venerdì, novembre 06, 2020

Piattaforme on line per suonare insieme a distanza, pro e contro e lo studio di nuove tecnologie


Da oggi parte il secondo LOCKDOWN nazionale, diverso da quello di Marzo a partire dal fatto che non sarà uguale in tutte le regioni, ma la cosa che accomuna tutta Italia, e non solo, è l'impossibilità di poter suonare dal vivo, sia in sala prove che in locali e/o spazi all'aperto. Ma è veramente così???

Ovviamente nel senso stretto del termine si, ci sono però dei modi per poter sopperire alla distanza riuscendo a suonare insieme, ognuno comodamente nel proprio studio o nella propria cameretta.

Usati per primi dai musicisti professionisti per poter gestire più progetti contemporaneamente molte volte con artisti a km di distanza, le piattaforme on line hanno via via preso piede anche tra i musicisti amatoriali aumentando sempre di più la community e quindi dando al possibilità agli utenti di suonare con chiunque, qualsiasi genere musicale e trovare anche livelli di bravura differenti che potessero adattarsi alle proprie capacità.

Ma cosa serve per poter suonare on line? Beh prima di tutto la disponibilità di uno spazio (cantina, taverna, box o studio) dove poter suonare liberamente il proprio strumento senza disturbare vicini o famiglia ; certo con una chitarra, un basso, una tastiera è molto più facile in quanto il suono può essere "deviato" quasi completamente in cuffie o auricolari. Il difficile diventa quando lo strumento è principalmente acustico: batteria, sassofono, tromba, percussioni e perché no anche la voce stessa.

Se si riesce a superare il primo ostacolo diciamo che si è già a buon punto; basta dotarsi di una buona scheda audio dove far confluire il suono del proprio strumento, e ultimo, ma non meno importante, avere una buona connessione.

E' proprio su questo ultimo punto che negli anni ci sono stati i maggiori problemi; l'ossessione di tutti gli sviluppatori e ingegneri è sempre stata una sola: LATENZA.

Ed è facile capire perché: ovviamente qualsiasi cosa si suoni insieme deve avere alla base un timing, tutti devo recepire allo stesso momento qualsiasi strumento altrimenti se ci fossero dei ritardi anche minimi non si riuscirebbe a eseguire un brano con risultati soddisfacenti.

Grazie alla capacità della rete, fibra 4G e 5g, e ad applicazioni che riescono a ridurre al minimo il ritardo nella comunicazione, ultimamente si sono fatti passi da gigante, ma il risultato non è garantito al 100%: alcuni pacchetti dati che veicolano note possono non arrivare a destinazione.

Per far fronte a questo problema la ricerca, che coinvolge anche laboratori universitari, si sta affidando al machine learning: addestrare l'algoritmo a "predire" la musica che si sta eseguendo e, quando necessario, a sostituire i dati (le note, i suoni) dispersi.

Per questo è nato un prototipo che si chiama Jacktrip che utilizza proprio questo algoritmo e che in fase di test sta dando dei risultati sorprendenti, riducendo la latenza di suono ad un tempo inferiore di 30 millisecondi, praticamente lo stesso tempo che impiega il suono a propagarsi su una distanza di 10 metri. La cosa interessante è che questo algoritmo deve essere "addestrato" ai vari suoni prodotti dai diversi strumenti, quindi ce ne sarà uno per il pianoforte, violoncello ecc. perché laddove ce ne sarà bisogno lì dovrà predire e eseguire in pochissimo tempo.

Aldilà di quello che ci riserverà il prossimo futuro ci sono al momento varie piattaforme che permettono di suonare con una latenza assolutamente soddisfacente, ricordo fra gli altri: JAMULUS, JAMMR, NINJAM e recentemente sta spopolando un software chiamato ALOHA, di un'azienda italiana, che promette di annullare quasi completamente la latenza.



C'è però un altro problema che a mio parere questa tecnologia non potrà mai risolvere: per la mia concezione di musica e di musicista, che vive la musica come passione e come hobby, il suonare fisicamente da solo guardando uno schermo o un muro non mi da alcuna emozione. 

Per me suonare insieme comprende varie sfaccettature tutte importanti che non si limitano unicamente al suono o allo strumento: le chiacchere prima e dopo i concerti e le prove, gli sguardi scambiati sul palco o in sala, le dinamiche elementi che se mancano non mi permettono di completamente di emozionarmi e quindi di essere soddisfatto di quello che faccio. 

Ovviamente è una cosa soggettiva e sicuramente durante questo lock down questa astinenza la soffrirò molto, ma se siete interessati a questo mondo e non vi siete ancora avvicinati a queste tecnologie consiglio di provarci!!! magari in Canada, a Honolulu, a Perth c'è un chitarrista, un bassista o batterista che non vede l'ora di suonare con voi!!!




IL DOGUI






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