sabato, settembre 29, 2018

Stradarte: la mappa degli artisti di Strada a Milano


Quante volte ci è capitato di passeggiare per le vie del centro di Milano e ,tra una vetrina e l'altra, ci siamo trovati di fronte ad un capannello di persone affascinate dallo spettacolo di un'artista di strada.

Personalmente l'arte di strada la trovo fantastica: arricchisce culturalmente una città, dà gioia ai cittadini e in molti casi, permette ad artisti di elevata bravura di esprimersi al meglio avendo il giusto riscontro di pubblico.

Ovviamente come tutte le cose ci vuole una regolamentazione a queste esibizioni per le seguenti ragioni:

- Elevare la qualità degli spettacoli evitando di far esibire anche chi l'Arte non sa neanche dove sta di casa
- Evitare che ci siano spettacoli troppo vicini l'uno all'altro che di fatto si disturberebbero a vicenda
- Evitare che ci siano discussioni fra i vari artisti o qualche "mafia" che gestisca i posti e gli orari più strategici.
- Avere la tranquillità che lo spettacolo non violi qualche regolamentazione urbana con il rischio di multe ecc.

Per questa ragione, per adesso solo nel comune di Milano, da un po' di tempo è nata la piattaforma web Stradarte; Se sei un artista e vuoi esibirti per le strade della città in questo sito, previa registrazione, puoi prenotare nelle varie giornate e secondo disponibilità il tuo spazio di 2 ore che ti permetterà di avere l'esclusiva non solo dell'orario ma anche del posizionamento nella città. In questo modo si ha la certezza che lo spettacolo non venga "intralciato" da altri artisti e che sopratutto venga regolamentato seguendo le normative urbanistiche.

Infatti nella registrazione al sito l'artista deve descrivere in cosa consiste il suo spettacolo e il numero di persone di cui è composto ma , se utilizza della strumentazione, deve specificarne in dettaglio la tipologia in modo tale da capire se il suono possa superare i decibel consentiti per legge. inoltre la regola principale è che ogni strumentazione elettrica deve essere auto alimentata, con batterie ecc., impedendo "l'attacco" a qualsiasi impianto di esercizi commerciali limitrofi all'esibizione.

Ma ovviamente questa piattaforma non è solo utile per gli artisti ma anche per il pubblico; infatti indicando la data, l'orario e la tipologia di spettacolo si ottiene una mappa dettagliata di tutti gli artisti che si esibiranno e questo è decisamente un grosso vantaggio. Se per esempio mi trovo ad assistere per caso ad un'esibizione che mi è piaciuta molto in questa piattaforma ho la possibilità di capire quando e dove quell'artista si esibirà le volte successive.

Non posso ancora rivelarlo ufficialmente ma anche io, insieme alla mia orchestra, mi esibirò per le strade di Milano...se in una delle prossime domeniche vi ritroverete una Piazza Duomo piena di gente....saprete perchè ;-).

Per informazioni collegatevi al sito milano.stradarte.it

IL DOGUI






sabato, settembre 22, 2018

Dream Theater Drummer Audition....tecnica vs. musicalità ed elasticità mentale



Dream Theater, una delle band più famose nel panorama del Progressive Metal, milioni di dischi venduti in tutto il mondo e una tecnica musicale portata a livelli altissimi; il fatto di cui vi parlo oggi non è attuale ma si riferisce al 2010, quando uno dei membri fondatori del gruppo, il batterista Mike Portnoy, decide di lasciare la band dopo 25 anni per seguire nuovi progetti. Gli altri componenti del gruppo (Jordan Rudees alle tastiere, John Myung al basso, John Petrucci alla chitarra e James La Brie alla voce) rimangono alquanto interdetti quando apprendono la notizia e dopo averci pensato a lungo decidono di organizzare un'audizione per sostituire uno dei punti di riferimento del loro sound e della band in generale; impresa niente affatto semplice ma in ogni caso obbligata se si voleva far rimanere in piedi il progetto.

Dopo una prima scrematura furono selezionati:

* Aquiles Priester (39 anni) (ANGRA, PAUL DI'ANNO)
* Peter Wildoer (36 anni) (DARKANE)
* Marco Minnemann (40 anni) (KREATOR, NECROPHAGIST, EPHEL DUATH, JOE SATRIANI)
* Virgil Donati (52 anni) (PLANET X, SEVEN THE HARDWAY)
* Derek Roddy (38 anni) (HATE ETERNAL, NILE, TODAY IS THE DAY)
* Mike Mangini (48 anni) (STEVE VAI, EXTREME, ANNIHILATOR)
* Thomas Lang (43 anni) (JOHN WETTON, ROBERT FRIPP, GLENN HUGHES)



Ognuno di loro fu invitato a New York presso gli S.I.R. Studios per una audizione più approfondita. 

Intelligentemente i componenti del gruppo decisero di dividere l'esame in tre sessioni:

- Suonare tre brani del repertorio (vennero scelti The Dance of Eternity, The Spirit Carries On e A Nightmare to Remember)
- Suonare improvvisando al momento
- Seguire dei Riff comandati da Jordan o John

Per chi conosce questo genere sa che uno dei punti fondamentali è la tecnica dello strumento, tempi velocissimi, molte volte "dispari" come si dice in gergo e un utilizzo della doppia cassa estremo. Ovviamente tutti i candidati, con stili diversi, superano brillantemente la prima prova; le canzoni se le sono potute ascoltare mille volte, hanno potuto scriversi la partitura, insomma c'era poco spazio all'errore per dei batteristi del loro livello se non qualche giustificata sbavatura.

Il problema è arrivato nelle altre due sessioni; l'improvvisazione voleva testare la "chimica" che si poteva creare tra i musicisti e soprattutto tra i Dream, che suonano da ormai 30 anni insieme, e il candidato, i riff testavano invece l'elasticità del musicista nel trovare al volo, dopo averlo ascoltato pochi secondi, un ritmo adeguato per un giro di chitarra o di tastiera. Avevo già affrontato questo tema quando parlai del concerto "ipertecnico" di Steve Vai e del suo G3: tanta tecnica, e che tecnica, ma zero cuore. 

In questo caso non parliamo di "cuore" ma in ogni caso guardando i video delle audition si intuisce un'enorme difficoltà, per questi musicisti votati alla tecnica, nell'improvvisare o nel suonare ad orecchio. Se vediamo dei video su Youtube di Thomas Lang, che io adoro, Virgil Donati o Mike Mangini rimaniamo di sicuro a bocca aperta, e in alcuni casi ti chiedi come faccia un essere umano ad avere quell'indipendenza negli arti e quella velocità di esecuzione spaventosa, ma è evidente che tutto questo tempo passato ad affinare la tecnica abbia influito sulla Forma mentis di ognuno di loro a discapito dell'elasticità mentale; Ovviamente sia i riff che l'improvvisazione non era basato su un banale 4/4 ma comunque aveva numerose difficoltà, in ogni caso nulla di così insormontabile, all'apparenza, per ognuno di questi candidati.

Alla fine in qualche modo tutti ne sono usciti bene ma comunque in molti casi hanno dovuto utilizzare delle tecniche "didattiche" per poter uscire dall'impasse; quindi meglio scriversi la partitura del riff per poterlo suonare o provare più di una volta la Jam snaturando l'improvvisazione. Ma lo scopo dei Dream era proprio testare il musicista facendolo uscire dalla sua "confort zone" e di sicuro l'intento è riuscito, e solo così si sarebbe scelto il profilo giusto. Per la cronaca, per chi non lo sapesse, è stato scelto "Mike Mangini" che ad oggi suona ancora con loro, anche se personalmente rimpiango molto Mike Portnoy; e lo rimpiango proprio nel modo di suonare in simbiosi con gli altri: seguire i vistuosismi di Petrucci o di Rudees, capirli al volo con uno sguardo ecc. e nei live questa cosa viene fuori in maniera evidente. 

Devo dire che per un batterista come me, lontano anni luce a livello tecnico da ognuno di loro, è stato confortante vedere che anche loro possono avere delle difficoltà in alcune situazioni, questi errori gli hanno dato una certa umanità che in ogni caso li rende più "raggiungibili" a miei occhi; ma tocca comunque darci dentro!!!

IL DOGUI

Se siete curiosi di vedere i video delle audizioni vi lascio dei link:






  

  

sabato, settembre 15, 2018

Le illusioni degli "artisti" di oggi....


Questa settimana prendo spunto da un fatto secondo me increscioso dal punto di vista musicale che è capitato nelle ultime settimane; è passato quasi un mese dalla notizia che ha "sconvolto" il mondo della musica: la morte di un mito come Aretha Franklin.

Sarebbe grave e riduttivo classificare artisti come Aretha semplicemente cantanti, o interpreti; nel suo mondo e in quello che ha dato a noi e alla musica c'è molto di più; c'è lotta sociale, c'è la ribellione di un popolo per anni sottomesso, c'è la voce dell'anima che viene fuori in tutta la sua forza. In ogni caso questo post non vuole essere un suo omaggio (vi invito a leggere un bellissimo articolo del mio amico Lorenzo Vergani a riguardo http://theitaliansoul.com/aretha-franklin-anima-e-voce-di-un-popolo/ ) ma una critica a chi considera questo tipo di arte, e di artisti, accessibili a tutti.

Eh qui veniamo al fattaccio, “Un insulto alla musica”: così è stato definito dal web il tributo di Giusy Ferreri ad Aretha Franklin, scomparsa il 16 agosto a Detroit. Dal palco del Deejay on stage, evento organizzato da radio Deejay a Riccione, la cantante lanciata dalla prima edizione di XFactor è stata infatti chiamata a realizzare un tributo ad Aretha cantando le celeberrime "Think" e "I say a little prayer" assieme a Takagi & Ketra (i produttori con cui sta dominando le chart con Amore e capoeira) e la band degli Street Clerks (il gruppo ospite fisso di E poi c’è Cattelan).

Anche tenendo conto del fatto che la situazione è stata messa in piedi in fretta e furia, era il giorno stesso della scomparsa, e quindi senza prove e intese tra i musicisti, più che un tributo è stato un oltraggio.

L'errore di fondo sta nel fatto che si pensi che siccome nella loro vita queste due persone utilizzino ho hanno utilizzato il microfono come strumento del loro "lavoro" non vuol dire necessariamente che siano accomunabili e classificate nella stessa categoria, e trovo inconcepibile che Giusy non abbia avuto la benchè minima remora nel fare questa cosa.

Da suonatore di batteria, così mi voglio definire, se mi avessero chiesto di omaggiare Jeff Porcaro replicando una sua canzone o una sua performance non ci avrei neanche pensato minimamente tale il mio rispetto; la cosa preoccupante che la consapevolezza e la sicumera di Giusy sia stata costruita da un pubblico che l'ha portata, con il suo apprezzamento, su quel palco nonostante poche qualità dei suoi lavori artistici nonchè vocali.

Ma non finisce qui, perché successivamente è intervenuta anche Cheryl Porter, cantante e bravissima vocal coach statunitense trasferitasi in Italia, che ha pubblicato un video che ha fatto il giro del web in cui viene spiegata la gravità dell’accaduto: per l’artista infatti, Giusy e gli altri avrebbero mancato di rispetto ad uno dei personaggi più importanti per la comunità americana e afroamericana.

“Io non so chi cavolo ha scelto di fare questo grande insulto alla memoria di una delle più grandi cantanti della storia della musica” dice nel video Cheryl Porter. “Siamo a livelli bassissimi. Spero potete capire la gravità di questo grave insulto” continua. “Mancanza di rispetto, mancanza di preparazione. Con tutti i cantanti che ci sono proprio la peggiore per rappresentare la migliore – incalza-. Stiamo parlando della donna che ha rappresentato la liberazione, l’educazione, la forza delle donne, una cultura sottovalutata per tanti anni in schiavitù, la prima voce di liberazione. Io voglio qualcuno che chieda scusa per questo insulto alla memoria di Aretha Franklin” conclude la cantante. Parole pesanti che personalmente mi trovano d'accordo.

Badate bene, non sono qui a dire che se qualsiasi persona voglia cantare e/o avere successo deve essere per forza Aretha Franklin o niente, però bisogna avere chiaro in mente che ci sono vari livelli di artisti e alcuni di questi saranno sempre inarrivabili perché oltre alla tecnica affiancano caratteristiche che non si potranno mai imparare...il vissuto, la sensibilità le doti innate ecc...

Come si dice in questi casi....."occhio a non pisciare fuori dal vaso"

IL DOGUI





sabato, settembre 08, 2018

Rock e Libertà

In questi giorni mi è capitato di guardare un documentario molto interessante chiamato "Free to Rock" che racconta come la musica, in particolare il Rock, abbia contribuito in maniera significativa alla fine della Guerra Fredda.

Il termine "Guerra Fredda" sintetizza la situazione che si presentò negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale. In pratica in un mondo dominato da due grandi potenze completamente contrapposte sul piano ideologico, capitalismo e comunismo, il conflitto sembrava inevitabile. Ma al tempo stesso i due contendenti avevano armamenti di tale potenza che una guerra avrebbe avuto conseguenze insostenibili anche per il "vincitore", e quindi di fatto il conflitto era impraticabile. Si venne così a creare una situazione anomala: una mobilitazione militare, economica e psicologica, di stato di guerra, ma al tempo stesso l'impossibilità di usare armi, che comunque continuavano ad essere prodotte e accumulate.


In questa situazione di stallo la musica cominciò ad avere un ruolo fondamentale; in quel periodo in America inizió farsi largo un ragazzo con il ciuffo e le movenze da tarantolato di nome Elvis Presley; il suo rock era adrenalina pura e le sue canzoni riuscivano a superare la cortina di ferro , ovviamente in gran segreto. I Servizi Segreti americani sfruttarono questa ocasione usando delle strategie, all'apparenza innocue, per cercare di destabilizzare il regime sovietico. Elvis Presley infatti, con la sua popolarità sempre più in ascesa negli Stati Uniti, si dice fosse stato mandato durante il servizio di leva nel distaccamento della Germania Ovest, avvicinadolo fisicamente al confine dell’est. Questa mossa contribuì a smuovere la voglia di libertà dei giovani socialisti che, fino a quel momento, avevano la possibilità di ascoltare solo musica popolare del regime. Al fine di reprimere sul nascere questo possibile pericolo, L'Unione Sovietica vietò la distribuzione in tutti i paesi della musica occidentale. Come spesso accade però quando si vieta qualcosa è automatico che nasca nelle persone la voglia di trasgressione e di ribellione; i "Bone Records" erano dischi di musica rock in simil vinile di contrabbando che venivano distribuiti agli angoli delle strade ai giovani aprendo di fatto una breccia nel totalitarismo socialista.

Per correre ai ripari l'Unione Sovietica creò dei gruppi musicali a "tavolino" e attraverso l'unica casa di produzione autorizzata, la Melodia, distribuirono una musica e delle canzoni rock sovietiche che però avevano l'approvazione, soprattutto nei testi, del regime.

Ma di fatto questa mossa servì a poco, Il rock proveniente dall'ovest ispirò migliaia di band e i loro altrettanto numerosi fan sullo sfondo dell’Europa orientale e dell’Unione Sovietica. Flowers, Kino e Plastic People of the Universe furono solo alcuni dei gruppi che diedero linfa ai movimenti giovanili apertamente schierati contro il governo comunista e che alimentarono il desiderio collettivo di libertà.

Tra le personalità musicali di spicco in Russia vi è Stas Namin, fondatore della leggendaria band The Flowers (più di 60 milioni di album venduti); organizzatore della SNC, prima società di produzione indipendente dell’Unione Sovietica; creatore delle prime aziende private (agenzie di concerti, reti televisive, etichette discografiche, stazioni radio, etc.), che hanno abbattuto il monopolio statale.

A poco a poco il regime sovietico capì che questa ribellione era impossibile da sedare e per questo motivo cominciò ad organizzare dei concerti di star occidentali nei paesi dell'Unione Sovietica. Storici furono i concerti dei Beach Boys in Cecoslovacchia e di Bruce Springsteen a Mosca fino ad arrivare alla data storica del 12 e 13 Agosto 1989 con il primo concerto in piena cooperazione tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti: Il Moscow Music Peace Festival. Tra i musicisti partecipanti vi erano: Bon Jovi, Gorky Park, Ozzy Osbourne, Mötley Crüe, Skid Row, Cinderella e gli Scorpions, i quali hanno dedicato a tal proposito alcuni dei loro versi più famosi:

I follow the Moskva
Down to Gorky Park
Listening to the wind of change
An August summer night
Soldiers passing by
Listening to the wind of change

Nel documentario, come testimoni del periodo sono stati intervistati Mikhail Gorbaciov, Bruce Springsteen, Jimmy Carter, Beach Boys, Scorpions, Billy Joel, Metallica. Durante le interviste sono state mostrate significative immagini dell’epoca di eventi e concerti importanti.

IL DOGUI