Molti hanno parlato di rivoluzione, di cambiamento, di distacco dal solito cliché sanremese, ma se analizziamo bene la genesi del successo della band romana le risposte ci portano in un'altra direzione.
Fino alla serata finale la classifica parlava di un Ermal Meta in prima posizione e di Arisa sul gradino più basso del podio. La votazione delle giurie delle prime serate, quella demoscopica, composta da un campione statisticamente rappresentativo di almeno 300 persone selezionate tra abituali fruitori di musica, l'orchestra, composta dai musicisti e coristi professionisti componenti l’orchestra del Festival, e la Sala Stampa composta dai giornalisti accreditati dalla Rai, aveva portato al solito risultato con canzoni melodiche e dal testo nazionalpopolare in corsa per la vittoria finale. E quindi eravamo pronti all'ennesima vittoria in un festival che dalla sua storia e' sempre stato avulso dalla realtà e dai cambiamenti musicali che avvenivano fuori dal teatro dell'Ariston. Non dimentichiamo che a cavallo della più grande rivoluzione musicale, quella sviluppatasi negli anni 60/70, a Sanremo trionfavano artisti come Nicola Di Bari, Peppino di Capri e Iva Zanicchi che avevano poco a che fare con gli artisti in voga sulla scena internazionale e parlo dei Pink Floyd, Led Zeppelin, The Who, David Bowie solo per citarne alcuni. Negli anni 80 al Festival vincevano Riccardo Fogli, Tiziana Rivale, Massimo Ranieri che pochissimo avevano in comune con gli artisti che spopolavano nel mondo come Bruce Springsteen, AC/DC, Michael Jackson per citarne alcuni. Gli anni 90 e 2000 addirittura hanno visto ritirare l'ambita palma di Sanremo da meteore del palco come i Jalisse e Giò Di Tonno in coppia con Lola Ponce. Ma con l'avvento degli ultimi anni del 2000 qualcosa e' cambiato. La giuria popolare ha iniziato ad avere più peso ed i direttori artistici del festival, a causa degli ascolti in netto calo, hanno deciso di portare sul palco i cantanti emergenti usciti dai talent. Marco Carta, Valerio Scanu, Emma, Marco Mengoni, e poi recentemente Mahmood ne sono la prova incontrovertibile.
Questa e' stata la vera rivoluzione. La giuria popolare, che grazie al televoto, vota i suoi beniamini usciti dai talent. Li segue sui social, ne decreta vittorie e vendite. Li osanna e li porta in trionfo. Non e' la rivoluzione del rock. E' la rivoluzione dei talent e del pubblico, specialmente nella fascia 20/30 anni che vota quel cantante che ha visto in TV.
I Maneskin, forti del loro percorso a X-Factor, e della loro giovane età ne sono l'esempio più lampante. Insomma non sarà una rivoluzione ma quest'anno finalmente una canzone che ci piace parecchio e che ascolteremo per molto tempo e poi staremo Zitti e Buoni
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