DAVE GROHL - leader dei Foo Fighters -
Ha tre tatuaggi a tema Led Zeppelin. Li descrive:
«Il mio primo tatuaggio l’ho fatto da solo a 16 anni, ed era il simbolo di John Bonham dei Led Zeppelin. Ho provato a utilizzare diversi colori per farlo sembrare una cosa da professionisti, ma sembrava che qualcuno mi avesse spento una sigaretta sull’avambraccio»
«Il secondo era un po’ più professionale: l’ho fatto in un negozio abusivo di Amsterdam. Me l’ha fatto un ragazzo italiano chiamato Andrea, la cui pistola a inchiostro era stata costruita modificando il campanello di una porta. Quando mia madre l’ha visto le ho detto ‘Mamma, ho fatto molto di peggio, credimi. Guarda l’altro braccio’»
«L’ultimo l’ho fatto dopo aver riscosso il mio primo assegno (di 400$) con i Nirvana. Kurt e io vivevamo insieme a Olympia. Il posto era così deprimente che ho speso i miei 400 dollari in un Nintendo, una pistola ad aria compressa e un tatuaggio. Uno dei ricordi più vivi che ho di quella fogna di appartamento è che compravo dozzine di uova, le portavo nel giardino di Kurt e poi insieme a Kurt e Buzz Osbourne dei Melvins ci divertivamo a sparare su di esse con la pistola. Le giornate erano così»
Dave Grohl, con una mossa apparentemente bizzarra, ha suggerito al regista del docu-film su Kurt Cobain che sia una donna.ad interpretare la sua parte. Il cantante dei Foo Fighters ha anche le idee chiare sull'attrice che, con un cambio di sesso via celluloide, potrebbe diventare l'ex batterista dei Nirvana: Dave vede bene Shelley Duvall. Una scelta che a questo punto diventa doppiamente bizzarra in quanto l'attrice ha sessant'anni e non si vede come potrebbe calarsi nei panni di un batterista uomo che ai tempi dei Nirvana aveva poco più di vent'anni. Comunque Grohl ha detto: "Non sono molto maschile, non vedo perché Shelley Duvall non dovrebbe interpretarmi. Mettetele su una barba. L'ha fatto anche Cate Blanchett nel film su Dylan!".Il docu-film, secondo le ultime voci, sarà basato sulla biografia di Charles R. Cross con sceneggiatore e regista Oren Moverman e produzione di David Benioff.
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