venerdì, novembre 27, 2020

Una Romatica Storia d'Amore: B.B.King-Lucille

Ricordo ero a Praga, correva l'anno 2000, noi tutti salutavamo il vecchio millennio per accogliere con non pochi timori il nuovo millennio, il futuro, la tecnologia che cominciava a fare passi da gigante ed il terrore per il fantomatico YK2 Bug, meglio conosciuto come Millenium Bug, un orribile e mostruoso difetto informatico che si risolse in una bolla di sapone.
Mentre il mondo tecnologico faceva passi da gigante ho voluto tirare il freno a mano, davanti ad una vetrina di un vecchio negozio di dischi in pieno centro, io, appassionato di blues rock anni '60 e '70, rimanevo folgorato da un album appena uscito sul mercato discografico: Riding with The King, la prima collaborazione tra Eric Clapton ed il compianto B.B. King.
 

 
Acquistai immediatamente l'album e me innamorai, sono sempre stato convinto che prima di abbracciare l'innovazione, il "moderno", bisognerebbe avere una buona base di conoscenza, soprattutto nel campo musicale, per apprezzare a pieno ed accettare le nuove proposte.
 
Oggi cari lettori vorrei però dare attenzione a lui, al re, al quale tutti i più grandi blues man, compreso Clapton, hanno tratto ispirazione, perchè senza B.B. King diciamocelo chiaramente, il blues non sarebbe stato lo stesso, e di conseguenza nemmeno i generi che derivano dalla musica nera dei primi del '900.
Chitarrista eccellente che ha saputo prendere per mano la black music ed ha saputo accompagnarla fino agli anni 2000 sapendo rinnovarsi anno per anno.
 

 
 
Però noi non siamo abituati a descrivere banalmente la vita dei grandi artisti, non siamo qui per tediarvi, a noi piace scavare, tirare fuori le curiosità e parlare anche dei mezzi che hanno aiutato questi personaggi a diventare quello che sono diventati.
Tutti sanno che B.B. King era molto legato alla sua inseparabile Lucille, una Gibson-355, ma perchè l'ha chiamata proprio così? Non è stato di certo un caso...
 
Era il 1949 quando B.B. King venne chiamato a suonare in Arkansas in un locale, un luogo piccolo e freddo dentro al quale i propietari riscaldavano utilizzando dei bidoni riempiti con del cherosene. Durante l'esibizione due individui cominciarono a litigare (pensa quanta intelligenza, sul palco un'icona del blues e loro mani in faccia) quando all'improvviso un bidone cadde per terra facendo divampare in pochissimo tempo un incendio e provocando panico tra il pubblico.
Il locale venne evacuato e B.B. King corse fuori insieme a tutti gli altri, nel momento in cui però si rese conto di aver dimenticato la sua chitarra semi acustica all'interno si precipitò di nuovo nell'edificio per recuperarla senza pensarci su due volte.
Il giorno dopo venne a conoscenza del fatto che i due litigarono a causa di una ragazza che lavorava nel locale...ragazza di nome: Lucille.
 

 
 
Da quel momento in poi la sua Gibson-355 prese il nome di Lucille e tutte le successive, e molto più prestigiose chitarre, ebbero l'onore di adottare quel glorioso nome.
Beh, se non è una romantica storia d'amore questa...
 
Stay Rock
 
 

mercoledì, novembre 25, 2020

4 chiacchere con i......DESARITMIA

 




Oggi vi vogliamo raccontare una piacevolissima intervista fatta con i Desaritmia. 

La band di origine marchigiana e romagnola ci ha colpiti per le loro sonorità. Sono capaci di fondere suoni e stili differenti, dallo ska al reggae suonati con maestria ed accompagnati da testi rigorosamente in italiano. Ed ecco che cosa ci hanno raccontato.


- Da dove nasce il nome del gruppo? Perché Desaritmia?
Il nome "Desaritmia" è una doppia negazione: abbiamo l'"aritmia", che è un'alterazione del ritmo, e il "Des" che ne smentisce il significato. Dunque, il nostro nome sta a significare che andiamo a tempo.. almeno speriamo ahah!  

- Siete una band anomala. Vedere una marimba su un palco non è così comune. Da dove nasce il vostro suono ?
Il nostro suono nasce dalla sperimentazione: passiamo un sacco di tempo in sala prove a suonare e a collaudare il nostro sound. 
Musicalmente siamo abbastanza diversi l'uno dall'altro, il che ci aiuta a spaziare nei generi in quello che scriviamo.

- Avete partecipato a Sanremo Rock. Che esperienza è stata ?
L'esperienza di Sanremo è stata molto emozionante.. suonare in un posto come l'Ariston fa un certo effetto e non pensavamo nemmeno che ci saremmo mai arrivati.
Abbiamo portato il nostro sound su un palco che ha fatto la storia della musica italiana e ne siamo molto fieri.

- Progetti per il futuro? Avete un album in cantiere ?
Il prossimo anno abbiamo intenzione di far uscire il nostro primo disco <3, ci stiamo lavorando da un po' e causa coronavirus i lavori sono andati a rilento nell'ultimo periodo.
Speriamo di farvelo sentire la prossima estate durante il tour!

- Riuscite a fare musica in questo periodo particolare? E se si come ?
Questa estate siamo riusciti a portare la nostra musica in giro per l'Italia ma ultimamente non ci è possibile a causa delle ultime disposizioni.
Comunque non ci fermiamo mai e continuiamo ad essere attivi sui social, a fare interviste e a comunicare con i nostri fan e amici.

- Siete in 6 sul palco. E se foste 6 personaggi storici ? Chi sareste?
Probabilmente saremmo i Madness (se si possono etichettare come personaggi storici ahah). Ci piace il loro modo di vedere e vivere la musica e soprattutto la loro carica sul palco.
Sono mitici!!

- Siamo ad un mese da Natale? Cosa chiedereste come regalo ?
Chiederemmo che tutta questa situazione finisca il prima possibile, che le persone stiano meglio e di tornare a suonare perchè ci manca davvero tanto <3

venerdì, novembre 20, 2020

I FIGLI D'ARTE NEL ROCK


Vivere nella lussuria e nei privilegi può offrire molte opportunità, da una vita sfrenata e piena di lusso alla facilità di diventare ciò che si desidera. Essere figli d’arte, spesso, ha i suoi lati negativi, soprattutto se si decide di intraprendere la carriera del proprio genitore famoso. Altre volte, invece, i giovani appaiono più razionali, meno eccentrici e scelgono di proposito di tenersi ben lontano dal mondo della celebrità e da tutto ciò che esso comporta. Tuttavia, il lavoro e la dedizione sono comunque fattori importanti per il successo. «Se nasci in mezzo alla musica e l’ami, ti appartiene. Che tu abbia successo o no» ha detto Otis Redding III, figlio della celebre voce soul. 

Sono cresciuti all’ombra dei miti rock e pop, non si fanno condizionare, però la fama dei padri li schiaccia. Nessuno riesce a essere altrettanto grande. Solo Jeff Buckley ha superato papà Tim, tragica voce folk. Poi, a 31 anni, è annegato nel Mississippi. La storia dei padri e figli del rock è lunga e ha esempi illustri: Jakob Dylan, che assomiglia a Bob com’era trent’anni fa, ha cancellato il suo nome entrando nei Wallflowers. Anche lui, come il papà, compone, canta e suona la chitarra. Ha scelto l’«invisibilità» Zack Starkey, che suona la batteria con Who e Oasis ed è pure salito su un palco con l’augusto genitore, Ringo Starr. Julian Lennon, il 43enne figlio di John e della sua prima moglie Cynthia, dopo una discreta carriera negli anni ’80 ora vuole ripubblicare i suoi vecchi album. Anche il fratellastro Sean (la mamma è Yoko Ono) voleva fare il musicista. Ha inciso due album negli anni ’90.

Altri figli del rock… 
Il leader dei Green Day sposa nel 1994 Adrienne Nesser e l’anno seguente nasce Joseph Marciano “Joey” Armstrong attualmente batterista dei SWMRS. Anche il secondo figlio, Jakob Danger Armstrong nato nel 1998, è un musicista membro dei Mt. Eddy. 

Jason Bonham (15 luglio 1966). A soli 5 anni si può vedere nel film “The Song Remains The Same” sotto gli occhi dell’orgoglioso papà John. Nel 1984 fa parte degli Airrace, nel 1987 dei Virginia Wolf e quindi nel 1988 suona nell’album ‘Outrider’ di Jimmy Page. Quindi due album come Bonham (1989-1992), collaborazione con Paul Rodgers, la nuova formazione chiamata Motherland ed in seguito altri due dischi questa volta come Jason Bonham Band. Inutile elencare le tantissime altre joint venture di Jason che vanno dai Foreigner agli UFO, da Slash alla reunion dei Led Zeppelin. Jason è un batterista affermato, turnista di fama internazionale che ha assistito i Led Zeppelin dietro le pelli nella loro ultima, magnifica Reunion, il Celebration Day del 2007. 

In ambito “metal” si inserisce Lauren Harris (6 luglio 1984), figlia di Steve Harris, bassista degli Iron Maiden. Nella sua band c’è il chitarrista Rick Baum (Deepset) che vanta una collaborazione con Nicko McBrain nei McBrain Damage. Disco di debutto datato 2008 e tour di supporto per i padrini Maiden nel 2007 in giro per il mondo. 

Ora è il turno della londinese Kelly Michelle Lee Osbourne (27 ottobre 1984) figlia del leggendario Ozzy. Kelly sale agli onori della cronaca nel 2002 con la serie di MTV dedicata alla sua allegra famigliola (“The Osbournes”), composta anche dal fratello Jack e dalla sorella Aimee. Ha pubblicato tre album agli inizi del terzo millennio, Shut Up e Changes, nel 2002 e, successivamente Sleeping In The Nothing, nel 2005. Si tratta di dischi in pieno stile Pop Rock, pur traendo chiara ispirazione dal Punk. 

ROBERT TRUJILLO, il navigato bassista californiano (Suicidal Tendencies/Metallica) ha due figli avuti dal matrimonio con Chloé: Tye e Lulah. Il ragazzo (classe ’05), già membro di una band chiamata The Helmets, a soli dodici anni viene reclutato dai Korn per sostituire in tour (sette date sudamericane nella primavera del 2017) il bassista Reginald “Fieldy” Arvizu: FENOMENO! 

Dall'Italia... 
Lenny Ligabue, figlio del famoso Luciano, ha scelto di seguire le orme del padre e anche lui lavora nel mondo della musica. Sui social, Lenny è molto seguito e quello che subito si percepisce è la propensione al black and white che caratterizza la maggior parte delle sue foto in cui mostra la sua grande passione per la musica. In particolar modo Lenny ha una vera e propria predilezione per l'heavy metal. Infine, ha collaborato con il padre suonando la batteria per la canzone dell’ultimo album “La cattiva compagnia”. 
LA SCOMMESSA 
Eli Hewson, all’anagrafe Elijah Bob Patricius Guggi Q Hewson, è il terzo figlio di Bono (U2)ed Alison Stewart (dopo Jordan, imprenditrice, e Memphis Eve, nota attrice), ed è nato il 18 agosto 1999. Da piccolo ha sofferto d’asma, e per questo ha dato il nome della sua band ad un oggetto legato a questo: inhaler, infatti, vuol dire inalatore. La band di cui è il frontman fa musica rock s’ispira alla new wave dei Joy Division. Ascoltate su Spotify “My honest face”: FIGLIO D'ARTE!

venerdì, novembre 13, 2020

Un buon libro da leggere - Amore Morte & Rock 'n' roll




In questo periodo di secondo lockdown poco importa che viviate in zona rossa, gialla od arancione. Sicuramente avrete più tempo per dedicarvi ad una buona lettura, magari alla sera prima di addormentarvi od in una pausa di lavoro mentre siete in smart working.
Vi consiglio allora "Amore, morte & Rock 'n' roll" del giornalista Ezio Guaitamacchi. Il titolo del libro è già evocativo ed incarna fin dall'immagine di copertina lo spirito cupo del rock. 
Misteri, circostanze oscure, silenzi ed omissioni ci portano alla scoperta degli ultimi giorni di esistenza di 50 rockstar mondiali.
Ai più forse non sembra il mestiere più pericoloso del mondo, ma leggendo le ultime ore dei nostri beniamini ci accorgiamo che suonare la batteria in un gruppo metal od essere il frontman di una band rock aumenta vertiginosamente le possibilità di morire in circostanze misteriose ed oscure. O forse tutto ciò serve per rendere immortale il ricordo del beniamino prematuramente scomparso? La risposta la canta Sting in 50.000, brano scritto dopo la scomparsa di Prince, quando sussurra …."le rockstar non muoiono mai, semplicemente svaniscono…".
E così potrete leggere di una Amy Winehouse, controllata giorno e notte da un bodyguard con il compito di proteggerla dai suoi eccessi di droga ed alcool, che muore nell'unica notte in cui viene lasciata sola nella sua stanza, o di un David Bowie che a pochi giorni dalla sua scomparsa per un tumore, contattò il suo produttore e disse di avere trovato il miglior modo per promuovere il suo album, appena uscito, e nel giro di 48 ore la notizia della sua dipartita su tutte le testate del mondo fece incrementare le vendite del suo ultimo lavoro. E poi rimarrete stupiti dal racconto di chi ha vissuto gli ultimi istanti in compagnia delle rockstar. Scoprirete la telefonata che scatenò il delirio suicida in Michael Hutchence, cantante degli Inxs, o la luce accecante che portò via Lou Reed nel suo giardino di casa, raccontata dalla sua compagna Laurie Anderson.
Le nostre Rockstar preferite ci lasciano senza parole in vita e da morti e forse aveva proprio ragione Sting…..non muoiono mai.

venerdì, novembre 06, 2020

Piattaforme on line per suonare insieme a distanza, pro e contro e lo studio di nuove tecnologie


Da oggi parte il secondo LOCKDOWN nazionale, diverso da quello di Marzo a partire dal fatto che non sarà uguale in tutte le regioni, ma la cosa che accomuna tutta Italia, e non solo, è l'impossibilità di poter suonare dal vivo, sia in sala prove che in locali e/o spazi all'aperto. Ma è veramente così???

Ovviamente nel senso stretto del termine si, ci sono però dei modi per poter sopperire alla distanza riuscendo a suonare insieme, ognuno comodamente nel proprio studio o nella propria cameretta.

Usati per primi dai musicisti professionisti per poter gestire più progetti contemporaneamente molte volte con artisti a km di distanza, le piattaforme on line hanno via via preso piede anche tra i musicisti amatoriali aumentando sempre di più la community e quindi dando al possibilità agli utenti di suonare con chiunque, qualsiasi genere musicale e trovare anche livelli di bravura differenti che potessero adattarsi alle proprie capacità.

Ma cosa serve per poter suonare on line? Beh prima di tutto la disponibilità di uno spazio (cantina, taverna, box o studio) dove poter suonare liberamente il proprio strumento senza disturbare vicini o famiglia ; certo con una chitarra, un basso, una tastiera è molto più facile in quanto il suono può essere "deviato" quasi completamente in cuffie o auricolari. Il difficile diventa quando lo strumento è principalmente acustico: batteria, sassofono, tromba, percussioni e perché no anche la voce stessa.

Se si riesce a superare il primo ostacolo diciamo che si è già a buon punto; basta dotarsi di una buona scheda audio dove far confluire il suono del proprio strumento, e ultimo, ma non meno importante, avere una buona connessione.

E' proprio su questo ultimo punto che negli anni ci sono stati i maggiori problemi; l'ossessione di tutti gli sviluppatori e ingegneri è sempre stata una sola: LATENZA.

Ed è facile capire perché: ovviamente qualsiasi cosa si suoni insieme deve avere alla base un timing, tutti devo recepire allo stesso momento qualsiasi strumento altrimenti se ci fossero dei ritardi anche minimi non si riuscirebbe a eseguire un brano con risultati soddisfacenti.

Grazie alla capacità della rete, fibra 4G e 5g, e ad applicazioni che riescono a ridurre al minimo il ritardo nella comunicazione, ultimamente si sono fatti passi da gigante, ma il risultato non è garantito al 100%: alcuni pacchetti dati che veicolano note possono non arrivare a destinazione.

Per far fronte a questo problema la ricerca, che coinvolge anche laboratori universitari, si sta affidando al machine learning: addestrare l'algoritmo a "predire" la musica che si sta eseguendo e, quando necessario, a sostituire i dati (le note, i suoni) dispersi.

Per questo è nato un prototipo che si chiama Jacktrip che utilizza proprio questo algoritmo e che in fase di test sta dando dei risultati sorprendenti, riducendo la latenza di suono ad un tempo inferiore di 30 millisecondi, praticamente lo stesso tempo che impiega il suono a propagarsi su una distanza di 10 metri. La cosa interessante è che questo algoritmo deve essere "addestrato" ai vari suoni prodotti dai diversi strumenti, quindi ce ne sarà uno per il pianoforte, violoncello ecc. perché laddove ce ne sarà bisogno lì dovrà predire e eseguire in pochissimo tempo.

Aldilà di quello che ci riserverà il prossimo futuro ci sono al momento varie piattaforme che permettono di suonare con una latenza assolutamente soddisfacente, ricordo fra gli altri: JAMULUS, JAMMR, NINJAM e recentemente sta spopolando un software chiamato ALOHA, di un'azienda italiana, che promette di annullare quasi completamente la latenza.



C'è però un altro problema che a mio parere questa tecnologia non potrà mai risolvere: per la mia concezione di musica e di musicista, che vive la musica come passione e come hobby, il suonare fisicamente da solo guardando uno schermo o un muro non mi da alcuna emozione. 

Per me suonare insieme comprende varie sfaccettature tutte importanti che non si limitano unicamente al suono o allo strumento: le chiacchere prima e dopo i concerti e le prove, gli sguardi scambiati sul palco o in sala, le dinamiche elementi che se mancano non mi permettono di completamente di emozionarmi e quindi di essere soddisfatto di quello che faccio. 

Ovviamente è una cosa soggettiva e sicuramente durante questo lock down questa astinenza la soffrirò molto, ma se siete interessati a questo mondo e non vi siete ancora avvicinati a queste tecnologie consiglio di provarci!!! magari in Canada, a Honolulu, a Perth c'è un chitarrista, un bassista o batterista che non vede l'ora di suonare con voi!!!




IL DOGUI