Oggi parliamo di uno dei più grandi registi della storia del cinema, Stanley Kubrick, e di quanto la musica sia sempre stata nei suoi film al centro della sua attenzione, di quanto la musica abbia per lui sempre avuto un impiego tutt'altro che ornamentale.
L'analisi delle sue colonne sonore può essere sicuramente utile sia per chiarire i metodi e gli strumenti della rappresentazione kubrickiana, sia per dimostrare come il regista abbia sempre optato per scelte refrattarie a schemi predeterminati.
Il rapporto di Kubrick con le proprie colonne sonore è andato modificandosi con il tempo, infatti è evidente come nei suoi primi film la musica non si impone al pari di uno dei personaggi protagonisti come invece accadrà nelle produzione successive agli anni Sessanta.
Si può inoltre notare che nella filmografia del regista solo in "2001: Odissea nello Spazio" nel cast tecnico non è presente la figura di un compositore o un arrangiatore; negli altri casi, da "Fear and Desire"(1953) a "Eyes Wide Shut"(1999), una o più figure si sono occupate dell'aspetto musicale della sua produzione.
Kubrick nella sua carriera ha collaborato con tanti artisti, da Gerald Fried (Fear an Desire 1953 - Il bacio dell'Assassino 1955 - Rapina a Mano Armata 1956 - Orizzonti di Gloria 1958) a Walter/Wendy Carlos (Arnacia Meccanica 1972 - Shining 1980); da Alex North (Spartacus 1960) a Laune Johnson (Il Dottor Stranamore 1963); da Leonard Rosenman (Barry Lyndon 1975) a Abigail Mead (Full Metal Jacket 1987); da Nelson Riddle e Bob Harris (Lolita 1962) a Jocelyn Pook (Eyes Wide Shut 1999).
Per i suoi primi lavori Kubrick si confrontò sugli umori e le sensazioni della messa in scena con il proprio musicista (Gerard Fried), inserendo il commento sonoro solo successivamente alla fase di montaggio; questo metodo di lavorazione subì una modifica durante la collaborazione con North, dove il lavoro del musicista si è sviluppato in parallelo con quello del regista, raggiungendo sicuramente risultati di maggior livello; per giungere ad una successiva ed ulteriore evoluzione, in cui la scelta di un brano classico o il suo adattamento avvenivano in fase di sceneggiatura, determinando i ritmi e i significati delle sequenze.
"Esistono certe aree del sensibile e della realtà - o della irrealtà o della sensibilità più intima, comunque la vogliate chiamare - che sono peculiarmente inaccessibili alla parola. La musica ha accesso a queste aree. E così la pittura. Sono le forme di espressione non-verbali che ci riescono"
Stanley Kubrick
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