Nel 1983 i Litfiba pubblicano il loro secondo album, intitolato Eneide.
Prima ancora dell'album "ufficiale" venne immesso sul mercato un album intitolato sempre "Eneide", colonna sonora dell'omonimo spettacolo teatrale presentato con successo dal gruppo di ricerca multimediale Krypton.
Trattandosi di un soundtrack, il lavoro è rigorosamente strumentale (a parte l'inizio del lato B), ed anche senza la splendida voce di Piero Pelù, i Litfiba sono in grado di creare un suono profondamente emozionante, intriso di suggestioni post-punk e godibile dalla prima all'ultima nota.
Il disco alterna momenti più rilassati ad episodi più accesi sotto il profilo ritmico: si apre con "La tempesta", piuttosto dissonante, che introduce "Approdo sulle coste della Libia", lungo brano in vago stile Cure (periodo "Faith") caratterizzato da un uso nettamente più marcato delle tastiere rispetto ai canoni della band britannica ed inframmezzato da un break convulso e ricco di pathos. Nella seconda facciata, "Il racconto di Enea" presenta una cadenza fortemente ossessiva e trascinante, mentre "L'incontro d'amore" seduce con le sue armonie vellutate; cupo ed ipnotico, invece, "La battaglia", ed ultimo l'epilogo trionfale e solenne de "Il canto dei latini".
Questo album è molto particolare nel repertorio dei Litifba in quanto fu arduo il compito di comporre e interpretare una colonna sonora (in verità piuttosto particolare, visto che nello spettacolo la musica non ha funzione di sottofondo ma è parte integrante della rappresentazione che si svolge sul palco),
Il disco alterna momenti più rilassati ad episodi più accesi sotto il profilo ritmico: si apre con "La tempesta", piuttosto dissonante, che introduce "Approdo sulle coste della Libia", lungo brano in vago stile Cure (periodo "Faith") caratterizzato da un uso nettamente più marcato delle tastiere rispetto ai canoni della band britannica ed inframmezzato da un break convulso e ricco di pathos. Nella seconda facciata, "Il racconto di Enea" presenta una cadenza fortemente ossessiva e trascinante, mentre "L'incontro d'amore" seduce con le sue armonie vellutate; cupo ed ipnotico, invece, "La battaglia", ed ultimo l'epilogo trionfale e solenne de "Il canto dei latini".
Questo album è molto particolare nel repertorio dei Litifba in quanto fu arduo il compito di comporre e interpretare una colonna sonora (in verità piuttosto particolare, visto che nello spettacolo la musica non ha funzione di sottofondo ma è parte integrante della rappresentazione che si svolge sul palco),
Le uniche parole pronunciate nel disco sono dei versi dell'Eneide e precisamente dal secondo libro , versetto terzo..
"Tu vuoi...Tu vuoi...Tu vuoi regina...Che un nuovo re...Che un nuovo re...Che un nuovo re invincibile...Rinnovi...In questa notte placida...Narrando come il troiano sventurato regno...E d'Ilio il fiore...I Greci abbiano distrutto...E...Quelle infelicissime .. vicende...Ch' io stesso vidi .. e...Di che fui grande parte ..E .. di che .. fui .. grande parte..."
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