Tre settimane fa al teatro Arcimboldi di Milano il chitarrista Joe Satriani ha portato in scena un progetto da lui fondato nel 1995 chiamato G3, che raccoglie i migliori chitarristi contemporanei in un tour che gira tutto il mondo. Yngwie Malmsteen, Steve Morse e Steve Vai sono stati negli anni i protagonisti di questo progetto insieme a Joe. Quest'anno invece ad affiancare Satriani c'erano John Petrucci, chitarrista dei Dream Theater, e Uli Jon Roth, ex Scorpions.
Personalmente non ho mai partecipato dal vivo a questo progetto però ho visto molti DVD a riguardo e per quest'ultima data ho avuto la testimonianza del bassista e chitarrista che suonano con me, direi molto attendibile.
La reazione che subito mi hanno trasmesso loro era un misto tra delusione e confusione. Per quasi tre ore questi maestri di tecnica hanno prodotto note a velocità e volume incredibili lasciando la maggior parte degli spettatori allibiti. Ma la domanda che sorge è, che emozioni rimangono di una serata del genere? penso non tante.
In ogni arte, compresa la musica, la tecnica e lo studio sono fondamentali ma solo come base per esprimere meglio originalità ed emozioni. Solo con la padronanza dello strumento si hanno più possibilità di esprimere la propria idea di musica.
Se questa tecnica però rimane fine a se stessa si perde la vera essenza e alla fine si crea un muro tra lo spettatore e l'artista. Se penso per esempio alla pittura, un artista che sa fare un ritratto alla perfezione come se fosse una fotografia è di sicuro bravissimo...ma non esprimerà mai un'emozione come un quadro di Picasso o Mirò, che di sicuro sanno ugualmente disegnare ma che esprimono la loro arte in una forma espressiva originale e unica.
Poche note messe nel punto giusto e suonate a dovere valgono più di mille scale pentatoniche fatte ala velocità della luce, e se si riesce a trasmettere qualcosa ecco che entra in gioco un fattore che non si impara con lo studio ma si ha dalla nascita e cioè il talento.
Per questo se mi chiedono, "che mi dici di Joe Satriani?" io rispondo "è di sicuro uno dei più bravi chitarristi al mondo, ma sinceramente non mi piace!!". ovviamente è un mio parere....e a giudicare dal successo mondiale che ha il progetto G3 sono in tanti che non la pensano come me.
IL DOGUI
Se questa tecnica però rimane fine a se stessa si perde la vera essenza e alla fine si crea un muro tra lo spettatore e l'artista. Se penso per esempio alla pittura, un artista che sa fare un ritratto alla perfezione come se fosse una fotografia è di sicuro bravissimo...ma non esprimerà mai un'emozione come un quadro di Picasso o Mirò, che di sicuro sanno ugualmente disegnare ma che esprimono la loro arte in una forma espressiva originale e unica.
Poche note messe nel punto giusto e suonate a dovere valgono più di mille scale pentatoniche fatte ala velocità della luce, e se si riesce a trasmettere qualcosa ecco che entra in gioco un fattore che non si impara con lo studio ma si ha dalla nascita e cioè il talento.
Per questo se mi chiedono, "che mi dici di Joe Satriani?" io rispondo "è di sicuro uno dei più bravi chitarristi al mondo, ma sinceramente non mi piace!!". ovviamente è un mio parere....e a giudicare dal successo mondiale che ha il progetto G3 sono in tanti che non la pensano come me.
IL DOGUI