nuovo disco e prende spunto da come sia nato il singolo da cui prende il nome l’intero album:

“È iniziato con l’idea di come la gente possa avere un’opinione preconcetta di te a causa di uno spesso accento del sud, poi si è espanso nella realtà di come alcune persone sembrano avere difficoltà ad andare d’accordo, grazie a opinioni politiche o religiose, o semplicemente da quale parte del paese vieni”.

‘You Hear Georgia’ è stato registrato a Nashville con il produttore Dave Cobb, meglio conosciuto per il suo lavoro con artisti come Rival Sons, Chris Stapleton, Sturgill Simpson e Jason Isbel.

“È un tipo molto rilassato con idee eccellenti, ma è molto entusiasta di fare musica, ed è proprio lì con te a divertirsi”, dice Starr. “È una presenza calmante e così competente musicalmente, e sa come ottenere ciò che vuole in studio. Non so se avremmo potuto fare un disco in 10 giorni con tutti, e questo parla sicuramente dell’abilità di Dave”.

‘You Hear Georgia’ tracklist:

1. Live It Down 2. You Hear Georgia 3. Hey Delilah 4. Ain’t The Same 5. Lonesome For A Livin’ (feat. Jamey Johnson) 6. All Rise Again (feat. Warren Haynes) 7. Old Enough To Know 8. Morningside 9. All Over The Road 10. Old Scarecrow

venerdì, maggio 21, 2021

Rock 'n wine - The Rattlesnackes & Danger 380 Volts 2019 di Milan Nestarec





Ormai l’avete capito, sono un fan dei mitici anni 90-00, di quel grunge rock , del nu-metal, di quel rock contaminato da tantissima elettronica e distorsioni.

Molte volte mi trovo a vagare sulle radio alla ricerca di note che mi ricordino quegli anni.

Finalmente come un fulmine a cielo sereno, mi sono imbattuto in un gruppo inglese, i Franck Carter and The Rattlesnakes, che mi ha subito fatto tornare indietro nel tempo.

Un rock brutale ed esplosivo, che tanto deve al suo frontman Franck Carter, alle sue perfomance vocali e alla sua grande attenzioni per gli arrangiamenti dei loro pezzi. I testi sono un bel pugno nello stomaco, anche per i disturbi mentali di cui soffre Franck e che lo hanno portato in passato ad abbandonare tour, concerti e musica.

Per ascoltare al meglio la loro musica, perché non accompagnarla con un’altra decisa scarica di elettricità? Chi meglio di Milan Nestarec, giovane vignaiolo della Repubblica Ceca?

Per darvi un’idea del personaggio e dei suoi vini, ecco cosa scrive sul suo sito :

“Non vendo vino. Sto servendo una visione del mondo. Usare il vino come mezzo”

Prosit!



Canzone : Devil inside me – Franck Carter and The Rattlesnackes

Vino : Danger 380 Volts 2019 – Milan Nestarec

Vitigno : Neurberger, Muller Thurgau e Muscat

Fermentazione spontanea in botti di legno da 600 litri per 2 mesi. Rifermenta spontaneamente in bottiglia a primavera. Vino non filtrato e senza solfti aggiunti.

Vino elettrico! Selvaggio. Con sentori quasi animali al naso che virano poi verso i fiori bianchi e gli agrumi.

Il colore ricorda quello di una limonata fresca estiva ; anche in bocca proprio come una limonata è super dissetante, con una beva compulsiva aiutata dalla freschezza e dalla mineralità

venerdì, maggio 07, 2021

La Royal Mail omaggia Sir Paul con 12 francobolli

La Royal Mail, azienda postale britannica famosa nota ai collezionisti e non,  ha rivelato le immagini di una serie di 12 francobolli speciali per onorare la leggenda della musica Sir Paul McCartney.
Il set di francobolli principali presenta una selezione di otto LP che hanno definito la carriera dell'ex Beatle dal suo primo album solista, McCartney, pubblicato nel 1970, fino al suo ultimo album, McCartney III, che è stato registrato e pubblicato durante il lockdown nel 2020.
Sarà disponibile anche un foglio in miniatura di quattro francobolli, con fotografie che coprono tre decenni di Sir Paul nello studio di registrazione.
La Royal Mail ha collaborato strettamente con il protagonista della collezione, ed infatti l'ex Beatle ha avuto un coinvolgimento personale nelle immagini utilizzate ed in tutti i prodotti che verranno pubblicati.
Sir Paul ha scritto o co-scritto 188 dischi che sono andati in classifica nel Regno Unito, ed addirittura 91 hanno raggiunto la top 10 e 33 sono saliti fino al primo posto.
È l'artista di maggior successo nella storia ufficiale della classifica britannica ed è stato premiato con più di 60 dischi d'oro.
Sir Paul è uno dei soli tre artisti musicali singoli ad essere presente in un'emissione di francobolli dedicata dalla Royal Mail: gli altri sono David Bowie (2017) e Sir Elton John (2019).
David Gold di Royal Mail ha dichiarato: "Paul McCartney rimane una figura vitale al centro del rock e del pop, un artista la cui eredità è immensa, ma il cui lavoro continua a generare attenzione popolare e plauso della critica.
Questa emissione di francobolli dedicata è un giusto tributo a una delle icone musicali molto amate e venerate del Regno Unito."
I francobolli sono in vendita il 28 maggio.

venerdì, aprile 30, 2021

I Gruppi e gli artisti rock più "odiati" di sempre? risponde un sofisticato algoritmo.

 

Devo ammettere che quando ho letto i risultati di questa ricerca, condotta dal team di BESTLIFE, sono rimasto alquanto sbalordito nel leggere i risultati, quasi incredulo; eppure come vedremo poi la sua attendibilità e l'algoritmo che ha calcolato questa "strana" classifica non ha lasciato nulla al caso.

Ebbene sì, nonostante molte di queste band hanno raggiunto un successo planetario e una carriera degna di nota, pubblico e critica li hanno spesso additati e criticati al punto di risultare molto "odiati". Ma veniamo alla classifica e poi vediamo come è stata condotta la ricerca:

  1. Nickelback
  2. Limp Bizkit
  3. Creed
  4. U2
  5. Mumford & Sons
  6. Bob Dylan
  7. Phish
  8. Radiohead
  9. KISS
  10. Dave Matthews Band
  11. Coldplay
  12. Green Day
  13. The Doors
  14. Metallica
  15. Korn
  16. Oasis
  17. Pearl Jam
  18. Rush
  19. Nirvana
  20. Spin Doctors
  21. Linkin Park

 Una classifica impietosa e che non fa sconti a nessuno, e anche se in alcuni casi si capisce come mai una band si trova in quella posizione, per altre la sorpresa è tanta, ma analizzando i criteri di ricerca che vi descriverò non è difficile capire che in alcune situazioni, nonostante il valore degli artisti, si può "scivolare" in facili critiche. 

Per trovare i 21 artisti della classifica la rivista americana online BESTLIFE ha condotto un'approfondita ricerca su Forum, parole chiave, commenti social, articoli e qualsiasi traccia on line che trattasse di questo argomento; successivamente ha deciso di utilizzare 5 valori di riferimento per stilare la classifica. 

Per prima cosa è stata analizzata la classifica delle 20 peggiori band stilata da LA Weekly, poi la lista dei 123 peggiori musicisti stilata da Vice, non contenti hanno poi preso la classifica delle 21 band più odiate creata da Ultimate Guitar e infine hanno attinto dal portale Ranker e in particolare in due sondaggi: quello delle 102 band più sopravvalutate e quello delle 421 peggiori rock band. Assegnando poi un punteggio ad ogni riferimento e dandolo in pasto ad un algoritmo che analzasse il tutto, si è arrivati a questo impietoso risultato.

 Sono proprio i Nickelback a vincere, si fa per dire, questa classifica e in questo caso la sorpesa è pari a zero: è ormai noto che nel mondo del rock la formazione di Chad Kroeger non ha mai appassionato e le critiche sono all'ordine del giorno. Ma senza stare ad analizzare le singole posizioni, per quelle lascio i giudizi e commenti a voi, vi dico quali, secondo i miei gusti personali, non dovrebbero essere presenti nell'elenco.

Mi fa male vedere la Dave Matthews band al decimo posto anche se da un certo punto di vista lo posso comprendere; la formazione è formata da ottimi musicisti, alcuni anche eccellenti come Carter Beuford alla batteria (uno dei miei idoli), ma è indubbio che la loro musica risulti un po' di nicchia, la voce di Dave Matthews o la ami o la odi e in alcuni casi non si possono veramente definire rock band.

Sorpende forse di più la presenza dei Pearl Jam al diciassettesimo posto perchè a mio modo di vedere rappresentano a pieno il prototipo di rock band: la figura carismatica di Eddie Vedder, una buona preparazione musicale e pezzi che hanno fatto la storia....ma chi sono io per dubitare della scienza?

Per molti casi però ogni artista presente in classifica ha dei punti deboli che li hanno fortemente penalizzati: Gli Oasis, amati alla follia dai loro fan, ma odiati per l'antipatia dei fratelli Gallagher, I Doors forse penalizzati dalla figura quasi divina di Jim Morrison, I Rush forse più appartnenenti al mondo PROG che ha molti fan ma anche molti detrattori, Infine i Coldplay che raccolgono un pubblico molto ampio ma vengono spesso messi sulla graticola dai cultori più critici.

Concludendo, ho già affrontato in un altro post quanto le classifiche alla fine lasciano il tempo che trovano, detto questo è indubbio che i "colleghi" di Bestlife abbiano condotto una ricerca molto approfondita e dettagliata e forse alla fine non si può far altro che accettare il risultato.... ma voi amanti del rock, quale band odiate di più?

IL DOGUI


venerdì, aprile 23, 2021

Today Nuovo Album - MOTORHEAD

 

Oggi, 23 Aprile 2021 è disponibile CD con bonus DVD, doppio vinile e box in edizione limitata “Louder Than Noise... Live in Berlin", il concerto dei Motörhead del 2012. Registrato da Herwig Meyszne a Berlino di fronte a 12.000 fan. Un’occasione imperdibile per ogni buon fan dei Motörhead, ma anche per chi volesse avere un pezzo unico, iconico, di una delle band britanniche che hanno fatto fumare le casse di tutto il mondo.

“Ace Of Spades “, la title track dell’album originariamente pubblicata nel 1980, può essere considerata da chiunque come una delle migliori hit hard rock di tutti i tempi. Negli anni è diventata un inno, addirittura uno stile di vita per molte generazioni di rocker. Pochi brani della storia della musica posseggono la stessa carica adrenalinica, da zero a 100 in pochi secondi!

Un brano che ha cambiato il corso dell’hard rock… per sempre. Ricordiamo a distanza di quarant’anni questa pietra miliare della musica per il “Motörhead day 2020“, il giorno più rumoroso, “The 8th Of May “. Si racconta che durante il concerto al Velodrom di Berlino del ’79, i Motorhead raggiunsero i 130 decibel. Il concerto più potente della storia. Pensate che un fan uscendo dal bagno perse l'equilibrio per via del suono e cadde giù per le scale. Fu un vero delirio.

La formazione dei Motörhead si consolidò con l'entrata di Phil Campbell nel 1984 e Mikkey Dee nel 1992 nella band. Il trio suonò fino allo scioglimento della band, avvenuto nel 2015 a causa della morte dello storico fondatore Lemmy Kilmister. Personaggio iconico della scena Hard rock, originale anche post mortem...A quanto pare era un desiderio di Lemmy quello di mettere, dopo la sua morte, le sue ceneri in alcuni proiettili da inviare ai suoi amici più cari.

70 anni vissuti spericolatamente applicando a fatti, e non a parole, il motto sesso (tanto), droga (molta, ma selezionata) e rock'n'roll (in una variante estrema, radicale, fra metal e punk). Un'esistenza letteralmente leggendaria la sua: fra vizi e stravizi, come abbia fatto a firmare il suo ultimo album a pochi mesi dalla fine, macinando concerti devasta-orecchi praticamente fino all'ultimo, tenendo fede ad uno stile di vita da anti-rockstar, è una domanda che resterà per sempre senza risposta. Voce abrasiva, suoni da mitragliatore, ispirazione blues di fondo.

Le origini:

Fu nel 1971 che Kilmister entrò nella formazione degli Hawkwind, storico gruppo Space Rock britannico. Lemmy si distinse sin dal primo momento per il suo modo molto particolare di suonare il basso, successivamente divenuto iconico. Il Leader dei Motorhead ha sempre suonato il basso come fosse una chitarra, strimpellando gli accordi piuttosto che suonando le singole note.

Il nome del gruppo venne cambiato in Motorhead; tratto dal titolo dell’ultima canzone che Lemmy Kilmister scrisse per gli Hawkwind. L’espressione deriva da uno slang inglese che indica un soggetto fortemente dipendente da anfetamina, una sostanza stupefacente, che accelera il metabolismo, gettando chi ne fa uso, in un profondo stato d’euforia.

W IL ROCK!


 


venerdì, aprile 16, 2021

Rock 'n wine - Bush & RiFol Ezio Cerruti

 



Il mio background musicale si è formato nei primi anni 90, con l’esplosione del grunge rock.

Quindi dopo la sosta a Seattle (PJ e Nirvana), oggi torniamo dalla nostra parte di oceano e ci fermiamo in UK : nel 1992 in un pub di Londra, Gavin Rossdale (voce e chitarra) e Nigel Pulsford (chitarra) formarono i Future Primitive, che in seguito con l’aggiunta degli ultimi due componenti della band (il bassista Dave Parsons e il batterista Sasha Gervasi) divennero i Bush, dal nome del quartiere londinese (Sheperd’s Bush) dove i 4 vivevano.

La loro canzona iconica (per me) è Little Things, solitamente pezzo di chiusura dei loro live, situazione dove la band dava il meglio di se stessa condividendo la sua anima a metà tra il sound melodico giocato su suoni bassi e maliconici con i ritmi graffianti dettati dalla voce di Gavin.

L’ascolto dei Bush si accompagna ad un vino dotato di estrema follia e di una doppia anima come le canzoni della band : l’aromaticità del vitigno Moscato giocato con l’acidità della sua versione secca. Il vino in questione è un rifermentato in bottiglia , il RiFol del maestro del Moscato di Castiglione Tinella, Ezio Cerruti.

 

Canzone : Little Things - Bush

Vino : RiFol – Ezio Cerruti

Vitigno : Moscato

Fermentazione in acciaio, affinamento in cemento e rifermentazione con aggiunta di mosto in bottiglia. Una super “bitita” fresca estiva che gioca sui sentori di pesca matura in contrapposizione alla spiccata acidità e a note agrumate e di erbe balsamiche. Sapidità spinta. Vino conviviale e dalla beva compulsiva che crea dipendenza.


venerdì, aprile 09, 2021

Dave Grohl - The Storyteller


Il frontmen dei Foo Fighters ha raccolto Le storie del suo profilo Dave's True Stories per produrre un libro di memorie, che sarà pubblicato per la fine di quest'anno.

Dave Grohl ha annunciato i dettagli del suo primo libro.

Intitolato The Storyteller, il libro sarà pubblicato a livello internazionale il 5 ottobre.

Il libro di memorie è il risultato dell'account Dave's True Stories di Grohl su Instagram e Medium, in cui la star dei Foo Fighters e dei Nirvana ha condiviso ricordi della sua lunga carriera nella musica mentre era in lockdown.

Grohl descrive The Storyteller come "una raccolta di ricordi di una vita vissuta ad alta voce. Dai miei primi giorni crescendo nei sobborghi di Washington, DC, ai ricordi di "strada" all'età di 18 anni, e tutta la musica che seguì, ora posso condividere queste avventure con il mondo, come visto e sentito da dietro il microfono."

Il libro, che sarà pubblicato da Simon e Schuster, includerà racconti della vita di Dave da "le prime esperienze con gli Scream a 18 anni, al mio tempo nei Nirvana e Foo Fighters, all'incontro con Iggy Pop o suonare agli Academy Awards o ballare con gli AC / DC e la Preservation Hall Jazz Band, suonare la batteria per Tom Petty o incontrare Sir Paul McCartney alla Royal Albert Hall ..."

Nel febbraio di quest'anno, Grohl aveva accennato alla possibilità di un libro basato sui suoi ricordi a Radio X. "Suppongo che un giorno potrebbe essere un libro", ha detto a Chris Moyles. "Avevo questa lista di, tipo, 50 cose ridicole che mi sono successe negli ultimi 52 anni ed appena ho iniziato a scrivere l'ho trovato gratificante quanto scrivere canzoni ed esibirmi."

Per chiunque sia preoccupato sul futuro del frontmen dei Foo Fighters , Grohl ha rassicurato i fans, dicendo: "Questo certamente non significa che sto abbandonando il mio lavoro quotidiano, ma mi dà un posto dove fare un po 'di luce su cosa vuol dire essere un bambino di Springfield, in Virginia, che cammina attraverso la vita mentre vivo i sogni folli che avevo da giovane musicista".

The Storyteller di Dave Grohl è disponibile per il pre-ordine tramite il sito www.davegrohlstoryteller.com

Per chi invece preferisce la sua vena musicale vi invito ad ascoltare il decimo album in studio dei Foo Fighters, Medicine At Midnight, che è stato pubblicato a febbraio. La band inoltre è destinata a tornare in viaggio a giugno, esibendosi in una serie di festival europei.

venerdì, aprile 02, 2021

Divulgare Musica in TV sembrava impossibile....e invece...

 


"SI PUO' FARE!!!!!" è questa la frase, citando il celeberrimo film "Frankenstein Jr.", che ho gridato nella mia testa quando ho cominciato a vedere su RAI TRE alle ore 20.20 il programma "via dei Matti n.0" condotto dal grande Stefano Bollani e da sua moglie Valentina Cenni.

Si perché fino a questo programma non era mai successo che qualcuno si cimentasse, a orari "normali", nel divulgare Musica nel senso più stretto del termine: 25 minuti costruiti in maniera perfetta, che uniscono il linguaggio confidenziale e la tecnica musicale, capaci di scherzare con Checco Zalone e di parlare di intervallo di quinta diminuita, il tutto in maniera molto naturale.

E secondo me la chiave sta proprio nel linguaggio, la capacità della coppia di arrivare al pubblico anche parlando di tecnica...magari affiancando l'aneddoto divertente a Leonard Bernstein. E di fatto i numeri stanno dando ragione a questo esperimento: 1 milione e mezzo di media ascolti ogni sera è il risultato che la scommessa è stata vinta.

Tutto è posizionato nella maniera perfetta: viene introdotto il tema della serata, ogni sera viene invitato un ospite mai banale e in molti casi di peso (De Gregori, Vanoni, Capossela, Silvestri ecc.), gli viene fatto fare quello che sa fare meglio, quindi cantare o suonare, in tutto questo c'è anche lo spazio per apprezzare qualche pezzo di Bollani al piano e una "spruzzata" di spiegazione tecnica che arriva anche al totale inesperto; e magari scoprire che la musica Blues veniva considerata "la Musica del Diavolo" può essere interessante anche per il telespettatore che fino ad un minuto prima guardava "Domenica live" della D'Urso.

Ovviamente da appassionato di musica mi piacerebbe che questo concetto e questa formula avesse più imitazioni in altri programmi convinto del fatto che in ogni caso la televisione, oltre all'intrattenimento frivolo che non deve mai mancare, debba essere anche veicolo di cultura in tutti gli aspetti. Negli ultimi anni abbiamo avuto la fortuna di una fruibilità di contenuti molto più ampia: dai canali tematici satellitari e digitali, alle piattaforme on demand e questo sicuramente ci ha permesso di avere più scelta su cosa vedere; detto questo pensare di "ricevere" alti contenuti anche dalla TV di stato, che ancora oggi riunisce milioni di ascoltatori, non può che far ben sperare nel futuro.

Ma rimango anche realista: secondo me la formula è vincente anche perché il programma dura poco meno di mezz'ora. Magari sentire un'ora di lezione su semitoniche, diesis e bemolle non avrebbe lo stesso impatto e forse non sarebbe neanche il luogo giusto per farlo.

In ogni caso vedere mia figlia di 8 anni seduta vicino a me che ascolta in silenzio Bollani non ha prezzo e quindi ogni sera guardo "Via dei matti n° 0" e rimango stupito, piacevolmente stupito perché imbambolato mi dico: "Quindi si può fare!". Sì, si può fare.

  

venerdì, marzo 26, 2021

Today Nuovo Album : EVANESCENCE

 


Cari lettori, oggi è il giorno di uscita di un nuovo progetto musicale che abbiamo il piacere di condividere:

·       EVANESCENCE “THE BITTER TRUTH”

Il gruppo rock statunitense ha influenzato moltissimo la musica da metà dei primi anni 2000 in poi ed ha saputo sempre fondere con sapienza alternative metal, new metal e gothic, il tutto con forti influenze sinfoniche ed elettroniche.

Sono trascorsi esattamente 10 anni dall’ultimo disco d'inediti della band.

Alcuni brani sono stati presentati live in un evento in streaming come “Wasted On You”, “The Game Is Over”, “Use My Voice”. La leader/founder nonché vocalist del gruppo è Amy Lee che ha spiegato come le liriche siano arrivate da più fronti. "C’erano molti testi da scrivere... essere in quarantena forzata, quando stanno succedendo così tante cose... - ha detto - non solo per la pandemia, ma ci siamo sentiti privi di forze quando ci sono stati alcuni avvenimenti nel nostro governo. È stato un periodo di forte stress e la musica è stata la mia alleata e il mio rifugio ed è anche il posto in cui posso parlarne. Perciò sì, certo, ci sono riferimenti a ciò che stavamo sentendo e vivendo durante questa situazione mondiale".

Dominato dalla presenza di chitarre e atmosfere epiche, "The Bitter Truth" è una raccolta di tracce che si ispirano alle realtà spesso amare di questo XXI secolo.

Questo nuovo lavoro è ricco di collaborazioni inaspettate delle quali Amy è particolarmente orgogliosa: «Ho aperto la mia mente e i miei orizzonti in modo naturale e mi hanno portata alle varie collaborazioni. Ciò che mi attrae sin dall’inizio nella musica sono i contrasti. Mi interessa quando riesci a mixare vari generi e contaminazioni.»

Aggiunge Troy McLowHorn, chitarrista della band: «Non è stato semplice lavorare a quest’album e terminarlo, una grande sfida, proprio perché non potevano vederci ogni volta che volevamo. Molte cose le abbiamo dovuto fare ognuno per sè.»

The Bitter Truth è un album potente, che richiama i primi lavori della band, dopo la parentesi orchestrale: «Abbiamo voluto fare molto casino, ottenere un suono molto casinista e ci siamo divertiti molto nel farlo. L’album è super dark, siamo tornati al passato, al grunge, alle influenze del passato che più ho amato. Sono cose che sono sempre state dentro di me e fatto parte del mio gusto personale e che ora sono venute fuori.”  – spiega la Lee.

Questo lavoro arriva dopo anni travagliati per Amy e la band.  Dopo Evanescence, il gruppo si è preso una pausa mentre risolveva una disputa legale con la precedente etichetta discografica. Sono poi tornati in studio per Synthesis, l’album del 2017 in cui rifacevano i successi del passato con arrangiamenti orchestrali. Ma questo nuovo lavoro rappresenta davvero un nuovo inizio per l’intero gruppo ed è stato un nuovo percorso di consapevolezza e rinascita per la stessa Amy: «Già prima che il mondo si rovesciasse avevo così tanto da dire — spiega —. Per me scrivere è come una seduta terapeutica e quindi un po’ dell’oscurità delle nuove canzoni dipende per forza dall’isolamento dell’ultimo anno». Lo sforzo, però, è catartico: «Se da qualcosa di brutto crei qualcosa di bello, allora hai un senso e trovi speranza. Soprattutto se quel qualcosa arriva anche ad altre persone».

Tracklist:  Artifact/ The turn - Broken Pieces Shine - The Game is Over - Yeah Right - Feeding the dark - Wasted on You - Better without you - Use My Voice - Take Cover - Far from Heaven - Part of Me - Blind Belief.

Gli Evanescence sono tra i gruppi più noti al mondo per quando riguarda il genere musicale generalmente denominato Gothic metal. Nel corso della loro carriera ad oggi lunga venticinque anni, la qualità della band è stata sancita anche dai numerosi premi ricevuti, tra cui due Grammy Award, due Billboard Music Award e un World Music Award. Anche dal punto di vista delle vendite i risultati sono eccellenti, con circa 25 milioni di copie vendute.

L’origine del nome è piuttosto suggestivo e la decisione fu presa in virtù del significato letterale del termine. Questo esprime l’atto di sparire, diventare indistinto e così pure inafferrabile. È probabilmente la sensazione che la band vuole trasmettere all’ascoltatore nel momento in cui quest’ultimo ascolta un loro brano.


venerdì, marzo 19, 2021

Rock 'n wine - Kurt Cobain & Ageno La Stoppa


A volte, quando approcciamo nuove esperienze, che siano l’ascolto di una canzone o l’assaggio di un vino, possiamo essere folgorati dalla novità che ci troviamo davanti.

La mia folgorazione con la musica , da 16enne, avvenne con un grandissimo classico dei primi anni ’90, ovvero l’ascolto in radio di “Smells like teen spirit” dei Nirvana.

Non direi nulla di nuovo, se affermassi che i Nirvana aprirono le porte a un nuovo tipo di rock, incentrato sulla mescolanza tra alternative rock e hardcore punk associati al loro “amore” per la musica melodica.

Per loro suonare voleva dire essere liberi, soprattutto dalla sofferenza causata dal mondo esterno. Sofferenza che poi portò Kurt al gesto estremo del 1994.

La mia folgorazione in ambito enologico invece avvenne nel 2010, quando ad una fiera vinicola organizzata nel piacentino, assaggiai il mio primo vino macerato (o come viene chiamato tante volte secondo me in maniera inappropriata Orange Wine) : l’Ageno dell’azienda La Stoppa.

La macerazione del vino a contatto con le bucce dell’acino (tecnica usata per i vini rossi) era stata usata per produrre un vino bianco da classiche uve coltivate sulle colline piacentine, donando al vino caratteristiche totalmente fuori da ogni canone, oltre a un colore ambrato decisamente intrigante.

Benedetta fu quella gita ad Agazzano!

 

Canzone : Drain You - Nirvana

Vino : La Stoppa – Ageno 2007

Vitigno : Malvasia di Candia aromatica, Ortrugo e Trebbiano

Le uve vengono messe in macerazione per 30 giorni a contatto con le bucce per poi affinare 12 mesi in botti di legno e 36 mesi in bottiglia. Al naso abbiamo una predominanza aromatica data dalla Malvasia, ma in bocca c’è un mix esplosivo di spezie, erbe aromatiche e note ossidative. Elegantissimo l’equilibrio che si crea tra le note di morbidezza e freschezza e la componente tannica data dalle bucce in macerazione.



venerdì, marzo 12, 2021

Il rock sbanca Sanremo per la prima volta



Dopo 71 edizioni ed a 70 anni precisi da quel lontano 1951 in cui nacque il festival della canzone italiana,  finalmente il rock sbanca Sanremo con la vittoria dei Maneskin con il brano "Zitti e Buoni". 
Molti hanno parlato di rivoluzione, di cambiamento, di distacco dal solito cliché sanremese, ma se analizziamo bene la genesi del successo della band romana le risposte ci portano in un'altra direzione. 
Fino alla serata finale la classifica parlava di un Ermal Meta in prima posizione e di Arisa sul gradino più basso del podio. La votazione delle giurie delle prime serate, quella demoscopica, composta da un campione statisticamente rappresentativo di almeno 300 persone selezionate tra abituali fruitori di musica, l'orchestra, composta dai musicisti e coristi professionisti componenti l’orchestra del Festival, e la Sala Stampa composta dai giornalisti accreditati dalla Rai, aveva portato al solito risultato con canzoni melodiche e dal testo nazionalpopolare in corsa per la vittoria finale. E quindi eravamo pronti all'ennesima vittoria in un festival che dalla sua storia e' sempre stato avulso dalla realtà e dai cambiamenti musicali che avvenivano fuori dal teatro dell'Ariston. Non dimentichiamo che a cavallo della più grande rivoluzione musicale, quella sviluppatasi negli anni 60/70, a Sanremo trionfavano artisti come Nicola Di Bari, Peppino di Capri e Iva Zanicchi che avevano poco a che fare con gli artisti in voga sulla scena internazionale e parlo dei Pink Floyd, Led Zeppelin, The Who, David Bowie solo per citarne alcuni. Negli anni 80 al Festival vincevano Riccardo Fogli, Tiziana Rivale, Massimo Ranieri che pochissimo avevano in comune con gli artisti che spopolavano nel mondo come Bruce Springsteen, AC/DC, Michael Jackson per citarne alcuni. Gli anni 90 e 2000 addirittura hanno visto ritirare l'ambita palma di Sanremo da meteore del palco come i Jalisse e Giò Di Tonno in coppia con Lola Ponce. Ma con l'avvento degli ultimi anni del 2000 qualcosa e' cambiato. La giuria popolare ha iniziato ad avere più peso ed i direttori artistici del festival, a causa degli ascolti in netto calo, hanno deciso di portare sul palco i cantanti emergenti usciti dai talent. Marco Carta, Valerio Scanu, Emma, Marco Mengoni, e poi recentemente Mahmood ne sono la prova incontrovertibile. 
Questa e' stata la vera rivoluzione. La giuria popolare, che grazie al televoto, vota i suoi beniamini usciti dai talent. Li segue sui social, ne decreta vittorie e vendite. Li osanna e li porta in trionfo. Non e' la rivoluzione del rock. E' la rivoluzione dei talent e del pubblico, specialmente nella fascia 20/30 anni che vota quel cantante che ha visto in TV.
I Maneskin, forti del loro percorso a X-Factor, e della loro giovane età ne sono l'esempio più lampante. Insomma non sarà una rivoluzione ma quest'anno finalmente una canzone che ci piace parecchio e che ascolteremo per molto tempo e poi staremo Zitti e Buoni

venerdì, marzo 05, 2021

La Teoria del "Less is More" - Viaggio nel cuore della musica

 


Oggi voglio approfondire un argomento che molto spesso nella musica viene sottovalutato, soprattutto dal punto di vista della tecnica sullo strumento. In realtà ci sono due aspetti di questa teoria di cui vorrei parlarvi: Il primo riguarda le emozioni che vengono trasmesse ascoltando questo tipo di brani e la seconda è la tecnica e/o il talento che ci vuole per realizzarli.

Il primo aspetto è molto semplice: viviamo in un periodo musicale spesso basato sull'artifizio; l'ausilio della tecnologia, Autotune su tutti ma anche campionamenti elettronici ecc., permette alla maggior parte degli artisti di produrre musica "ingannando" l'ascoltatore che viene ammaliato dalla molteplicità di suoni ed effetti dando l'idea di essere di fronte ad un artista degno di salire su un palco e produrre musica; molto spesso non è così. Se volessimo fare un parallelismo con la cucina e chiedessimo ad un qualsiasi grande chef qual è la cosa più importante di un grande piatto non ti risponderebbe "il numero di ingredienti, di tecniche utilizzate e l'impiattamento" ma "la qualità della materia prima abbinata alla tecnica". Ed il punto è tutto qui.

Attenzione non vuole essere il discorso del solito "boomer" che rimpiange i tempi passati e che sostiene che la buona musica era solo quella dei miei tempi: lungi da me dal farlo; anche oggi ci sono tantissimi artisti che, a mio giudizio, hanno gran talento e tecnica.....solo che attualmente, più di prima, sono attorniati da molta più gente che non ha nessuna delle due cose.

Il secondo aspetto riguarda la tecnica sullo strumento: chi suona sa perfettamente che il livello di difficoltà non è rappresentato soltanto dalla velocità e dalla quantità di note suonate ma anche dall'esatto opposto. Per farvi capire meglio vi porto l'esempio dello strumento che, molto indegnamente, mi riguarda: la batteria; Se prendessi un ritmo base avrebbe le stesse difficoltà sia suonato molto veloce che suonato lentissimo. Allo stesso modo la difficoltà è uguale sia quando il ritmo prevede l'utilizzo di più parti dello strumento, sia quando se ne utilizzano meno: in questo caso entrano in gioco altri fattori come il tocco, la dinamica ecc. che fanno sempre parte della tecnica e che sono fondamentali.

Gli artisti che vorrei segnalarvi, che ancora oggi fanno musica e dischi, che incarnano perfettamente la mia teoria sono sostanzialmente due: John Mayer e Paolo Nutini.


John Clayton Mayer è un cantautore e chitarrista statunitense che nella sua carriera, 10 album in tutto e ben 7 Grammy Awards, ha sempre cercato di esprimere la sua musica nella maniera più essenziale possibile. Il risultato è un qualcosa che arriva diretto, senza fronzoli, e che spiazza da quanto sia efficace.

Per introdurvi alla sua musica, nel caso non lo conosceste, vi segnalo uno dei suoi brani più significativi: "Gravity" ( John Mayer Trio - Gravity (Live) - YouTube ) . Questo brano è "nudo", 4 strumenti, pochi effetti ma nulla lasciato al caso. Al primo ascolto chiunque potrebbe dire che risuonare questo brano sia semplice, ma non lo è affatto; ogni colpo di batteria, ogni nota di basso o chitarra suonata, per non parlare della voce si porta dietro un grado di difficoltà altissimo proprio perché non c'è possibilità di inganno. Se sbagli una nota, se dai un colpo troppo forte o troppo piano balza subito all'orecchio, e il brano ne risente. Oltre a questo la sua semplicità lo fa essere dannatamente efficace anche in termini di emozione. Arriva diretto al cuore e la pelle d'oca è assicurata.


Un altro artista che vorrei segnalarvi è il Britannico, ma chiaramente di origini italiane, Paolo Giovanni Nutini.

3 album fino ad adesso per lui dove l'essenza del suono la fa da padrone. In questo caso, a differenza di John Mayer, Paolo utilizza molto spesso tanti strumenti (nutrita sezione fiati ecc.) ma il concetto di essenzialità del suono è comunque predominante. Pochi assoli, pochissimi effetti, ed anche qui una ricerca costante dell'importanza di ogni singola nota o colpo al momento e con l'intensità giusta. Per "parlarvi" di lui vi segnalo il brano "Let me down Easy" ( Paolo Nutini - Let Me Down Easy [Acoustic] - YouTube ) tratto dal suo ultimo album "Caustic Love". 


Ovviamente la quantità di musicisti che sposano il concetto di cui sopra è molto più ampia ma per me era importante far passare attraverso questi due artisti il concetto di un tipo di musica in cui, a mio avviso, molti artisti di adesso dovrebbero cimentarsi per far capire veramente se possono essere chiamati tali....e in questo caso sono convinto che ci sarebbero molte vittime!!!



venerdì, febbraio 26, 2021

Nostalgia - I mega concerti Rock


È trascorso un anno da quando il Covid-19 ha intaccato la nostra vita, cambiando le nostre abitudini e le nostre libertà. Tutto sembrava scontato…mangiare una pizza, andare al cinema, a teatro ed ancora andare allo stadio a tifare la propria squadra di calcio.

Oggi, soffriamo per la mancanza di socialità, ed i concerti musicali ne sono la massima rappresentazione.

Espressione pura dello stare insieme, molti rimangono nel cuore e certi superano la data o il momento storico in cui si sono tenuti, perché riescono ad attirare folle così numerose da non poter essere dimenticati. Alcuni rendono artisti e band immortali ed entrano di diritto nel firmamento musicale. Abbracciarsi, saltare,  cantare e ballare le canzoni davanti al palco dei propri idoli con spensieratezza e tanta emozione.

Per questo, il blog vuole ricordare i concerti più belli, più visti, più grandi della storia del rock (escludendo i classici come Woodstock o il Live Aid etc..), come buono auspicio a tutti noi per riprendere presto a godere della vita!

METALLICA AL TUSHINO AIRFIELD DI MOSCA

Per promuovere The Black Album, il quinto album in studio della band statunitense, i Metallica realizzarono uno dei concerti rock più belli di sempre, al Tushino Airfield di Mosca. Era il 28 settembre del 1991, si era nell’ambito del Monsters of Rock, e da quel momento in poi nella popolazione russa cambiò qualcosa.

Fu un concerto di proporzioni grandissime: si stima ci siano stati 1 milione di spettatori. C’è chi tende a raddoppiare il numero, chi si ferma a un milione e mezzo. Ad ogni modo, i Metallica erano, in quel momento, all’apice della loro carriera e in quel live diedero tutto ciò che potevano.

PINK FLOYD A VENEZIA

Era il 15 luglio 1989 quando i Pink Floyd si esibirono a Venezia, in uno dei concerti più belli (e problematici) di sempre. Colpa forse di un’organizzazione che non seppe tener conto di quella che sarebbe stata una folla mastodontica, per osservare gli idoli di sempre esibirsi gratuitamente. L’esibizione su un pontone galleggiante fu iconica, e ancora oggi la si ricorda come una delle migliori di sempre.

200 mila spettatori totali (più quelli che, attraverso la RAI, potevano osservare dalla televisione) piazzate in ogni dove: non c’erano transenne, protezioni, acqua o ristoro. Ognuno si posizionò dove poteva, anche per poter vedere al meglio. L’acustica non fu delle migliori ma, in mezzo a tutta questa catastrofe di Venezia, il concerto dei Pink Floyd rimane uno dei più belli di sempre.

ROLLING STONES – COPACABANA, RIO DE JANIERO 2006

Rio de Janeiro, città-simbolo del divertimento e degli eccessi, era il palcoscenico perfetto per un concerto dei Rolling Stones. Quello che si svelò agli occhi dell’oltre un milione di persone presenti fu un imponente scenario di 22 metri che costò agli Stones più di 5 milioni di dollari. Il concerto, gratuito, è ancora oggi considerato uno dei più grandi di tutti i tempi.

I Rolling Stones si sono esibiti davanti a una folla stimata di 1,5 milioni di fan sulla famosa distesa di sabbia e oceano di Copacabana.

Il concerto gratuito è stato sovvenzionato da un paio di società di telecomunicazioni ed è stato trasmesso in televisione in tutto il Brasile, trasmesso in tutto il mondo sulla radio satellitare e online e proiettato nelle sale cinematografiche degli Stati Uniti.

Per lo spettacolo erano presenti più di 10.000 poliziotti, vigili del fuoco e professionisti dell'emergenza. Il Guardian ha scritto che durante il concerto sono state segnalate solo 33 rapine.

IRON MAIDEN- ROCK IN RIO DI RIO DE JANEIRO 2001

La Metal Band con la prevendita biglietti in sole due ore a fatto sold out, vendendo i 90,000 biglietti disponibili. alla terza partecipazione al Festival brasiliano, in occasione dell’ultima tappa del tour “Brave New World Tour”, si esibirono davanti un vasto pubblico, circa 250.000 persone. L’evento è stato immortalato in un cd anche per aiutare lo sfortunato ex batterista Clive Burr al quale gli fu diagnosticata una sclerosi multipla nel 1994 che lo porterà al decesso nel 2013 a soli 53 anni.

VASCO ROSSI – MODENA 2017

Il concerto di Vasco Rossi, che si è tenuto il 1 luglio al Modena Park rappresenta un vero e proprio concerto record mondiale con un totale di circa 220.000 biglietti venduti. Per tutti i fan che non sono riusciti a prendere in tempo un biglietto, è stato possibile assistere virtualmente al Modena park seduti su delle comode poltrone. Questo, grazie alla convenzione avvenuta con numerosi cinema sparsi in tutta Italia.

In più, il concerto evento di Vasco Rossi al Modena Park è stato trasmesso in diretta su Rai Uno, una sfida assolutamente vinta dato che il concerto ha ottenuto uno share del 36,1 % e più di 5,6 milioni di spettatori. La voce narrante del meraviglioso evento è stata affidata a Paolo Bonolis.

Sono state rispettate tutte le norme di sicurezza previste, soprattutto dopo l’attentato Kamikaze di Manchester. Il sindaco, Gian Carlo Muzzarelli, ha completamente vietato la vendita di bevande in contenitori di vetro, sia all’interno dell’aerea dell’evento, ma anche al di fuori della stessa. L’area a ridosso del parco è stata divisa in due cerchi: zona blu e zona rossa e gli spettatori potevano spostarsi solo a piedi. Inoltre, tramite una app gratuita i 220 mila fan, avevano la possibilità di seguire in tempo reale tutte le informazioni utili in tema di posteggi e mobilità.

Per i numerosi appassionati è stato creato in edizione numerata un kit ricordo completo di targhetta celebrativa dell’evento, CD, poster e molto altro che riuscirà a far rivivere la grande emozione del concerto di Modena.

 

 

venerdì, febbraio 19, 2021

Rock 'n wine - Eddie Vedder & Barbera d’Alba di Giuseppe Rinaldi


Edward Louis Severson nasce a in un piccolo sobborgo vicino a Chicago nel 1964. Edward diventerà poi noto nel mondo della musica con il nome di Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam e di tutto il mondo che ruota intorno al grunge.

Cos’hanno in comune Eddie Vedder (ed i Pearl Jam) con il vino? Tanto.

Eddie ad ogni concerto sale sul palco con la sua boccia di vino (quasi sempre rosso e quasi sempre italiano), una bottiglia, o anche più di una, che gli piace condividere con i fans delle prime file, creando quel clima magico di ogni suo concerto.

Proprio come in una delle canzoni che spesso si sentono nei loro concerti, “Crazy Mary” (cover di una canzone di Victoria Williams) il cui testo dice : Take a Bottle / Drink it down / Pass it around.

Nel 2019 Eddie Vedder in versione solista fece un concerto a Barolo durante il festival Collisioni e proprio le Langhe sono una delle sue zone preferite per quanto riguarda il vino.

Proprio in virtù di questo, decido di abbandonarmi al sound dei Pearl Jam bevendo una Barbera di Langa, quella di un produttore storico della zona, Giuseppe Rinaldi, il “Citrico” com’era solito essere chiamato, l’anima di Barolo, venuto,  ahi noi, a mancare nell’autunno del 2018.

Alla salute di Eddie e di Beppe!

 

Canzone : Crazy Mary – Pearl Jam

Vino : Giuseppe Rinaldi – Barbera d’Alba 2017

Vitigno : Barbera

Vino dritto dall’acidità vibrante, al naso è ricchissima di fiori e frutta di sottobosco. Al palato è quasi vellutata, setosa, elegante, ti coccola e ti emoziona per poi darti una scarica quasi di elettricità. Un vitigno a volte spigoloso ma che grazie alla struttura del vino ti avvolge completamente.

venerdì, febbraio 12, 2021

Rock & Roll Hall of Fame 2021







La Rock & Roll Hall of Fame Foundation ha annunciato qualche giorno  i seguenti candidati per l'edizione 2021:Mary J. Blige, Kate Bush, Devo, Foo Fighters, The Go-Go's, Iron Maiden, JAY-Z, 
Chaka Khan, Carole King, Fela Kuti, LL Cool J, New York Dolls, Rage Against the Machine, Todd Rundgren, Tina Turner e Dionne Warwick

Per poter essere candidato, un singolo artista o band deve aver pubblicato la sua prima registrazione commerciale almeno 25 anni prima dell'anno di nomina. Sette dei 16 candidati sono al ballottaggio per la prima volta, tra cui Foo Fighters, The Go-Go's, Iron Maiden, JAY-Z, Mary J. Blige, Fela Kuti e Dionne Warwick. Chaka Khan è stato precedentemente nominato sia da solista che con la band Rufus. Se elette, Carole King e Tina Turner diventeranno rispettivamente la seconda e la terza artista femminile inserite due volte, dopo l'elezione di Stevie Nicks del 2019. Se i Foo Fighters venissero inseriti, per Dave Grohl sarebbe la seconda volta in carriera.

"Questo straordinario voto riflette la diversità e la profondità degli artisti e della musica che la Rock & Roll Hall of Fame celebra" afferma John Sykes, Presidente della Rock & Roll Hall of Fame Foundation. "Questi candidati hanno lasciato un impatto indelebile sul paesaggio sonoro del mondo e hanno influenzato innumerevoli artisti che li hanno seguiti."

I voti dei candidati vengono inviati a un organo di voto internazionale di oltre 1.000 artisti, storici e membri dell'industria musicale. Vengono presi in considerazione fattori come l'influenza musicale di un artista su altri artisti, la durata e la profondità della carriera e il corpo del lavoro, l'innovazione e la superiorità nello stile e nella tecnica.

La Rock & Roll Hall of Fame offre ai fan la possibilità di partecipare al processo di selezione con il Fan Vote. Da oggi fino al 30 aprile, i fan possono votare ogni giorno  sul sito www.rockhall.com o al Museum di Cleveland. I primi cinque artisti, selezionati dal pubblico, entreranno di diritto in un "ballottaggio dei fan" che sarà utilizzato insieme agli altri ballottaggi per selezionare gli eletti 2021. 

Gli eletti saranno annunciati a maggio 2021. La cerimonia di introduzione nella Rock & Roll Hall of Fame 2021 si svolgerà a Cleveland, Ohio, questo autunno.

I candidati sono stati annunciati sui canali social della Rock Hall e in diretta sul programma mattutino "Feedback" del canale 106 di Sirius XM VOLUME con i conduttori Nik Carter e Lori Majewski.

Dreamkoma esprime con forza il proprio voto per gli Iron Maiden ed i Foo Fighters. Sarà sufficiente per farli entrare nella Rock & Roll Hall Of Fame ?? Lo scopriremo tra qualche mese.

venerdì, febbraio 05, 2021

Phil Collins...i suoi primi 70 anni

 


“Da quando ho 5 anni suono la batteria, non ho fatto altri lavori ed è molto difficile pensare che altro lavoro avrei potuto fare. Mi sarebbe piaciuto fare il calciatore, il portiere.”

Philip David Charles Collins, conosciuto come Phil Collins , è un cantautore, polistrumentista e musicista britannico, noto sia come solista sia come componente dello storico gruppo dei Genesis. 

Collins è uno dei tre artisti, oltre a Paul Mcartney e Michael Jackson,  ad aver venduto oltre 100 milioni di album in tutto il mondo sia come solisti che come membri principali di una band.

Nato il 30 Gennaio 1951, ha spento da poco 70 candeline e in questo post mi piacerebbe celebrarlo non descrivendo la sua fantastica carriera, ma facendo più che altro una guida all'ascolto segnalandovi alcuni suoi brani che, secondo me, l'hanno reso il grande artista poliedrico che è attualmente, e senza dubbio uno dei miei dieci artisti preferiti in assoluto. Una sorta di percorso musicale per i pochi che non lo conoscono e per chi vorrebbe approfondire il suo lavoro.

EPOCA GENESIS

FOLLOW YOU, FOLLOW ME (1978) https://www.youtube.com/watch?v=DyDRXbP1MaY

Si tratta del primo grande successo dei Genesis, estratto dall'album "And Then There Where Three...."
La canzone è stata scritta da Tony Banks, Mike Rutherford e Phil Collins e nel video ufficiale si vede quest’ultimo ricoprire il ruolo di cantante con shaker e di batterista. “Era il nostro unico brano veramente scritto da un gruppo. Mike ha suonato il riff, poi ho iniziato a suonare una sequenza di accordi e una linea melodica, che Phil ha poi centralizzato. Ha funzionato così bene che abbia deciso di lavorarci”, ha dichiarato Tony Banks. Phil Collins invece ha sempre parlato di una grande traccia ritmica che però non doveva diventare un singolo di successo.


Ancora oggi con oltre 18 milioni di visualizzazioni, il video di “Mama” è uno dei più visti dei Genesis. La canzone è un singolo estratto dal dodicesimo album in studio del gruppo ed è il più grande successo commerciale della band dopo l’addio di Peter Gabriel. Il brano nasce dalla lettura del libro “The Moon’s Balloon” di David Niven e racconta la storia d’amore edipico tra una prostituta e un suo cliente che la chiama appunto “mamma”.

EPOCA SOLISTA


In the air tonight è il singolo di debutto da solista, incluso nell'album "Face Value" del 1981. E' senza ombra di dubbio il suo brano più rappresentativo, soprattutto per la sua costruzione musicale che "esplode" nel finale con un fill di batteria che è stato celebrato come uno dei 101 best drumming moments. La canzone, immancabile nei suoi live, diventa la protagonista principale di tutto lo show con Phil che in ogni tour tenta di coreografarla in vari modi per sbalordire il pubblico nel finale, io che ho avuto la fortuna di assistere ad un suo live sono letteralmente impazzito al suo primo colpo sui tamburi. 
Il testo in realtà non è molto festoso, infatti parla del dolore che ha provato dopo aver divorziato dalla sua prima moglie. Nel 2016 dichiarò che il brano nacque spontaneamente: “Non sono abbastanza sicuro di cosa parla la canzone, ma c'è molta rabbia, molta disperazione e molta frustrazione”.
Per farvelo godere a pieno vi lascio il link di una sua performance live.

I WISH IT WOULD RAIN DOWN (1989) https://www.youtube.com/watch?v=YcY3FH208l8

"I Wish It Would Rain Down
" è una canzone dell'album di Phil Collins '1989 "... But Seriously", con la collaborazione del grande Eric Clapton. Uno dei miei brani preferiti impreziosito dalla sontuosa chitarra di Clapton e una performance vocale perfetta. Vi consiglio di guardare anche il video, molto carino.

ANOTHER DAY IN PARADISE (1989) https://www.youtube.com/watch?v=Qt2mbGP6vFI

"Another Day in Paradise" è stato pubblicato come primo singolo da “...But Seriously” e affronta come tema il problema dei senzatetto. Phil Collins canta la canzone in terza persona, mentre osserva un uomo che attraversa la strada e ignora una donna senzatetto. Il cantante implora gli ascoltatori di non chiudere un occhio perché, tracciando un'allusione religiosa, "è solo un altro giorno per te e per me in paradiso". Collins si rivolge anche direttamente a Dio cantando: "Oh Signore, non c'è più niente che qualcuno possa fare? Oh Signore, ci deve essere qualcosa che puoi dire". “Another Day in Paradise” è stato l’ultimo singolo numero uno degli anni 80 e il primo degli anni 90.


Scritta per la colonna sonora del film “Due vite in gioco”, “Against All Odds” è una ballad in cui il protagonista implora la ex sapendo che la riconciliazione è contro ogni previsione. Il singolo ha raggiunto il numero 2 nel Regno Unito il numero 1 della Billboard Hot 100 negli Stati Uniti. Con il tempo la canzone è stata interpretata da diversi cantanti che hanno conquistato il primo posto in classifica. Nel 2000 è stato il turno di Mariah Carey e i Westlife, mentre nel 2005 è stato il turno di Steve Brookstein, primo vincitore di The X Factor. Vi lascio il Link della bellissima versione Live.

Nonostante ultimamente sia falcidiato da numerosi problemi alla schiena, Phil continua ad esibirsi live anche se fa male vederlo esibirsi con bastone e sedia....in ogni caso è lodevole quanta ancora energia abbia, segno di un enorme amore per quella che è stata la sua unica ragione di vita...la musica. Una curiosità; da qualche anno nei suoi concerti Phil è accompagnato alla batteria dal figlio Nicholas...che ha preso tutti i geni del padre. Lo stesso Nicholas dovrebbe accompagnarlo anche nella tanto annunciata reunion dei Genesis che purtroppo ha subito uno stop nel progetto per via del Covid.

Lunga vita a Phil..... buon ascolto

IL DOGUI


 

venerdì, gennaio 29, 2021

Il produttore musicale



Per la storia della musica, una figura a dir poco strategica e fondamentale è stata e sempre sarà quella del PRODUTTORE DISCOGRAFICO. Questa professione ha permesso ad innumerevoli capolavori di prendere forma: come bozze di idee, demo fumose e scheletri di canzoni siano state trasformate in vere e proprie opere compiute.

Tra i principali protagonisti di epoche passate che hanno reso alcune band e canzoni immortali segnalo Harvey Philip Spector, nato il 26 dicembre del 1939 a New York è scomparso qualche giorno fa, il 16 gennaio 2021. Uno dei più influenti e rivoluzionari produttori discografici della storia della musica. Il suo approccio era a dir poco maniacale al limite dell’esasperazione: non si limitava solo a produrre l’album, ma ne seguiva scrupolosamente ogni piccolo passo. Riusciva ad immedesimarsi in ogni singolo lavoro che produceva, egli stesso era sia compositore che musicista e sapeva cogliere perfettamente tutte le esigenze di ogni artista che trattava.

Pioniere di alcuni gruppi femminili degli anni sessanta come The Crystals e The Ronettes, Spector ha collaborato con alcuni dei più grandi musicisti della scena mondiale. Tra l’altro è stato anche l’inventore del cosiddetto “Wall of Sound”: una speciale tecnica di registrazione che consisteva nell’aggiunta di strumenti tipici della musica orchestrale (archi, ottoni, timpani ecc.) alle classiche strumentazioni rock. Il risultato finale era quello di un suono unisono e di un effetto riverbero che avvolgeva l’ascoltatore in quello che lo stesso Spector definì “un approccio wagneriano al rock and roll”. In Inghilterra Spector produsse uno dei primi singoli di John Lennon da solista, Instant Karma!, e continuò la sua collaborazione con i Fab Four anche dopo lo scioglimento dei Beatles. Nel 1970, infatti, cooperò con George Harrison per l’album All Things Must Pass. Sempre nello stesso anno fu contattato da Eric Clapton per produrre un singolo del suo nuovo gruppo, Derek and the Dominos. Appena un anno più tardi Phil Spector lavorò di nuovo con Lennon ad uno dei suoi più grandi successi: Imagine.

Le collaborazioni con i Fab Four terminarono nel 1973 a causa di divergenze artistiche e problemi di carattere personale dovuti ai primi sintomi di follia di Spector. Nel 1977, infatti, mentre Phil lavorava all’album di Leonard Cohen “Death Of A Ladies Man”, andò in escandescenza e minacciò l’artista con una pistola.


Il suo carattere burrascoso, eccentrico ed ossessivo, alla fine, sfociò nell’omicidio di Lana Clarkson. Fu condannato a 19 anni di reclusione per omicidio di secondo grado. Da oltre dieci anni era in prigione dove morte all’età di 81 anni.

Nella musica possiamo avere due declinazioni, nella quale l'artista è indipendente nel processo creativo  e quella di produttore, generalmente quella di maggiore successo commerciale dove il musicista è un semplice interprete della visione sonora e delle idee del produttore.

Nel nostro amato mondo ROCK tra i protagonisti di categoria segnalo Butch Vig che è riuscito a rendere orecchiabile il rock alternativo chiamato “grunge” provocando l’enorme successo del genere agli inizi degli anni ’90 con i Nirvana e l’album “Nevermind”. Poi, ha proseguito con il progetto Garbage, una band alternative rock da lui fondata nel 1993, nella quale suonò come batterista. La sua carriera di produttore proseguì con gli Smashing Pumpkins fino ad arrivare ai Wasting Light e Sonic Highways dei Foo Fighters. 

Altra figura di “peso” è stata quella di Rick Rubin. Guru della produzione, fondatore della Def Jam Records, figura chiave nello sviluppo del suono hip-hop anni ’80, produttore storico di Beastie Boys, Slayer e Red Hot Chili Peppers. Molti degli album da lui prodotti, come Californication dei Red Hot Chili Peppers, presentano volumi molto alti che vanno spesso a discapito della qualità. Ciononostante, Rubin è stato più volte riconosciuto come una figura chiave nella storia della produzione discografica.

Profilo ancora più importante è stato George Martin, il quinto beatle, l’uomo che ha reso realtà i sogni di quattro ragazzi poco più che ventenni con una minima esperienza musicale e tante ambizioni. È in gran parte suo il merito del successo dei Beatles. Sue le orchestrazioni di I Am the Walrus, suo il lavoro di collage in Strawberry Fields Forever. La grandezza di George Martin è stata quella di essere complice dei Beatles nel processo di trasformazione del rock and roll da musica di intrattenimento ad arte. 

Concludo questa selezione di professionisti della musica con Robert John "Mutt" Lange che è stata la figura di riferimento per quanto riguarda i successi e del rock live.Tra le decine e decine di successi cito un disco in particolare che ha rappresentato una svolta importante per la musica rock commerciale, trattasi di Pyromania (1983) dei Def Leppard. Con il loro terzo album la band raggiunge dei livelli inimmaginabili.  Il look, il suono, il marketing, il coinvolgimento del pubblico femminile, non erano mai stati spinti così in alto da una rock band. Pyromania è la genesi di un mostro commerciale (1983-87) che sarà imitato da centinaia di band che esaspereranno l’approccio finendo spesso per diventare grottesche e ridicole. I Def Leppard raccontano come il processo compositivo fu molto lungo e travagliato. Il batterista Rick Allen ricorda Mutt: “ragazzi venite in studio con il vostro materiale ma non credeteci troppo perché lo cambieremo". Ci vollero 11 mesi e oltre 700.000 sterline (dell'epoca...) per completare un album che avrebbe potuto rovinare la Phonogram e i giovanissimi Leppard. Il risultato fu stupefacente, un album che superò i 10 milioni di copie vendute negli Usa. Pubblicato il 20 gennaio 1983 vide la band andare in tour negli Usa per 40 date come spalla a Billy Squier. Alla fine del tour i Leppard erano diventati il gruppo principale e le arene di medie dimensioni erano diventati stadi da oltre 50.000 posti. Sempre con Mutt, supereranno i 10 milioni di copie vendute anche con il seguente album "Hysteria" entrando così a far parte del club degli unici 5 gruppi al mondo ad avere raggiunto questo traguardo negli Usa.

Tra i diversi lavori che sottolineano lo spessore vi elenco i seguenti:

AC/DC – Highway to Hell, 1979

AC/DC – Back in Black, 1980

Foreigner – 4, 1981

Def Leppard – High 'N' Dry, 1981

AC/DC – For Those About to Rock We Salute You, 1981

Def Leppard – Hysteria, 1987

Bryan Adams – Waking Up the Neighbours, 1991

Def Leppard – Adrenalize (executive producer), 1992

Michael Bolton – The One Thing, 1993

Stevie Vann – Stevie Vann, 1995

Bryan Adams – 18 til I Die, 1996

Nickelback – Dark Horse, 2008

Maroon 5 – Hands All Over, 2010


mercoledì, gennaio 20, 2021

Rock 'n wine - Maynard James Keenan & Bolgheri Rosso Michele Satta

Tante volte vino e musica vanno a braccetto più di quello che si creda.
Molti cantanti, soprattutto inglesi e americani, hanno acquistato terreni e hanno iniziato a produrre i loro vini. 
Uno dei primi a farlo è stato l’istrionico cantante dei Tool, dei Perfect Circle e dei Puscifer ,  Maynard James Keenan.  
Maynard è stato uno dei personaggi che hanno animato i primi anni 90 e il periodo grunge : è sempre riuscito in tutti i suoi progetti a fondere la sua anima melodica a quella più cupa e introspettiva.
Una dei primi singoli dei Tool nell’album Undertow (1992) fu la canzone “Sober”,in cui si fa riferimento ad un amico della band , in perenne crisi creativa se sobrio, ma che riusciva ad essere ispirato solo se ubriaco. Un giro di basso che continua a ripetersi, la voce cantilenante di Maynard che ci porta quasi all’oblio. Una canzone oscura che mostra le inquietudine dell’animo umano. Per me un capolavoro.
Il minimo per una persona che parla di ispirazione dovuta all’alcool (e alla droga…) era quello di produrre vino quasi a tempo pieno : la sua cantina si trova in Arizona e si chiama Caduceus ,il simbolo di pace e prosperità, associato al dio greco Hermes (insomma tutto in linea con il personaggio).    
Il suo vino più famoso nasce da un blend di Tempranillo e Cabernet  Sauvignon , il Judith (dal titolo di una delle canzoni più famose dei A Perfect Circle).    
Non avendo mai avuto la fortuna di assaggiare uno dei vini di Maynard, mi abbandonerei sulle note di Sober bevendo un vino della zona di Bolgheri del produttore Michele Satta :  il Bolgheri Rosso, un blend di uve rosse  con proprio il Cabernet Sauvignon come vitigno principale.
Alla salute!

Canzone : Tool – Sober
Vino : Michele Satta – Bolgheri Rosso 2016
Vitigni : Cabernet Sauvignon 50% Sangiovese 30% Merlot 20%

Un vino nato per valorizzare in pieno il territorio di Bolgheri, un vino veramente succoso dotato di un bouquet di frutta rossa matura , spezie e cuoio. Sorso molto pulito, in bocca ha una decisa morbidezza e risulta quasi vellutato. 

venerdì, gennaio 15, 2021

Jean de Breteuil: L'angelo della morte.





"Jean era un ragazzo orribile, sembrava qualcosa che era strisciato fuori da sotto una pietra. Era tutto droga e sesso." - Marianne Faithful

Jean de Breteuil nacque nel 1949 a Parigi da una famiglia aristocratica. Allo scoppio della rivoluzione culturale della seconda metà degli anni Sessanta, era ricco, giovane e attraente. Anche intelligente. Aveva tutto per avere successo nella vita, ma la tentazione di fare una passeggiata sul lato oscuro della luna era troppo seducente e finì per diventare un playboy che trafficò droga per le rockstar.

I suoi genitori avevano attività commerciali in Africa e, grazie a un contatto presso l'ambasciata marocchina a Parigi, iniziò a trafficare eroina, che in seguito vendette a personaggi e artisti dell'alta società in visita nella capitale francese. Stabilì anche un quartier generale per la sua attività a Londra, e nel 1967 si trasferì negli Stati Uniti e si iscrisse all'Università della California, Los Angeles. Ma i suoi studi non erano altro che una copertura: la sua vera attività era importare eroina e hashish ad alta purezza, che finì per vendere a musicisti della West Coast come Janis Joplin. In effetti, è del tutto possibile che l'overdose che ha ucciso la cantante sia stata fornita da Breteuil. Tuttavia, riuscì ad insabbiare la sua responsabilità e continuò a fare amicizie sempre più importanti all'interno della celebrità del rock, diventando il principale fornitore di Keith Richards. Così Jean incontrò Marianne Faithfull, allora fidanzata di Mick Jagger, una donna che presto avrebbe avuto un ruolo enorme nella sua vita.
Nel 1969 Breteuil era a capo di un intero impero del traffico di eroina per le celebrità e una rete sfavillante di contatti. Gay Mercader, il promoter di concerti spagnolo, aveva una relazione con Breteuil a Parigi in quel momento e raccontò in un'intervista a El País: «Era un ragazzo bello e comunicativo. Apparteneva a una cerchia di ragazzi bohémien provenienti da famiglie benestanti, che fumavano hashish, prendevano l'LSD e viaggiavano in India. Potevano permetterselo, erano eredi di grandi fortune. Il Breteuil aveva, tra le altre imprese, giornali in Africa ».

Ma nella seconda metà del 1970, le cose sono peggiorate. Diverse persone che avevano avuto una relazione con Breteuil come Brian Jones, Hendrix o la già citata Janis Joplin erano morte, e molti membri del mondo dello spettacolo rock iniziarono a vedere il playboy come una sorta di angelo della morte. Non è stato così per Keith Richards, che lo convocò un mese dopo nella villa della Costa Azzurra che i Rolling Stones affittarono per comporre "Exile on Main St", per condire le sessioni con la migliore eroina thailandese.

Quella stessa estate ci fu la tragica morte di Jim Morrison poche centinaia di chilometri più a nord. Il cantante dei Doors si era recato a Parigi con la sua fidanzata, Pamela Courson, e non appena arrivato si mise a cercare un pusher. Courson aveva avuto una relazione con Jean de Breteuil, quindi l'acquisto della droga fu molto facile per il frontman dei Doors.
Da lì ci sono due versioni di ciò che è successo, ma entrambe coinvolgono Breteuil, che a quel tempo usciva con Marianne Faithfull dopo la sua rottura con Jagger.

Il primo dice che Jim e Pamela sono andati al loro hotel dopo aver comprato l'eroina da Breteuil di persona. Nel cuore della notte, Morrison andò in bagno e consumò una dose fatale che pose fine alla sua vita. Pamela ha cercato di rianimarlo mettendolo in una vasca piena di acqua fredda e ha chiamato un medico, ma quando è arrivato non c'era niente da fare. La ragazza negò che la droga fosse la causa del decesso, e il medico incomprensibilmente le credette e definì la morte naturale.

La seconda versione dice che Morrison è morto per overdose, ma non nel suo hotel ma in un club vicino, Rock 'N' Roll Circus. Lì, Jean de Breteuil aveva due spacciatori che lavoravano per lui, e secondo questa teoria, furono loro a vendere l'eroina al cantante. Secondo Sam Bernett, un giornalista del New York Times che dice di essere stato lì quella notte, Morrison è morto nel bagno del locale. "Il buttafuori è venuto e mi ha detto che qualcuno era chiuso in uno dei bagni e non usciva", ha poi raccontato in un libro. "Così ho chiamato i ragazzi della sicurezza per sfondare la porta. Il cantante dei Doors, il bel e famoso ragazzo californiano, era accasciato e inerte. Ho chiamato un dottore di cui mi fidavo, e quando è arrivato lì ha ribaltato la testa di Jim indietro, ha alzato le palpebre, ha aperto la bocca e gli ha messo l'orecchio al petto per ascoltare il suo battito cardiaco. Ha cercato segni e lividi sul corpo e sulle braccia. È stata una visita medica rapida e professionale. La sua diagnosi era molto certa: "Quest'uomo è morto. A quanto pare è vittima di arresto cardiaco."

Secondo Bernett, i due spacciatori sono andati nel panico e hanno deciso di nascondere l'accaduto. Hanno messo Jim in macchina e l'hanno portato al suo hotel. E lì ci sarebbe stato l'esame del medico che ha redatto il suo referto ufficiale.

Dopo aver appreso di ciò che era accaduto, Jean de Breteuil e la sua fidanzata Marianne Faithfull decisero di fuggire. Si sono sbarazzati di tutta la droga che avevano lasciato e hanno preso un aereo per Casablanca, e da lì a Tangeri. Lì, lo spacciatore sarebbe morto pochi mesi dopo per un'altra overdose. La ragazza di Jim, Pamela, sarà sopraffatta, qualche anno dopo, dallo stesso destino

È sorprendente quanto poco letteratura ci sia su questo personaggio rock maledetto, che quasi tutti hanno finito per negare. Nessuno voleva parlare di lui da decenni, e quando qualcuno l'ha fatto, è stata la sua ultima ragazza, Marianne, e non proprio per scusarlo: "Quella notte a Parigi è andato a trovare Jim Morrison e lo ha ucciso", avrebbe dichiarato alla rivista Mojo nel 2014. Povero bastardo. La merda era troppo forte? Sì. Ed è morto ». 

Jean de Breiteuil. La colonna sonora della sua vita dovrebbe includere The Pusher, People Are Strange, e Angel of Death di Hank Williams. "L'Angelo della Morte/ Verrà dal cielo/ E rivendichi la tua anima / Quando arriverà il momento di morire"