venerdì, marzo 26, 2021

Today Nuovo Album : EVANESCENCE

 


Cari lettori, oggi è il giorno di uscita di un nuovo progetto musicale che abbiamo il piacere di condividere:

·       EVANESCENCE “THE BITTER TRUTH”

Il gruppo rock statunitense ha influenzato moltissimo la musica da metà dei primi anni 2000 in poi ed ha saputo sempre fondere con sapienza alternative metal, new metal e gothic, il tutto con forti influenze sinfoniche ed elettroniche.

Sono trascorsi esattamente 10 anni dall’ultimo disco d'inediti della band.

Alcuni brani sono stati presentati live in un evento in streaming come “Wasted On You”, “The Game Is Over”, “Use My Voice”. La leader/founder nonché vocalist del gruppo è Amy Lee che ha spiegato come le liriche siano arrivate da più fronti. "C’erano molti testi da scrivere... essere in quarantena forzata, quando stanno succedendo così tante cose... - ha detto - non solo per la pandemia, ma ci siamo sentiti privi di forze quando ci sono stati alcuni avvenimenti nel nostro governo. È stato un periodo di forte stress e la musica è stata la mia alleata e il mio rifugio ed è anche il posto in cui posso parlarne. Perciò sì, certo, ci sono riferimenti a ciò che stavamo sentendo e vivendo durante questa situazione mondiale".

Dominato dalla presenza di chitarre e atmosfere epiche, "The Bitter Truth" è una raccolta di tracce che si ispirano alle realtà spesso amare di questo XXI secolo.

Questo nuovo lavoro è ricco di collaborazioni inaspettate delle quali Amy è particolarmente orgogliosa: «Ho aperto la mia mente e i miei orizzonti in modo naturale e mi hanno portata alle varie collaborazioni. Ciò che mi attrae sin dall’inizio nella musica sono i contrasti. Mi interessa quando riesci a mixare vari generi e contaminazioni.»

Aggiunge Troy McLowHorn, chitarrista della band: «Non è stato semplice lavorare a quest’album e terminarlo, una grande sfida, proprio perché non potevano vederci ogni volta che volevamo. Molte cose le abbiamo dovuto fare ognuno per sè.»

The Bitter Truth è un album potente, che richiama i primi lavori della band, dopo la parentesi orchestrale: «Abbiamo voluto fare molto casino, ottenere un suono molto casinista e ci siamo divertiti molto nel farlo. L’album è super dark, siamo tornati al passato, al grunge, alle influenze del passato che più ho amato. Sono cose che sono sempre state dentro di me e fatto parte del mio gusto personale e che ora sono venute fuori.”  – spiega la Lee.

Questo lavoro arriva dopo anni travagliati per Amy e la band.  Dopo Evanescence, il gruppo si è preso una pausa mentre risolveva una disputa legale con la precedente etichetta discografica. Sono poi tornati in studio per Synthesis, l’album del 2017 in cui rifacevano i successi del passato con arrangiamenti orchestrali. Ma questo nuovo lavoro rappresenta davvero un nuovo inizio per l’intero gruppo ed è stato un nuovo percorso di consapevolezza e rinascita per la stessa Amy: «Già prima che il mondo si rovesciasse avevo così tanto da dire — spiega —. Per me scrivere è come una seduta terapeutica e quindi un po’ dell’oscurità delle nuove canzoni dipende per forza dall’isolamento dell’ultimo anno». Lo sforzo, però, è catartico: «Se da qualcosa di brutto crei qualcosa di bello, allora hai un senso e trovi speranza. Soprattutto se quel qualcosa arriva anche ad altre persone».

Tracklist:  Artifact/ The turn - Broken Pieces Shine - The Game is Over - Yeah Right - Feeding the dark - Wasted on You - Better without you - Use My Voice - Take Cover - Far from Heaven - Part of Me - Blind Belief.

Gli Evanescence sono tra i gruppi più noti al mondo per quando riguarda il genere musicale generalmente denominato Gothic metal. Nel corso della loro carriera ad oggi lunga venticinque anni, la qualità della band è stata sancita anche dai numerosi premi ricevuti, tra cui due Grammy Award, due Billboard Music Award e un World Music Award. Anche dal punto di vista delle vendite i risultati sono eccellenti, con circa 25 milioni di copie vendute.

L’origine del nome è piuttosto suggestivo e la decisione fu presa in virtù del significato letterale del termine. Questo esprime l’atto di sparire, diventare indistinto e così pure inafferrabile. È probabilmente la sensazione che la band vuole trasmettere all’ascoltatore nel momento in cui quest’ultimo ascolta un loro brano.


venerdì, marzo 19, 2021

Rock 'n wine - Kurt Cobain & Ageno La Stoppa


A volte, quando approcciamo nuove esperienze, che siano l’ascolto di una canzone o l’assaggio di un vino, possiamo essere folgorati dalla novità che ci troviamo davanti.

La mia folgorazione con la musica , da 16enne, avvenne con un grandissimo classico dei primi anni ’90, ovvero l’ascolto in radio di “Smells like teen spirit” dei Nirvana.

Non direi nulla di nuovo, se affermassi che i Nirvana aprirono le porte a un nuovo tipo di rock, incentrato sulla mescolanza tra alternative rock e hardcore punk associati al loro “amore” per la musica melodica.

Per loro suonare voleva dire essere liberi, soprattutto dalla sofferenza causata dal mondo esterno. Sofferenza che poi portò Kurt al gesto estremo del 1994.

La mia folgorazione in ambito enologico invece avvenne nel 2010, quando ad una fiera vinicola organizzata nel piacentino, assaggiai il mio primo vino macerato (o come viene chiamato tante volte secondo me in maniera inappropriata Orange Wine) : l’Ageno dell’azienda La Stoppa.

La macerazione del vino a contatto con le bucce dell’acino (tecnica usata per i vini rossi) era stata usata per produrre un vino bianco da classiche uve coltivate sulle colline piacentine, donando al vino caratteristiche totalmente fuori da ogni canone, oltre a un colore ambrato decisamente intrigante.

Benedetta fu quella gita ad Agazzano!

 

Canzone : Drain You - Nirvana

Vino : La Stoppa – Ageno 2007

Vitigno : Malvasia di Candia aromatica, Ortrugo e Trebbiano

Le uve vengono messe in macerazione per 30 giorni a contatto con le bucce per poi affinare 12 mesi in botti di legno e 36 mesi in bottiglia. Al naso abbiamo una predominanza aromatica data dalla Malvasia, ma in bocca c’è un mix esplosivo di spezie, erbe aromatiche e note ossidative. Elegantissimo l’equilibrio che si crea tra le note di morbidezza e freschezza e la componente tannica data dalle bucce in macerazione.



venerdì, marzo 12, 2021

Il rock sbanca Sanremo per la prima volta



Dopo 71 edizioni ed a 70 anni precisi da quel lontano 1951 in cui nacque il festival della canzone italiana,  finalmente il rock sbanca Sanremo con la vittoria dei Maneskin con il brano "Zitti e Buoni". 
Molti hanno parlato di rivoluzione, di cambiamento, di distacco dal solito cliché sanremese, ma se analizziamo bene la genesi del successo della band romana le risposte ci portano in un'altra direzione. 
Fino alla serata finale la classifica parlava di un Ermal Meta in prima posizione e di Arisa sul gradino più basso del podio. La votazione delle giurie delle prime serate, quella demoscopica, composta da un campione statisticamente rappresentativo di almeno 300 persone selezionate tra abituali fruitori di musica, l'orchestra, composta dai musicisti e coristi professionisti componenti l’orchestra del Festival, e la Sala Stampa composta dai giornalisti accreditati dalla Rai, aveva portato al solito risultato con canzoni melodiche e dal testo nazionalpopolare in corsa per la vittoria finale. E quindi eravamo pronti all'ennesima vittoria in un festival che dalla sua storia e' sempre stato avulso dalla realtà e dai cambiamenti musicali che avvenivano fuori dal teatro dell'Ariston. Non dimentichiamo che a cavallo della più grande rivoluzione musicale, quella sviluppatasi negli anni 60/70, a Sanremo trionfavano artisti come Nicola Di Bari, Peppino di Capri e Iva Zanicchi che avevano poco a che fare con gli artisti in voga sulla scena internazionale e parlo dei Pink Floyd, Led Zeppelin, The Who, David Bowie solo per citarne alcuni. Negli anni 80 al Festival vincevano Riccardo Fogli, Tiziana Rivale, Massimo Ranieri che pochissimo avevano in comune con gli artisti che spopolavano nel mondo come Bruce Springsteen, AC/DC, Michael Jackson per citarne alcuni. Gli anni 90 e 2000 addirittura hanno visto ritirare l'ambita palma di Sanremo da meteore del palco come i Jalisse e Giò Di Tonno in coppia con Lola Ponce. Ma con l'avvento degli ultimi anni del 2000 qualcosa e' cambiato. La giuria popolare ha iniziato ad avere più peso ed i direttori artistici del festival, a causa degli ascolti in netto calo, hanno deciso di portare sul palco i cantanti emergenti usciti dai talent. Marco Carta, Valerio Scanu, Emma, Marco Mengoni, e poi recentemente Mahmood ne sono la prova incontrovertibile. 
Questa e' stata la vera rivoluzione. La giuria popolare, che grazie al televoto, vota i suoi beniamini usciti dai talent. Li segue sui social, ne decreta vittorie e vendite. Li osanna e li porta in trionfo. Non e' la rivoluzione del rock. E' la rivoluzione dei talent e del pubblico, specialmente nella fascia 20/30 anni che vota quel cantante che ha visto in TV.
I Maneskin, forti del loro percorso a X-Factor, e della loro giovane età ne sono l'esempio più lampante. Insomma non sarà una rivoluzione ma quest'anno finalmente una canzone che ci piace parecchio e che ascolteremo per molto tempo e poi staremo Zitti e Buoni

venerdì, marzo 05, 2021

La Teoria del "Less is More" - Viaggio nel cuore della musica

 


Oggi voglio approfondire un argomento che molto spesso nella musica viene sottovalutato, soprattutto dal punto di vista della tecnica sullo strumento. In realtà ci sono due aspetti di questa teoria di cui vorrei parlarvi: Il primo riguarda le emozioni che vengono trasmesse ascoltando questo tipo di brani e la seconda è la tecnica e/o il talento che ci vuole per realizzarli.

Il primo aspetto è molto semplice: viviamo in un periodo musicale spesso basato sull'artifizio; l'ausilio della tecnologia, Autotune su tutti ma anche campionamenti elettronici ecc., permette alla maggior parte degli artisti di produrre musica "ingannando" l'ascoltatore che viene ammaliato dalla molteplicità di suoni ed effetti dando l'idea di essere di fronte ad un artista degno di salire su un palco e produrre musica; molto spesso non è così. Se volessimo fare un parallelismo con la cucina e chiedessimo ad un qualsiasi grande chef qual è la cosa più importante di un grande piatto non ti risponderebbe "il numero di ingredienti, di tecniche utilizzate e l'impiattamento" ma "la qualità della materia prima abbinata alla tecnica". Ed il punto è tutto qui.

Attenzione non vuole essere il discorso del solito "boomer" che rimpiange i tempi passati e che sostiene che la buona musica era solo quella dei miei tempi: lungi da me dal farlo; anche oggi ci sono tantissimi artisti che, a mio giudizio, hanno gran talento e tecnica.....solo che attualmente, più di prima, sono attorniati da molta più gente che non ha nessuna delle due cose.

Il secondo aspetto riguarda la tecnica sullo strumento: chi suona sa perfettamente che il livello di difficoltà non è rappresentato soltanto dalla velocità e dalla quantità di note suonate ma anche dall'esatto opposto. Per farvi capire meglio vi porto l'esempio dello strumento che, molto indegnamente, mi riguarda: la batteria; Se prendessi un ritmo base avrebbe le stesse difficoltà sia suonato molto veloce che suonato lentissimo. Allo stesso modo la difficoltà è uguale sia quando il ritmo prevede l'utilizzo di più parti dello strumento, sia quando se ne utilizzano meno: in questo caso entrano in gioco altri fattori come il tocco, la dinamica ecc. che fanno sempre parte della tecnica e che sono fondamentali.

Gli artisti che vorrei segnalarvi, che ancora oggi fanno musica e dischi, che incarnano perfettamente la mia teoria sono sostanzialmente due: John Mayer e Paolo Nutini.


John Clayton Mayer è un cantautore e chitarrista statunitense che nella sua carriera, 10 album in tutto e ben 7 Grammy Awards, ha sempre cercato di esprimere la sua musica nella maniera più essenziale possibile. Il risultato è un qualcosa che arriva diretto, senza fronzoli, e che spiazza da quanto sia efficace.

Per introdurvi alla sua musica, nel caso non lo conosceste, vi segnalo uno dei suoi brani più significativi: "Gravity" ( John Mayer Trio - Gravity (Live) - YouTube ) . Questo brano è "nudo", 4 strumenti, pochi effetti ma nulla lasciato al caso. Al primo ascolto chiunque potrebbe dire che risuonare questo brano sia semplice, ma non lo è affatto; ogni colpo di batteria, ogni nota di basso o chitarra suonata, per non parlare della voce si porta dietro un grado di difficoltà altissimo proprio perché non c'è possibilità di inganno. Se sbagli una nota, se dai un colpo troppo forte o troppo piano balza subito all'orecchio, e il brano ne risente. Oltre a questo la sua semplicità lo fa essere dannatamente efficace anche in termini di emozione. Arriva diretto al cuore e la pelle d'oca è assicurata.


Un altro artista che vorrei segnalarvi è il Britannico, ma chiaramente di origini italiane, Paolo Giovanni Nutini.

3 album fino ad adesso per lui dove l'essenza del suono la fa da padrone. In questo caso, a differenza di John Mayer, Paolo utilizza molto spesso tanti strumenti (nutrita sezione fiati ecc.) ma il concetto di essenzialità del suono è comunque predominante. Pochi assoli, pochissimi effetti, ed anche qui una ricerca costante dell'importanza di ogni singola nota o colpo al momento e con l'intensità giusta. Per "parlarvi" di lui vi segnalo il brano "Let me down Easy" ( Paolo Nutini - Let Me Down Easy [Acoustic] - YouTube ) tratto dal suo ultimo album "Caustic Love". 


Ovviamente la quantità di musicisti che sposano il concetto di cui sopra è molto più ampia ma per me era importante far passare attraverso questi due artisti il concetto di un tipo di musica in cui, a mio avviso, molti artisti di adesso dovrebbero cimentarsi per far capire veramente se possono essere chiamati tali....e in questo caso sono convinto che ci sarebbero molte vittime!!!