Sarebbe grave e riduttivo classificare artisti come Aretha semplicemente cantanti, o interpreti; nel suo mondo e in quello che ha dato a noi e alla musica c'è molto di più; c'è lotta sociale, c'è la ribellione di un popolo per anni sottomesso, c'è la voce dell'anima che viene fuori in tutta la sua forza. In ogni caso questo post non vuole essere un suo omaggio (vi invito a leggere un bellissimo articolo del mio amico Lorenzo Vergani a riguardo http://theitaliansoul.com/aretha-franklin-anima-e-voce-di-un-popolo/ ) ma una critica a chi considera questo tipo di arte, e di artisti, accessibili a tutti.
Eh qui veniamo al fattaccio, “Un insulto alla musica”: così è stato definito dal web il tributo di Giusy Ferreri ad Aretha Franklin, scomparsa il 16 agosto a Detroit. Dal palco del Deejay on stage, evento organizzato da radio Deejay a Riccione, la cantante lanciata dalla prima edizione di XFactor è stata infatti chiamata a realizzare un tributo ad Aretha cantando le celeberrime "Think" e "I say a little prayer" assieme a Takagi & Ketra (i produttori con cui sta dominando le chart con Amore e capoeira) e la band degli Street Clerks (il gruppo ospite fisso di E poi c’è Cattelan).
Anche tenendo conto del fatto che la situazione è stata messa in piedi in fretta e furia, era il giorno stesso della scomparsa, e quindi senza prove e intese tra i musicisti, più che un tributo è stato un oltraggio.
L'errore di fondo sta nel fatto che si pensi che siccome nella loro vita queste due persone utilizzino ho hanno utilizzato il microfono come strumento del loro "lavoro" non vuol dire necessariamente che siano accomunabili e classificate nella stessa categoria, e trovo inconcepibile che Giusy non abbia avuto la benchè minima remora nel fare questa cosa.
Da suonatore di batteria, così mi voglio definire, se mi avessero chiesto di omaggiare Jeff Porcaro replicando una sua canzone o una sua performance non ci avrei neanche pensato minimamente tale il mio rispetto; la cosa preoccupante che la consapevolezza e la sicumera di Giusy sia stata costruita da un pubblico che l'ha portata, con il suo apprezzamento, su quel palco nonostante poche qualità dei suoi lavori artistici nonchè vocali.
Ma non finisce qui, perché successivamente è intervenuta anche Cheryl Porter, cantante e bravissima vocal coach statunitense trasferitasi in Italia, che ha pubblicato un video che ha fatto il giro del web in cui viene spiegata la gravità dell’accaduto: per l’artista infatti, Giusy e gli altri avrebbero mancato di rispetto ad uno dei personaggi più importanti per la comunità americana e afroamericana.
“Io non so chi cavolo ha scelto di fare questo grande insulto alla memoria di una delle più grandi cantanti della storia della musica” dice nel video Cheryl Porter. “Siamo a livelli bassissimi. Spero potete capire la gravità di questo grave insulto” continua. “Mancanza di rispetto, mancanza di preparazione. Con tutti i cantanti che ci sono proprio la peggiore per rappresentare la migliore – incalza-. Stiamo parlando della donna che ha rappresentato la liberazione, l’educazione, la forza delle donne, una cultura sottovalutata per tanti anni in schiavitù, la prima voce di liberazione. Io voglio qualcuno che chieda scusa per questo insulto alla memoria di Aretha Franklin” conclude la cantante. Parole pesanti che personalmente mi trovano d'accordo.
Badate bene, non sono qui a dire che se qualsiasi persona voglia cantare e/o avere successo deve essere per forza Aretha Franklin o niente, però bisogna avere chiaro in mente che ci sono vari livelli di artisti e alcuni di questi saranno sempre inarrivabili perché oltre alla tecnica affiancano caratteristiche che non si potranno mai imparare...il vissuto, la sensibilità le doti innate ecc...
Come si dice in questi casi....."occhio a non pisciare fuori dal vaso"
IL DOGUI
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