Udine 19 maggio 2010
AC/DC, la band australiana torna nel belpaese dopo otto anni di assenza, e torna in una location che negli ultimi tempi sta ospitando numerosi eventi musicali: lo Stadio Friuli di Udine.
Quella friulana è l'unica tappa italiana del "Black Ice Tour", partita il 14 maggio da Sofia e che si concluderà il 28 giugno a Bilbao.
La scaletta ha regalato i soliti classici sapientemente mescolati ai punti di forza del recente album, in apertura è stato proiettato un esilarante cartone animato su un maxischermo, e quando sul palco ha fatto irruzione la locomotiva è cominciato lo spettacolo con l'ormai collaudato riff di "Rock an Roll Train".
Letteralmente in delirio i 47 mila fans quando con la chitarra dello scatenato Angus ha cominciato a pulsare ritmo, un'autentica forza della natura, folletto impareggiabile delle 6 corde. A questo appuntamento Angus ha sfoggiato il solito completino da scolaretto in versione vellutino blu con cravatta Regimental da studente scapestrato.
Si continua poi con "Hell ain't a Bad Place to Be" e con la celeberrima "Back in Black" che trasforma lo stadio in una bolgia assordante. Dopo "Big Jack" ecco "Dirty Deeds Done Dirt Cheap" e "Shot Down Flames" per poi arrivare al momento di "Thunderstruck", semplicemente fantastica, con Angus che ha ormai ipnotizzato il suo pubblico, è quindi il turno della titletrack di questo tour, "Black Ice" e mentre la band prende un attimo di respiro, sulle note di "The Jack", Angus improvvisa uno spogliarello: via giacca, cravatta, camicia e giu i pantaloni per mostrare orgoglioso al numeroso pubblico i suoi boxer marchiati AC/DC.
Si arriva quindi a "Hell's Bells", con una campana da una tonnellata e mezza che scende al centro del palco con Johson a fare da batacchio per i rintocchi funebri in memoria dell'ex cantante del gruppo, Bon Scott e si arriva a "Let There be Rock" con i 15 ' di assolo di Angus.
Si finisce col botto, nel vero senso della parola viste le bombe sparate dalle decine di cannoni piazzati sul palco e fuochi d'artificio che salutano i Monster of Rock dopo due ore di spettacolo difficili da dimenticare. E' raro vedere un concerto così carico, un pubblico così instancabile e fedele, un concerto così dannatamente divertente, ma con Brian Johnson, Angus Young, Malcom Young, Phil Rudd e Cliff Williams sul palco nulla è scontato e tutti noi speriamo di rivederli presto con le corna alzate al cielo!
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