"SI PUO' FARE!!!!!" è questa la frase, citando il celeberrimo film "Frankenstein Jr.", che ho gridato nella mia testa quando ho cominciato a vedere su RAI TRE alle ore 20.20 il programma "via dei Matti n.0" condotto dal grande Stefano Bollani e da sua moglie Valentina Cenni.
Si perché fino a questo programma non era mai successo che qualcuno si cimentasse, a orari "normali", nel divulgare Musica nel senso più stretto del termine: 25 minuti costruiti in maniera perfetta, che uniscono il linguaggio confidenziale e la tecnica musicale, capaci di scherzare con Checco Zalone e di parlare di intervallo di quinta diminuita, il tutto in maniera molto naturale.
E secondo me la chiave sta proprio nel linguaggio, la capacità della coppia di arrivare al pubblico anche parlando di tecnica...magari affiancando l'aneddoto divertente a Leonard Bernstein. E di fatto i numeri stanno dando ragione a questo esperimento: 1 milione e mezzo di media ascolti ogni sera è il risultato che la scommessa è stata vinta.
Tutto è posizionato nella maniera perfetta: viene introdotto il tema della serata, ogni sera viene invitato un ospite mai banale e in molti casi di peso (De Gregori, Vanoni, Capossela, Silvestri ecc.), gli viene fatto fare quello che sa fare meglio, quindi cantare o suonare, in tutto questo c'è anche lo spazio per apprezzare qualche pezzo di Bollani al piano e una "spruzzata" di spiegazione tecnica che arriva anche al totale inesperto; e magari scoprire che la musica Blues veniva considerata "la Musica del Diavolo" può essere interessante anche per il telespettatore che fino ad un minuto prima guardava "Domenica live" della D'Urso.
Ovviamente da appassionato di musica mi piacerebbe che questo concetto e questa formula avesse più imitazioni in altri programmi convinto del fatto che in ogni caso la televisione, oltre all'intrattenimento frivolo che non deve mai mancare, debba essere anche veicolo di cultura in tutti gli aspetti. Negli ultimi anni abbiamo avuto la fortuna di una fruibilità di contenuti molto più ampia: dai canali tematici satellitari e digitali, alle piattaforme on demand e questo sicuramente ci ha permesso di avere più scelta su cosa vedere; detto questo pensare di "ricevere" alti contenuti anche dalla TV di stato, che ancora oggi riunisce milioni di ascoltatori, non può che far ben sperare nel futuro.
Ma rimango anche realista: secondo me la formula è vincente anche perché il programma dura poco meno di mezz'ora. Magari sentire un'ora di lezione su semitoniche, diesis e bemolle non avrebbe lo stesso impatto e forse non sarebbe neanche il luogo giusto per farlo.
In ogni caso vedere mia figlia di 8 anni seduta vicino a me che ascolta in silenzio Bollani non ha prezzo e quindi ogni sera guardo "Via dei matti n° 0" e rimango stupito, piacevolmente stupito perché imbambolato mi dico: "Quindi si può fare!". Sì, si può fare.
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